Da un endorsement a un altro. Il mondo è profondamente cambiato, così come sono cambiati i protagonisti. Dal tweet di Donald Trump a sostegno di Giuseppe Conte, quello del famoso ‘Giuseppi’, alle parole di oggi di Joe Biden su Mario Draghi. Accostare i due passaggi vuol dire raccontare la trasformazione profonda avvenuta sia negli Stati Uniti sia in Italia.
“Stai facendo un lavoro eccezionale (letteralmente un informale ‘hell of a job’) qui! Dobbiamo dimostrare che le democrazie possono funzionare e che possiamo produrre un nuovo modello economico. Lo stai facendo”. Le parole di Biden, riportate da fonti di Palazzo Chigi, e la sintesi della replica di Draghi, “Grazie per il tuo sostegno alla nostra presidenza del G20 e per la tua determinazione nell’affrontare la transizione ecologica”, raccontano un faccia a faccia che va in archivio come il reciproco riconoscimento di un ruolo chiave nella delicata fase di uscita dalla crisi post pandemia.
Il 27 agosto 2019, l’ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump interveniva via Twitter a sostegno di Giuseppe Conte mentre erano in corso le consultazioni tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico, che portarono all’alleanza giallorossa e alla formazione del governo Conte 2. In quell’occasione Trump, storpiando Giuseppe in Giuseppi, si rivolgeva “al molto rispettato primo ministro della Repubblica italiana”, aggiungendo: “ha rappresentato in modo energico L’Italia al G7. Ama molto il suo Paese e lavora bene con gli Usa. Un uomo talentuoso che spero resti Primo ministro”.
Un endorsement che viene ricordato soprattutto per quel ‘Giuseppi’ che significava, insieme, la conferma della propensione alla gaffe di Trump e la superficiale e paternalistica ingerenza nella politica interna di un altro Paese. Oggi, Draghi è uno dei principali interlocutori di Biden in Europa e l’apprezzamento del Presidente degli Stati Uniti viene espresso sul lavoro fatto e il contributo alla costruzione di un nuovo modello economico. C’è una differenza non solo formale ma anche sostanziale.
