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Coronavirus, pensare a Natale con mille morti al giorno

Da settimane non si fa altro che discutere di come sarà il Natale. Rigoristi e lassisti, ferventi cattolici e forzati delle vacanze, sostenitori dei commercianti e difensori della comunità scientifica, millantatori e opportunisti. Nell’arena della politica e in quella dell’opinione pubblica. Ci si affanna a scegliere e difendere il proprio fronte. Intanto, continuano a morire mille persone al giorno per o con il Coronavirus. La contabilità quotidiana dei danni prodotti dall’epidemia impone una riflessione banale. Che senso ha?

 

La velocità con cui si passa dall’emergenza assoluta alla tentazione di celebrare un frettoloso ‘liberi tutti’ è difficilmente giustificabile se non con una sostanziale dissociazione dalla realtà. Non si può passare con indifferenza dalle 993 vittime registrate oggi, che portano il conto totale a 58.038, alle lamentele per il cenone che salta o per la settimana bianca che va posticipata. E anche la trattativa serrata tra le forze politiche per stabilire quanto concedere e quanto sottrarre alla voglia di festeggiare diventa mortificante.

 

Nonostante restino le responsabilità per il ritardo accumulato e per l’incapacità di ‘preparare’ la seconda ondata di epidemia del Coronavirus, il governo, con il contributo della comunità scientifica, è riuscito a contenerne gli effetti, evitando il lockdown generalizzato e costruendo il sistema mobile di attribuzione del rischio alle regioni che sta sostanzialmente funzionando.

 

Le restrizioni pesano, sia da un punto di vista sociale sia da un punto di vista economico. Ma servono a evitare che si perda il controllo di una situazione che, fino a quando non saranno disponibili i vaccini, parla chiaro: con i morti e anche con i numeri che, seppure in miglioramento, continuano a dire che senza la cautela necessaria si torna in pochi giorni vicini al collasso.

 

C’è un solo modo per riuscire a vanificare gli sforzi fatti: fare finta che il prossimo possa essere un Natale normale. La realtà dice una cosa, la rappresentazione che se ne fa per gli interessi di parte ne dice un’altra. Eppure, crescono le pressioni perché, come già successo in estate, si scelga di fare finta di niente.

 

Nonostante il precedente sia fresco. E nonostante mille morti in un giorno.

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