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Coronavirus, lockdown e scenario avverso

Lo ‘scenario avverso’ riportato della Nadef, che prevede una caduta del Pil del 10,5% nel 2020, “non è con l’attuale incremento dei contagi, che stiamo governando e contenendo. Mostra una situazione molto peggiore, che non è quella che riteniamo più probabile”. La puntualizzazione del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri è particolarmente significativa. Non tanto perché punta a rassicurare, a escludere un nuovo lockdown causa Coronavirus, e ‘mitigare’ le parole inserite nella Nota di aggiornamento al Def. Ma perché aiutano a capire come sia cambiato il clima in via XX Settembre.

 

La ripresa dell’attività, dopo il dilagare del Coronavirus e dopo la pausa estiva, era stata all’insegna di un messaggio di comunicazione chiaro: “il rimbalzo del Pil sarà maggiore del previsto”. Il concetto è stato espresso più volte da Gualtieri, a sottolineare che l’uscita dall’emergenza sarebbe potuta essere più rapida di quanto non si potesse immaginare. Escludendo che si trattasse di una incosciente fuga in avanti, evidentemente il ministro dell’Economia poteva contare su uno scenario che in poche settimane si è dissolto. Quello che sembrava a portata di mano a inizio settembre, oggi è tornato qualcosa di irraggiungibile. Tanto che serve ‘uno scenario avverso’ a cui appoggiarsi per non mettere nero su bianco previsioni sull’andamento del pil scritte sull’acqua.

 

È chiaro che un’impennata dei contagi allontani inesorabilmente la ripresa. E che il rimbalzo, se ci sarà, non potrà essere quello sperato. La domanda che si pone è piuttosto un’altra. Quali saranno le proporzioni dello scenario avverso? Sul tema anche i tecnici in via XX Settembre si dividono. Per la semplice ragione che nessuno può fare una previsione attendibile rispetto a una situazione in continua e rapida evoluzione.

 

C’è una sola ma solida consapevolezza condivisa: un nuovo lockdown sarebbe insostenibile. Fermare una macchina che sta stentando a ripartire vorrebbe dire compromettere tutti gli sforzi fatti finora. E potrebbe tradursi, in termini numerici, in una nuova netta caduta del Pil. Altro che rimbalzo.

 

Il problema dello scenario avverso è soprattutto che lo scenario avverso è difficilmente circoscrivibile. Sicuramente il clima è cambiato. Dentro e fuori il ministero dell’Economia. E la percezione che si ha è che, fermandosi alle proiezioni oggi a disposizione sul possibile andamento dell’epidemia, i prossimi mesi possano rivelarsi più duri anche rispetto alla ‘quota di difficoltà’ ipotizzata nella Nadef.

 

Questo, ovviamente, Gualtieri non può dirlo. Ma il rischio è concreto e si deve lavorare per ridurlo o, nella migliore delle ipotesi, per annullarlo.

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