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Lo Stato e il costo delle bollette

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La versione originale dell’articolo ‘Lo Stato e il costo delle bollette’ è disponibile sul numero di Fortune Italia di febbraio 2022.

Nella sua storia l’umanità ha conosciuto diverse transizioni energetiche. Dall’uso esclusivo delle proprie capacità muscolari alla trazione animale. Passando attraverso la rivoluzione del vapore, per giungere ai motori endotermici con uso esteso dei derivati del petrolio. Fino al ricorso alla energia nucleare. E il percorso non si è certo concluso. Ognuna di queste transizioni è stata guidata dall’evoluzione tecnologica e dalle modifiche nel sistema dei prezzi. Gli obiettivi di decarbonizzazione sui quali sempre più conviene la comunità internazionale sono il primo caso in cui la transizione energetica sarebbe invece guidata da una esplicita scelta politica.

Ma anche in questo caso non si può fare a meno del sistema dei prezzi. L’alternativa sarebbero i divieti; e in parte li si pratica. Ma i divieti da soli non bastano. Abbiamo troppa esperienza dei regimi proibizionisti per non sapere che alla lunga sono insostenibili e generano illegalità diffusa.

SE VOGLIAMO PIÙ ENERGIA prodotta da “fonti rinnovabili” è necessario che i suoi costi relativi, in rapporto all’energia da combustibili fossili, si modifichino.

Il modo più semplice è un’imposta generale sull’emissione di anidride carbonica. Se produrre energia attraverso un sistema che emette CO2 diviene relativamente meno conveniente, sarà più utile installare pale eoliche o pannelli solari, o investire in tecniche che mi consentano di ridurre i consumi di energia.

Ma una nuova imposta di questo tipo, e dell’entità necessaria a produrre gli incentivi necessari allo scopo, è molto impopolare. I cittadini vedrebbero salire drasticamente i costi delle bollette, del pieno di benzina della loro auto, e saprebbero esattamente con chi prendersela: con i politici che hanno deciso la nuova imposta.

ECCO PERCHÉ LA POLITICA sta scegliendo una strada alternativa. Ostacola, in mille modi e non tutti trasparenti, gli investimenti in ricerca e sviluppo di nuove fonti fossili. Ciò produce carenza nell’offerta di gas e petrolio, e ne innalza il costo. L’effetto sulla riallocazione dei consumi energetici è alla lunga eguale a quella che produrrebbe una “carbon tax”. Ma non è riconducibile immediatamente a una trasparente decisione politica, e quindi i cittadini non sanno con chi prendersela, almeno in prima battuta.

Sembra l’uovo di Colombo. Ma è una soluzione altamente inefficiente. Perché nel caso della carbon tax esplicita il rialzo nel costo dei combustibili fossili si tradurrebbe in un aumento delle entrate fiscali degli Stati. Che potrebbero usare queste risorse – per esempio – per alleviare la povertà energetica che seguirà a un aumento delle bollette, e che potrebbe travolgere il bilancio di tante persone meno abbienti. O potrebbe usarle per ridurre altrimenti il carico fiscale sui propri cittadini. La seconda strada invece, quella che introduce surrettizi limiti alla ricerca e allo sviluppo di fonti energetiche fossili, determina un aumento simile dei prezzi energetici, ma l’intero vantaggio viene trasferito ai produttori, senza alcun beneficio per i cittadini contribuenti.

EPPURE, SENZA CHE SI sia svolto un vero dibattito pubblico, più o meno ovunque nel mondo sviluppato si sta di fatto scegliendo la seconda strada. È il momento di fermarsi a riflettere. Ritornando seriamente a considerare l’ipotesi di una esplicita, semplice, trasparente, imposta generale sulle emissioni di CO2. Esclusivamente finalizzata a rendere meno conveniente il ricorso a combustibili fossili. Lasciando al sistema dei prezzi e all’evoluzione tecnologica il compito di scegliere quale altra tecnologia meno inquinante prevarrà

E impegnandosi a rendere ai cittadini le risorse provenienti dalla carbon tax, nella forma di sussidi a chi sarà chiamato a sostenere maggiori costi energetici e non è in grado di sopportarli, ovvero nella forma di generalizzata riduzione delle imposte sui redditi.

La versione originale di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di febbraio 2022. Trovate il magazine di Fortune Italia in edicola e online. Ci si può abbonare al magazine a questo link.

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