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Crescere nell’era del Covid: Nims e i ‘Personal shopper’ del caffè

nims padova caffè

Anche durante una pandemia, anche dopo un lockdown, ci sono settori che crescono e aziende che cercano nuovo personale. In questo caso l’azienda è Nims, impresa padovana nata oltre 40 anni fa e parte del Gruppo Lavazza dal 2017; il settore è la distribuzione e la vendita del caffè in capsula e delle macchine per l’espresso in Italia. Un settore, quello del porzionato, talmente in forma che la ricerca di nuovi venditori da parte di Nims non si è fermata neanche durante i mesi del lockdown. “Non abbiamo mai smesso di fare reclutamento. Durante il lockdown abbiamo utilizzato delle campagne social per far sapere che volevamo acquisire personale, e siamo entrati in contatto con almeno 700 persone”, dice Flavio Ferretti, Amministratore delegato di Nims.

 

Il risultato è la campagna di reclutamento lanciata recentemente per portare in azienda nuovi ‘Personal shopper del caffè’, “un’opportunità concreta di lavoro flessibile e meritocratico”, dice l’azienda, che si occuperà anche della formazione dei ‘Personal shopper’, tra competenze specifiche (devono essere esperti del caffè, delle sue “origini”, “peculiarità” e “tipologie”) e “qualità umane” individuate dall’azienda come “la capacità di ascolto, la disponibilità e la capacità di entrare in sintonia con il cliente”.

 

La strategia, quindi, non passa solo qualità del caffè o delle macchine espresso diventate ormai onnipresenti in case e uffici, ma anche dal servizio (assicurarsi che il cliente non rimanga a corto di capsule, ad esempio) e dal legame tra azienda e consumatore finale: l’intermediario, in questo senso, è il venditore. “La vendita diretta ha come fulcro il consulente, che va a casa per cercare di rispondere a qualsiasi domanda e soddisfare qualsiasi esigenza”, dice Ferretti. Un alleato è il tempo: “Al centro del rapporto tra incaricato e consumatore c’è un rapporto che, nel tempo, diventa di consulenza e amicizia”, anche grazie ai tipi di contratti che possono essere stipulati. “Un contratto pluriennale lascia libero il consumatore di definire la durata e la quantità di prodotto ma questo crea quel rapporto di fiducia e duraturo, che ad esempio consente di non avere pensieri in caso di guasti”. E per quanto riguarda la sostenibilità, un tema che diventa sempre più importante per sempre più consumatori, per ridurre l’impatto ambientale delle sue capsule Nims le ha ‘scomposte’: i componenti della linea di capsule ‘pelabili’ di Nims sono separabili e smaltibili nella raccolta differenziata dei rifiuti. Una volta preparato il caffè ed estratta la capsula, la linguetta presente sulla pellicola consente infatti di aprirla e smaltire dopo l’uso i vari componenti nei rispettivi contenitori: la pellicola nell’alluminio, il caffè nella raccolta dell’organico e il corpo capsula nella plastica.

 

A testimonianza del funzionamento del modello di business di Nims, dice Ferretti, ci sono anche i numeri. A fine anno saranno entrati in azienda 300 nuovi venditori, che si aggiungeranno ai 3.000 incaricati alla vendita già assoldati da Nims, che conta anche 130 dipendenti, 150 uffici commerciali distribuiti su tutto il territorio nazionale e 1 milione di clienti. E per quanto il fatturato abbia inevitabilmente sofferto dei mesi di blocco, dovrebbe rimanere quasi invariato dai 110 milioni del 2019: “Ipotizziamo di chiudere quasi in linea con l’anno precedente a 108 milioni di euro circa. E il prossimo anno abbiamo intenzione di aumentare i ricavi dal 5 al 10%, ovviamente tornando ai ritmi di crescita pre-Covid”.

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