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Giovani ‘sdraiati’? Risponde Lucrezia

Parole, commenti, riflessioni? Vi farei perdere tempo. Lascio parlare Lucrezia, una sedicenne che frequenta il liceo E.Q. Visconti di Roma. Una lettura che ci invita a riflettere sulla nostra idea dei giovani e sul (loro) futuro. E devo dire che in questo periodo cupo e incerto, leggere queste parole mi ha fatto stare bene, un po’ come in una bella giornata di sole.

 

Buona lettura.

 

Ci chiamano “gli sdraiati”, una generazione di nullafacenti scollegati dalla realtà, senza sogni ed aspirazioni e capaci solo di rapporti virtuali. Ma allora perché le parole di Giacomo Leopardi risuonano con tanta forza in me? Nel mondo odierno, soprattutto grazie alla tecnologia, la voce anche di un solo ragazzo riesce a creare un’eco impressionante, e a risuonare nel cuore dei suoi coetanei.

 

Esistono una moltitudine di esempi di ciò, tra cui la diciassettenne svedese Greta Thunberg che, armata solo di passione ed una volontà ferrea, è riuscita a dare vita a manifestazioni di studenti per il clima in tutto il mondo, fino ad essere invitata a tenere un discorso all’ONU. Questa ragazza in soli due anni ha costretto gli adulti ad affrontare una tematica scomoda, ed è diventata simbolo di una gioventù partecipe e pronta a lottare per i valori in cui crede. Non tutti ovviamente possono essere come Greta, ma lei ci ha mostrato che con la giusta determinazione possiamo cambiare il mondo: ognuno di noi, infatti, anche se a livelli diversi, ha aspirazioni.

 

Quante volte ci è stato chiesto cosa volessimo fare da grandi? C’è chi, come Greta, ha già le idee chiare, e chi deve ancora capirlo, ma questo dilemma accomuna la mia generazione: sappiamo bene che “l’otium” perde il suo fascino senza il “negotium”, e la lunga inattività forzata dalla pandemia ne è stata la dimostrazione. Ma nonostante la natura, regalandoci un virus che ci ha privato di giorni in classe, uscite con gli amici ed allenamenti, sia stata “matrigna” (per citare le parole di Giacomo Leopardi), abbiamo ancora la forza per realizzare i nostri sogni. Tutto, infatti, è preferibile al trastullarsi, in quanto i piaceri provocati da questo vivere svogliatamente sono solo passeggeri; la mia generazione ne è consapevole, nonostante molti adulti credano il contrario.

 

Io, ad esempio, ho deciso di sfruttare questo periodo di stallo per dedicarmi alla realizzazione di uno dei miei più grandi desideri: studiare all’estero. Fin da bambina, infatti, sono rimasta affascinata dalla cultura anglosassone: mentre le mie amiche sognavano di diventare principesse, io volevo studiare in uno di quei campus secolari, traboccanti di storia, che vedevo sempre al cinema. Adesso quindi, sto lavorando ad una serie di relazioni e mi sto sottoponendo ad una moltitudine di test per poter trascorrere il primo semestre del prossimo anno in America, ed in seguito ho intenzione di proseguire il mio percorso di studi in uno dei miei tanto amati college in Inghilterra.

 

Io ho sempre avuto le idee chiare, ma non tutti hanno la mia stessa fortuna. Per prendere decisioni così importanti sulla propria vita, infatti, bisogna prima conoscere sé stessi.

 

Il legame tra la felicità e la conoscenza del proprio “io” non è un concetto moderno, ma affonda le sue radici nei meandri del tempo. “Conosci te stesso”, infatti, è una delle massime più celebri risalenti all’antica Grecia. Questa frase, attribuita ad Apollo, per secoli ha influenzato i più grandi pensatori della cultura occidentale: da Socrate a Platone, da Sant’Agostino a Kant. Essa prescinde il suo tempo ed invita ogni uomo ad indagare sui propri limiti e sul proprio potenziale: solo così, infatti, si può scegliere il percorso che condurrà ad una vita felice.

 

Da questo punto di vista, la pandemia è stata per molti un dono, in quanto ha permesso di riflettere e scavare nel proprio animo. Per altri invece, questo percorso di crescita personale è messo in moto dalla scuola: un ambiente designato a trasmettere nozioni e valori agli studenti, infatti, non può che aiutarli a crescere ed a trovare il proprio scopo. Come anche ha scritto Giacomo Leopardi nello Zibaldone, “bisogna proporre un fine alla propria vita per vivere felice”, e per la mia generazione è giunto il tempo di scegliere il proprio destino.

Lucrezia

 

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