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Il caso Newcastle e il fondo sovrano dell’Arabia Saudita

Il colpo di coda arabo nel processo di americanizzazione del calcio europeo. Il Newcastle finisce a un consorzio guidato dal fondo sovrano dell’Arabia Saudita, il Public Investment Fund, è in questa fase un’anomalia nel panorama continentale, in cui acquistano e comandano soprattutto gli americani.

I dati

Secondo i dati del Cies Observatory (il centro studi dell’Uefa) sono 46 i club di proprietà americana nei cinque movimenti calcistici più evoluti d’Europa (Inghilterra, Germania, Francia, Italia, Spagna), di cui 16 nel Regno Unito e nove in Italia, con il Genoa che è passato pochi giorni fa da Enrico Preziosi al fondo 777 Partners (che si è preso anche il Siviglia e tratta altre società), mentre negli ultimi mesi la Spal è finita all’avvocato newyorkese Joe Tacopina (ex azionista del Bologna) e anche gli olandesi del De Bosch hanno preso idealmente l’aereo per l’America. Il 64% degli affari sulla rotta verso gli americani è avvenuto negli ultimi tre anni, un po’ perché le franchigie dei campionati major come Nfl, Nba ma anche Mlb e Nhl costano sempre di più, un po’ perché nel calcio europeo ci sono i margini, secondo gli americani, di fare profitti con la valorizzazione dei diritti televisivi. Dunque, tanti dollari americani nel calcio europeo, assai meno degli arabi, mentre si sono perse le tracce di acquirenti cinesi e sono pochissimi quelli dei milionari russi.

Newcastle-Arabia Saudita, l’affare indigesto

L’affare Newcastle al fondo sovrano saudita è costato circa 350 milioni di euro, con la prospettiva di investimenti a pioggia nella Premier League (in cui le proprietà inglesi sono appena cinque su 20), come avvenuto nell’ultimo decennio con il City Group, proprietario del Manchester City, magari partendo da Antonio Conte in panchina. Il fondo possiede capitali per 320 miliardi di dollari, 13 volte più ricco del City Group che ha monopolizzato il mercato inglese ed europeo. Il Newcastle in versione saudita in verità non è ben visto da tutti, in primis dalla Premier League perché a capo del fondo monetario arabo c’è quel Mohammed bin Salman, principe ereditario, intestatario della politica estera saudita, personaggio estremamente controverso, secondo un rapporto dell’Onu sarebbe il mandante dell’omicidio del giornalista dissidente Jamal Kashoggi, ucciso e poi fatto a pezzi nell’ambasciata saudita in Turchia nel 2018.

La rivalità con il Qatar

E non è stata una buona notizia neppure per il Qatar, rivale geopolitico dell’Arabia Saudita. Sempre il Qatar, che ospiterà gli assai discussi Mondiali nell’inverno del 2022, ha lanciato beIN Sports, la piattaforma di proprietà del presidente del Psg, Nasser Al-Khelaifi, detentrice dei diritti televisivi della massima serie inglese in Medio Oriente. Ora il Newcastle diventerà la vetrina dell’Arabia Saudita che prova con lo sport e lo sfarzo a ripulirsi l’immagine.

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