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Cashback, anche un problema di dati

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I rilievi della Corte dei conti, per pensare a riattivare il cashback serve una mappatura dettagliata. La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di novembre 2021.

Il cashback, che consiste in uno sconto con rimborso, è stato introdotto dal governo alla fine del 2020 per scoraggiare l’uso del contante e contrastare la piccola evasione fiscale. Tuttavia, è stato concepito in modo poco accurato e attuato in modo ancora peggiore: è stato troppo generoso, ha beneficiato gli operatori sbagliati e gestito con eccessiva cautela. Come risultato, la possibilità di una revisione del programma, su cui i tecnici del Ministero dell’Economia stanno lavorando dopo la sospensione avvenuta a giugno 2021, sembra difficile a causa della mancanza di dati sulle transazioni che consentano una decisione razionale.

Questo è quanto affermato dalla Corte dei conti in due documenti, il Rapporto 2021 sul coordinamento della finanza pubblica e il Giudizio di parificazione del bilancio dello Stato per il 2020. Sebbene depositati in primavera, questi documenti sono rimasti in gran parte inediti su questo particolare punto.

Pur condividendo l’obiettivo di aumentare la tracciabilità degli acquisti al dettaglio, i magistrati contabili evidenziano che “la soluzione adottata, che non opera alcuna distinzione tra i beni e i servizi oggetto delle transazioni e i soggetti che rendono la prestazione, appare poco convincente”. Infatti, il cashback è stato introdotto per tutte le categorie di venditori, mentre sarebbe stato preferibile “preferibile una soluzione che valga a privilegiare i pagamenti effettuati verso operatori medio piccoli prevedendo un incentivo differenziato tra grande distribuzione e piccoli operatori”. Nei grandi supermercati, infatti, l’evasione fiscale sugli scontrini è poco diffusa e non è necessario utilizzare incentivi per favorire i pagamenti digitali.

Queste sono le indicazioni che il Ministro dell’Economia, Daniele Franco, seguirà probabilmente. Durante un’audizione parlamentare tenutasi a ottobre riguardo al futuro del cashback, il Ministro ha accennato a un possibile cambiamento nella selezione dei partecipanti, senza fornire ulteriori dettagli in merito.

Oltre alle critiche per l’indirizzamento errato del programma e per l’eccessiva generosità delle ricompense, i magistrati contabili sono stati colpiti dal fatto che l’ex Ministro del Tesoro, Roberto Gualtieri, ha limitato le potenzialità dello strumento, afferma “1500 euro ai primi 100mila utenti per numero di operazioni nel semestre, appare eccessiva”

Il Ministero, infatti, ha rinunciato alla possibilità di ottenere una mappatura dettagliata dei venditori e delle dinamiche delle loro vendite grazie al tracciamento dei pagamenti. Questa mappa sarebbe ancora utile oggi per comprendere se il programma abbia funzionato e in che modo, nonché per riflettere sulla possibile riattivazione della misura.

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di novembre 2021. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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