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Scuola, un ritardo insostenibile

L’ennesimo vertice inconcludente. Governo e Regioni non trovano l’accordo sulle modalità per garantire i trasporti che servono alla riapertura delle scuole. Governatori che contestano il parere del Comitato tecnico scientifico e ministri contro, nello specifico Paola De Micheli e Roberto Speranza, divisi sul ‘peso’ da dare alle prescrizioni previste dal Cts. E uno stallo che diventa ogni giorno più inaccettabile. L’inizio dell’anno scolastico, fissato al 14 settembre, è una priorità assoluta. E la confusione di queste ore rischia di comprometterla.

 

Anche perché accanto al nodo trasporti ci sono le altre decisioni che vanno prese. E che continuano a dividere, con posizioni isolate anche all’interno del fronte dei Governatori. Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha annunciato l’intenzione di mettere i termoscanner agli ingressi degli istituti, quando le indicazioni generali li escludono. Giovanni Toti, governatore della Liguria e vice presidente della Conferenza delle Regioni, continua a essere contrario all’uso della mascherina in classe, quando è ormai acclarato che è la prescrizione ritenuta indispensabile per ovviare all’impossibilità di tenere un metro di distanza fra gli studenti. Le indicazioni che servono alle scuole per organizzarsi arriveranno tardi e basta parlare con la segreteria di una qualunque scuola per toccare con mano il disorientamento che rischia di vanificare ogni buona intenzione.

 

Il dialogo e il confronto sono fondamentali. Così come il rispetto della prerogative delle Regioni. Ma il Governo sulla riapertura delle scuole si gioca buona parte della sua credibilità. E il problema non può essere solo legato alle capacità di un ministro, nello specifico il titolare della scuola Lucia Azzolina, di imporre una linea che evidentemente non c’è. Serve, subito, un indirizzo politico fermo. E spetta al premier Giuseppe Conte farsene interprete e garante. Si deve fare tutto quello che è possibile fare per assicurare che l’anno scolastico parta e che non si rifermi al primo intoppo. L’accostamento con quanto è successo questa estate, dalle discoteche agli assembramenti di varia natura, è spesso strumentale. Ma la scuola, intorno a cui ruota la vita sociale di buona parte del Paese, merita uno sforzo diverso.

 

Si stabiliscano regole e protocolli, mettendo da parte il protagonismo dei singoli, siano ministri o governatori, e si arrivi il più velocemente possibile a dare certezze ai genitori che attendono di sapere, ormai a due settimane dalla data stabilita, dove, come e quando i loro figli andranno a scuola.

 

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