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Il richiamo di Visco sul debito, le rassicurazioni di Franco

La Giornata mondiale del risparmio è, tradizionalmente, un appuntamento finanziario. E anche gli interventi del Governatore della Banca d’Italia e del ministro dell’Ecomomia sono in genere più orientati alla materia finanziaria. Questa volta, però, e non poteva essere altrimenti, le parole di Ignazio Visco e Daniele Franco che pesano di più sono quelle sulla politica economica. C’è un tema che le lega: la necessità di ridurre il debito pubblico e, più in particolare, l’utilizzo dell’indebitamento per sostenere la crescita. Con un’appendice: prima o poi, più prima che poi, si deve tornare a guardare con più rigore ai conti pubblici.

La premessa di Visco è la stessa che utilizza spesso il premier Mario Draghi. “Il rilancio della crescita è anche la via maestra per ridurre il peso del debito, che costituisce un elemento di intrinseca fragilità della nostra economia”. Guardando a quello che è successo nell’ultimo anno e mezzo, c’è anche da dire che “il ricorso all’indebitamento è cruciale per contrastare crisi quali quella che stiamo attraversando” ma anche che “le misure di sostegno alla domanda non possono essere utilizzate per stimolare permanentemente l’attività economica”. Fare debito è una strada giusta, quando serve. “Si può ricorrere al debito per finanziare investimenti cruciali per l’attività produttiva, e in Italia certamente non mancano aree in cui occorre spendere di più, a partire dalle infrastrutture, dall’innovazione e dall’istruzione”. Ancora, “vi si può fare ricorso in condizioni congiunturali avverse per finanziare gli ammortizzatori sociali, e in situazioni di emergenza, come quelle determinate dalla pandemia, per consentire l’attuazione di interventi straordinari”. Questa, però, non può diventare un’abitudine: “di regola il debito non può essere impiegato a copertura delle spese correnti”.

Non a caso, Visco fa riferimento a uno dei temi più caldi in queste ore, le pensioni. “L’incidenza della spesa pensionistica continuerà a salire nel prossimo ventennio per effetto delle dinamiche demografiche. Per la stessa ragione anche la sanità e l’assistenza potrebbero richiedere un’estensione dei servizi offerti. Se il Paese deciderà di mantenere o ampliare il perimetro dell’intervento pubblico, occorrerà assicurare che gli interventi trovino adeguata copertura, evitando di finanziare aumenti permanenti della spesa in disavanzo, come è invece avvenuto in passato”. Detto ancora più chiaro: “Per evitare il riproporsi dei rischi di instabilità sperimentati in passato, superata la crisi sarà necessario accelerare il rientro, anche ricostituendo adeguati avanzi primari”.

Questo, anche perché le condizioni esterne sono destinate a cambiare. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, lo sa bene: “occorre essere pronti a una fase di aumento dei tassi che inevitabilmente accadrà nei prossimi anni, e qui occorre riacquisire avanzi primari come era prima del 2019”. Comunque, il numero uno di Via XX Settembre assicura che nel breve termine la politica di bilancio “rimarrà espansiva”.

Il pensiero va ovviamente va alla Legge di Bilancio. L’Italia esce “da un quarto di secolo di crescita anemica” e ora, “per intervenire sulla nostra crescita potenziale, bisogna avere in mentre tre aree di intervento: occupazione, produttività e dotazione di capitale”. Va considerato che “l’evoluzione dei prezzi dell’energia che può essere un ostacolo all’accelerare della ripresa”. Per questo “è un tema che resta aperto e dovremo individuare altri interventi”. Non poteva mancare l’accenno al capitolo fisco. “Un primo fronte su cui agire è quello del carico fiscale, abbiamo un cuneo fiscale molto ampio. Nel disegno di legge di Bilancio abbiamo portato le risorse disponibili a 8 miliardi, le modalità di attuazione di questo taglio al prelievo verranno definite nei prossimi giorni e settimane”. Per questo, dice, “E’ importante che il governo e il Parlamento lavorino insieme”.

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