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Gualtieri aveva ragione sul Pil. Ma c’è il circolo vizioso di Visco

Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri aveva ragione. Gliene va dato atto. Il dato dell’Istat sul terzo trimestre certifica che il rimbalzo auspicato a via XX Settembre c’è stato: la ripresa estiva ha consentito al Pil di rimbalzare del 16,1% rispetto al trimestre precedente, il secondo, chiuso con un drammatico -13%, a causa del Coronavirus.

 

Il dato del Pil, sopra le attese, è stato il protagonista della tradizione Giornata mondiale del Risparmio organizzata dall’Acri. Significative, le parole spese dallo stesso Gualtieri e dal Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Il numero uno di Via Nazionale riconosce che l’impennata della crescita sia stata “più marcata di quanto avevamo previsto a luglio”. Ma avverte rispetto al rischio che abbiamo davanti. Ovvero, che “l’aumento dei casi di contagio, anche qualora venisse contrastato con misure meno drastiche di quelle adottate in primavera, si ripercuota negativamente sulla fiducia e sulla spesa delle famiglie e delle imprese”. In una fase come quella attuale, spiega Visco, “l’aumento della propensione al risparmio, se non si accompagna a un’adeguata ripresa degli investimenti e dell’attività produttiva può causare una diminuzione della domanda aggregata e dei redditi, alimentando, a sua volta, una ulteriore crescita delle intenzioni di risparmio per motivi precauzionali e innescando, così, un circolo vizioso“.

 

Gualtieri non nasconde che il quadro può rapidamente cambiare. “Laddove nelle prossime settimane si dovesse ricorrere a misure più drastiche di contenimento dell’epidemia, partiremmo comunque da una posizione di comprovata solidità ed avendo nettamente migliorato la nostra capacità e prontezza di risposta all’emergenza sanitaria ed economica. La crescita del Pil nel 2021 potrebbe risultare inferiore a quanto previsto nel quadro programmatico della Nadef (6 per cento), ma la ripresa sarebbe solo rinviata, non pregiudicata”.

 

Ripresa rinviata, ma non pregiudicata, quindi. Ma la domanda che segue è inevitabile. Rimandata a quando? Nessuno, neanche Gualtieri e Visco, possono dare una risposta. Perché prevedere quanto possa essere lunga la nuova fase di stop, o di caduta, del Pil è praticamente impossibile. C’è un’unica certezza. “Bisogna affrontare i nodi strutturali della nostra economia come ha detto il governatore Visco”, sintetizza il ministro.

 

Vuol dire lavorare per consentire a quella ripresa di arrivare in un contesto economico in cui non siano rimaste solo le macerie lasciate dalla seconda ondata del Coronavirus.

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