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Dazn, quando il passo indietro è inevitabile

Un passo indietro. Indispensabile, per non perdere la fiducia di chi paga un abbonamento, e inevitabile, per non compromettere definitivamente l’investimento fatto. Dazn rinuncia a modificare le condizioni contrattuali in corsa, impedendo la visione simultanea delle partite da due device diversi. Lo fa con una nota ufficiale, dopo la valaga di proteste dei clienti e dopo la convocazione, con richiesta di chiarimenti, da parte del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.

La scelta e le parole della società si prestano però a una serie di considerazioni sui fatti e sulla modalità con cui è stata gestita la vicenda.

Prima, la forma. Dazn ha fatto trapelare l’indiscrezione e poi, viste le reazioni, ha preso l’unica decisione disponibile. La nota ufficiale inizia con un riferimento alla fonte della notizia che, di fatto, non smentisce in alcuna maniera. “In riferimento a quanto riportato nei giorni scorsi da diversi organi di informazione, Dazn desidera precisare la sua posizione relativamente all’utilizzo dell’account legato al proprio abbonamento”. Il silenzio che è seguito alle indiscrezioni, durato giorni, ha reso quella decisione di fatto assunta. Poi, evidentemente, si è arrivati al passo indietro. “Fin dall’inizio del Campionato di calcio di Serie A abbiamo constatato un considerevole incremento di comportamenti non corretti che non può essere ignorato. Tuttavia, nel rispetto di coloro che usano in modo corretto la condivisione e con l’obiettivo di tutelare l’interesse dei nostri abbonati, nessun cambio verrà introdotto nella stagione in corso”.

Le parole che seguono suggeriscono che l’operazione di comunicazione sia stata costruita per portare comunque all’attenzione di tutti il tema e, di fatto, ‘preparare’ il cambiamento che, a questo punto, avverrà presumibilmente l’anno prossimo. “Auspichiamo che l’attenzione sollevata dalle indiscrezioni circolate, porti ad una riflessione seria e concreta sul tema degli abusi contrattuali e della pirateria, aspetti che riguardano tutto il mondo delle OTT e non solo DAZN”. Quindi, i buoni propositi in vista del confronto con il Mise. “Il nostro impegno continuerà ad essere costante e, come sempre, siamo pronti a lavorare insieme a istituzioni, autorità e con tutte le parti coinvolte e interessate. Approfondiremo questo discorso nel corso dell’incontro di martedì 16 novembre con il Ministro Giorgetti durante il quale illustreremo anche le proposte di rimodulazione e ampliamento delle nostre offerte con l’obiettivo di mettere al centro i consumatori”.

Il passo indietro di oggi non risove, e anzi rilancia, i dubbi su una gestione quantomeno ‘confusa’ del rapporto tra Dazn e la propria clientela. Prima il pessimo avvio, con problemi tecnici talmente seri da rendere il servizio offerto non fruibile. Poi i lenti ma progressivi miglioramenti, che non meritavano il tentativo di strappo di questi giorni. Mettere al centro i consumatori, come Dazn dice di voler fare, vuol dire innanzitutto rispettarne il diritto a vedere le partite con una qualità adeguata e garantire un servizio che, per ora, ha mostrato i pregi ma anche tutti i difetti dello streaming. Il tentativo di cambiare in corsa le condizioni con cui quel servizio viene offerto rientra a pieno diritto nella casistica dei passi falsi. Se possibile, aggravato da quella che sembra una strategia premeditata.

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