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Unipol, utile record con Bper, confermati target 2021. Bene UnipolSai

Unipol Carlo Cimbri

Il gruppo Unipol ha chiuso il primo trimestre 2021 con un utile netto consolidato di 361 mln di euro, in crescita del 168,8% rispetto ai 134 mln del corrispondente periodo dell’anno precedente. Sul risultato, spiega il gruppo guidato dal ceo Carlo Cimbri, ha inciso positivamente il contributo pari a 119 mln di euro, derivante dal consolidamento pro-quota del risultato di Bper, che riflette, tra le altre, “le componenti economiche straordinarie connesse al badwill rilevato per l’acquisto delle attività ex Ubi”. Il risultato, al netto di tale posta, risulta pari a 242 mln, quasi il doppio del 2020.

Confermati i target 2021, bene UnipolSai

Bene anche i conti della controllata UnipolSai, in cui sono concentrate le attività assicurative del gruppo, che ha chiuso il trimestre con un utile netto consolidato di 249 mln (+45,7% rispetto ai 171 mln al 31 marzo 2020), una raccolta al lordo delle cessioni in riassicurazione di 3,18 mld (+2%), oltre le attese, e un indice di solvibilità individuale pari al 313% del minimo regolamentare, rispetto al 318% di fine 2020. Sia Unipol che UnipolSai si attendono, per l’intero esercizio, un risultato consolidato della gestione “positivo e in linea con gli obiettivi definiti nel Piano Strategico 2019 -2021“, al netto di “eventi attualmente non prevedibili anche legati ad un aggravarsi del contesto di riferimento”.

Raccolta in crescita, Solvency ratio al 210%

Tornando ai conti del gruppo, a fine marzo la raccolta diretta assicurativa, al lordo delle cessioni in riassicurazione, si attesta a 3,2 mld (+2% rispetto ai 3,1 mld di un anno fa) con il comparto Danni che si è fermato a 1,9 mld (-3%), e il Vita che è salito del 10,7% a 1,3 mld. Il patrimonio netto consolidato ammonta a 9,95 mld (9,52 mld al 31 dicembre 2020). Resta elevato il Solvency ratio consolidato, pur calando al 210% dal 216% di fine 2020, riduzione in gran parte dovuta all’incremento del requisito di capitale di gruppo, relativo agli effetti derivanti dall’acquisizione del ramo d’azienda ex-Ubi da parte di Bper. Per quanto riguarda la gestione degli investimenti finanziari, nel primo trimestre del 2021 la redditività lorda del portafoglio degli investimenti del gruppo, pur continuando a risentire di tassi di interesse bassi, ha ottenuto un rendimento del 3,2% degli asset investiti (3,3% al 31 marzo 2020), di cui il 2,7% relativo alla componente di cedole e dividendi.

Cimbri, pronti a pagare cedola 2019

“Confermo ampiamente i dividendi 2019, anche alla luce di questi risultati trimestrali. Non dobbiamo generare nuovi utili per distribuirli, la nostra volontà e capacitò di pagarli rimane inalterata”, ha detto Cimbri agli analisti riguardo alla cedola 2019 congelata lo scorso anno su richiesta dell’Ivass, l’autorità di vigilanza italiana, per motivi precauzionali legati alla pandemia. “Non c’è alcun tipo di nuova prescrizione da parte del regolatore rispetto a quella già emanata che scade il 30 settembre – ha rimarcato il manager – quindi in assenza di nuove disposizioni la nostra volontà è di onorare gli impegni assunti con il mercato non appena avremo modo di farlo dal punto di vista regolamentare”. Sui tempi, ha aggiunto, “valuteremo il momento più opportuno per distribuire la cedola 2019, vogliamo avere una Solvency robusta per farlo e la manterremo, il nostro obiettivo prioritario è onorare i nostri impegni entro la conclusione del piano industriale, dunque entro la fine del 2022, se poi ci saranno condizioni per farlo anche prima, lo valuteremo”.

Le previsioni sul ramo auto

Riguardo alle prospettive del ramo Danni auto Cimbri ha detto che “i dati delle nostre scatole nere ci proiettano verso una prossimità ai livelli di circolazione del 2019, è una tendenza molto chiara. Allo stesso tempo ci aspettiamo un incremento della frequenza dei sinistri: su quali livelli lo vedremo anche nel corso dell’estate, ma non crediamo torneremo ai numeri pre-2020 anche perché da anni vediamo una riduzione della frequenza stessa derivante da altri fattori, come la maggiore sicurezza e tecnologia sulle auto”. Se a questa situazione, ha proseguito il ceo di Unipol, “associamo un costante calo dei prezzi e dunque del premio medio, sul settore auto sicuramente per l’anno prossimo vediamo una insufficienza tecnica dei prezzi in rapporto alle tendenze sui sinistri”. Questa visione, ha sottolineato il manager, “orienta le nostre politiche di bilancio, che ancora una volta, in linea con l’anno scorso, anche in questa trimestrale hanno visto adottare grandi supplementi di prudenza un po’ su tutte le poste”. Cimbri ha concluso, affermando che “abbiamo ampi buffer che ci consentono di gestire al meglio il futuro” e che Unipol può guardare con fiducia al rispetto del piano industriale.

Il settore Danni

Guardando al dettaglio dei risultati dei primi tre mesi dell’anno, la flessione nel comparto Danni è attribuibile proprio al ramo Auto, con premi pari a 932 mln di euro, in calo dell’8,8% sui dati al primo trimestre del 2020, su cui pesano le condizioni del mercato e il mese gratuito concesso per il lockdown 2020 da Unipol a tutela della clientela. I premi Non Auto, pari a 987 mln, sono invece risultati in crescita del 3,1%, sottolinea il Gruppo, “grazie all’efficace azione commerciale praticata dalle reti di vendita e al rinnovato interesse della clientela nei confronti dei prodotti salute”. La controllata UnipolSai ha registrato premi Danni per 1,6 mld (-3,6% rispetto al 31 marzo 2020). In crescita la raccolta di UniSalute (+7,6%) e di Siat (+8,5%) mentre, nel comparto di bancassicurazione, Arca Assicurazioni registra un incremento del 9,5%. Il combined ratio del gruppo al netto della riassicurazione si attesta all’89,1% (89,3% lavoro diretto) in miglioramento rispetto al 92,0% realizzato al 31 marzo 2020 (90% lavoro diretto), con un loss ratio che è risultato pari al 62,3%, contro il 64,7% del primo trimestre 2020, e un expense ratio in calo al 26,9% (27,4% al 31 marzo 2020).

Il risultato ante imposte del settore Danni è pari a 419 mln, in netta crescita rispetto ai 220 mln registrati nei primi tre mesi dell’esercizio 2020, “grazie anche al positivo andamento tecnico registrato nel periodo, alla quota parte del risultato di Bper di competenza del settore Danni per 59 milioni di euro e alla plusvalenza realizzata dalla vendita di Torre Velasca (71 milioni di euro)”.

Il settore Vita

È invece cresciuto il comparto Vita, che si porta a 1,3 mld (+10,7%). UnipolSai ha realizzato una raccolta diretta pari a 774 mln (-6,9% rispetto al primo trimestre 2020 influenzato da un importante contratto non ripetibile, evidenzia il Gruppo), mentre nel canale di bancassicurazione Arca Vita, unitamente alla controllata Arca Vita International, ha segnato una raccolta diretta pari a 457 mln di euro (+56,1% rispetto ai 293 mln di un anno fa) “beneficiando anche dell’ampliamento della rete Bper a seguito dell’acquisizione di sportelli ex Ubi. Il risultato ante imposte del settore Vita è pari a 10 mln rispetto ai 25 mln dei primi tre mesi dell’esercizio 2020, “soprattutto per effetto di un minor contributo dei proventi finanziari”.

Gli altri settori

Per quanto riguarda gli altri settori, sottolinea Unipol, “il protrarsi dell’emergenza Covid-19 continua ad avere ripercussioni particolarmente negative sul settore alberghiero, penalizzato anche nel primo trimestre di quest’anno dalla chiusura di gran parte delle strutture ricettive”. Per contro, il gruppo registra “ancora un buon risultato di UnipolReC” e un pareggio per gli altri business.

Il risultato ante imposte dei settori Immobiliare, Holding e Altre attività, che comprende anche UnipolReC, è positivo per 32 mln (55 mln in meno rispetto a un anno fa), grazie all’apporto di 60 mln derivante dal consolidamento pro-quota di Bper e di un maggior contributo dei proventi da investimenti.

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