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Elena Beraldo, un brand circolare dedicato alla yoga

(Luxuryandfinance) – Yoga, natura, rispetto. Questi gli ingredienti di una nuova e bella storia imprenditoriale legata alla moda e allo sport. E’ quella di Elena Beraldo, che viaggia tra Vietnam, Cambogia, Cina e Seoul, per fermarsi poi a Hong Kong, dove trova la migliore risposta possibile per dare corso alla sua idea: materiali rigenerati, poliestere in questo caso, il cui ciclo di vita non si arresta con la produzione di un capo di abbigliamento, ma che rientra circolarmente nel ciclo produttivo. Maestra di sci, una carriera di agonismo alle spalle, studi economici a Londra. Sport e natura il leitmotiv di una vita vissuta all’aria aperta, tra le montagne delle Dolomiti, condita dalla passione per l’arte. E’ così che nasce Skin of Nature.

 

Ma andiamo con ordine. “Ho respirato questa industria dal punto di vista del business e del marketing, con tanto studio e approfondimento” racconta. Ma all’origine di tutto, l’occasione è fortuita, come lo sono del resto quasi tutte. “Sono rimasta affasciata dalla immagini scattate dal biologo marino Alexander Semenov, ché riportavano la bellezza semplice e pura della natura su fotografie, oggetti che possiamo sempre vedere, che sono sempre accessibili. All’epoca vivevo a Londra e stavo concludendo il mio percorso di studi, oltre a praticare yoga. Ecco l’eureka (parola che deriva da eὒρισκω, che significa scoprire, divenuta poi una interiezione attribuita ad Archimede, all’atto di rendersi conto di avere davvero scoperto qualcosa: ho trovato!). Per Elena Beraldo è mostrare la natura, indossandola. La sfida inizia così: “ero giovane e inesperta. Non ero una designer e non conoscevo i tessuti. Ma sapevo dove volevo arrivare”. Così, anche su consiglio di chi ne sapeva di più, è partita per il Far East, per imparare e cercare. “Sono andata là dove si produce, mi sono trasferita e ho viaggiato tra Cina, Vietnam, Cambogia, Corea del Sud e mi sono immersa nella macchina produttiva”.

 

Ma perché proprio in Cina e non in Italia? “Volevo entrare nella complessità di un grande mercato, che tratta in particolare materiali sintetici e poliesteri. Era ciò che mi interessava approfondire, per legarlo all’intero ciclo del prodotto. Volevo dare vita a un brand responsabile, a prodotti di qualità con una componente estetica, senza compormettere la sostenibilità”. D’altra parte la ‘bibbia’ di Elena è il libro – manifesto di Yvon Chouinard, il fondatore e inventore di Patagonia, ‘Let my people go surfing’. ‘Non dobbiamo lasciare traccia del nostro passaggio’ il mantra di Chouinard che diventa un riferimento programmatico anche da un punto di vista del business model.

 

Ecco “la risposta- chiosa – al perché sono qui, in Cina: per cercare produttori di materiali che abbiano il minore impatto sull’ambiente”. Essendo destinata allo yoga, la collezione ha un carattere sportivo. E per lo sportswear vengono utilizzati materiali tecnici e dunque sintetici. “Quelli vergini derivano dal petrolio. Una risorsa scarsa e inquinante, che ha un enorme impatto sull’ambiente. L’alternativa oggi, che finalmente è disponibile sul mercato, è il poliestere rigenerato che fa parte della circolarità non necessariamente a livello di industry ma cross industries. Circolarità come possibilità di riutilizzare un rifiuto non biodegradabile. Noi prendiamo bottigliette di plastica di acqua, rifuti insomma, che vengono selezionate a attraverso un processo di polimerizzazione diventano fibra di poliestere. Ho approfondito moltissimo questo campo in Cina, andando a trovare i fornitori, da chi raccoglie la bottiglia e chi realizza filati e tessuti. Anche in questo – assicura – ho messo tutta la voglia di responsabilità. Cercare tracciabilità e trasparenza. Questo è anche il bello di essere brand piccoli e indpendenti che devono sapere da dove arrivano i materiali”. E che fine fanno.

 

Su questo, sulla circolarià, il team di Skin of Nature, tutto al femminile, sta lavorando, studiano le possibilità di riutilizzo. Intanto, “per una collezione piccola, si utilizzano pochi materiali, soprattutto noi che facciamo abbigliamento sportivo. Pochi e multifunzionali. Per questo possiamo stare attentissimi a come vengono utilizzati e in questo senso i nostri sprechi sono ridotti al minimo. I nostri partner in Cina sono bravissimi a evitare sprechi di tessuto, energia e manodopera. Con le rimanenze di tessuto, dal taglio o dal rotolo, andiamo a creare le etichette e tutte le altre caratterizzazioni. Si tratta di rivalorizzare qualcosa che altrimenti non avrebbe più un valore”. Oggi la collezione è presente nei Coin Excelsior di Milano, Roma e Trieste. Ma Elena Beraldo punta fortemente sull’ecommerce e su un posizionamento diverso: “penso a luoghi inaspettati, hote, spa, ristoranti, palestre, centri benessere e yoga, dove mi risulterebbe anche più facile raccontare la nostra storia”. Aquatilis è il nome della prima collezione di Skin of nature e anche dell’organizzazione non profit di Semenov alla quale verrà donato l’1% dei ricavi per il supporto dei suoi progetti di sensibilizzazione e tutela del mondo marino.

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