Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, non risparmia nessuno nel suo intervento al Meeting di Rimini. I sindacati sbagliano sul green pass e sulla gestione delle norme post Covid, il governo sbaglia con le norme contro le delocalizzazioni delle imprese. L’analisi è netta nei toni e chirurgica negli obiettivi. Manca, però, un elemento chiave: la responsabilità degli industriali.
Si può e si deve parlare delle scelte del sindacato e di quelle del governo. Ma non si devono dimenticare, nell’interesse stesso delle imprese, gli errori che rischiano di compromettere la ripresa in diversi settori.
Il passaggio sui sindacati è sostanzialmente condivisibile, almeno nella richiesta di un confronto costruttivo tra le parti sociali. “Troppo facile rimandare la palla alla politica. Le differenze fra partiti ci fanno pensare che difficilmente si potrebbe arrivare a una legge a breve. Non abbiamo tempo da perdere, abbiamo il dovere sociale di sederci a un tavolo assieme e trovare soluzioni. Io sono disponibile, lo ero ieri e lo sono oggi”.
Pesa il no dei sindacati all’obbligo del green pass. E, a prescindere dalle posizioni di Bonomi, l’eccessiva rigidità mostrata rischia di isolare i sindacati dietro una barricata indifendibile. I diritti sono una cosa, l’esigenza di lavorare in sicurezza un’altra.
Duro l’affondo del presidente di Confindustria anche nei confronti del ministro del lavoro, Andrea Orlando, e della sottosegretaria al Mise, Alessandra Todde: “Pensano di colpire con un decreto legge le imprese sull’onda dell’emotività di due o tre casi che hanno ben altra origine e su cui dobbiamo intervenire”, dice Bonomi. Su questo fronte, servirebbe invece un po’ di buon senso in più. L’emotività, come la chiama il presidente di Confindustria, è legata alla preoccupazione, fondata, che troppe aziende possano approfittare del liberi tutti sui licenziamenti.
Serve, soprattutto, equilibrio. Anche il presidente di Confindustria dovrebbe riconoscere che il problema esiste e che le raccomandazioni e la moral suasion non possono bastare in una situazione complessa come quella che si manifesterà in autunno. Servono anche gli interventi legislativi, concordati e misurati, ma indispensabili per indicare alle imprese il perimetro entro cui muoversi. Sbagliano i sindacati sul green pass, si può discutere su come debba intervenire il governo, ma anche Confindustria deve condividere la responsabilità di scongiurare un’escalation di delocalizzazioni, chiusure e licenziamenti che farebbe male a tutti.