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Se Putin spegne Internet non è una buona notizia per il Made in Italy

La Russia che minaccia di spegnere Internet, azione difensiva per limitare i danni in caso di ulteriori sanzioni e di attacchi informatici, oltre che per silenziare l’opposizione interna sull’invasione in Ucraina. Un piano potenziale che non mette a rischio i sistemi informatici europei, compreso quello italiano.

“Quel documento del governo russo da mettere in atto entro l’11 marzo è stato interpretato erroneamente come la disconnessione della Russia da Internet, in realtà non avverrebbe tutto questo – spiega Antonio Capone, responsabile scientifico dell’Osservatorio Internet of things del Politecnico di Milano – il piano della Russia su Internet serve per portare via informazioni sensibili dai data center occidentali, portandoli su quelli realizzati in patria, dalle password delle aziende alle credenziali per accessi governativi e privati. Quasi tutte le aziende russe hanno piazzato dati personali sul cloud, quindi quel documento rivela soprattutto una strategia per premunirsi, se non si potesse più accedere ai server occidentali. Piuttosto, questo tipo di disegno, se venisse messo in pratica, mostrerebbe una certa debolezza russa a livello informatico che l’Occidente ha poco tenuto in conto in passato”.

Secondo il responsabile scientifico dell’ateneo milanese, un’eventuale chiusura di Internet in Russia avrebbe certamente un riflesso sui conti in Europa, sui mercati strettamente legati a quello russo. Un danno economico anche per l’Italia, con le aziende, soprattutto del lusso – il marchio di fabbrica del Made in Italy particolarmente caro ai russi – che perderebbero parecchia visibilità senza la vetrina della Rete. Un ulteriore colpo al fatturato (13 miliardi di euro annui, secondo le stime di Unimpresa) delle aziende italiane (in totale sono 130) che operano in Russia.

“Certamente l’applicazione eventuale del piano russo su Internet non sarebbe una buona notizia per molte aziende italiane, anche se altri Paesi sono più legati dal punto di vista commerciale con la Russia, tipo gli Stati Uniti, che hanno iniziato lo smarcamento dall’etere russo dalle prime avvisaglie di guerra”.

Dunque, la strategia difensiva della Federazione russa contro i recenti attacchi informatici potrebbe produrre conseguenze negative per l’economia italiana. Mentre non ci sarebbero particolari rischi, qualora il piano di disconnessione da Internet fosse messo in pratica, di attacchi hacker ad altri Paesi per ora finiti nella lista dei cattivi di Vladimir Putin, tra cui l’Italia: “Il livello di attenzione su eventuali minacce informatiche è così alto che nessuno in questo momento può pensare di violare i muri di protezione dei dati, la Russia era molto più pericolosa prima dell’invasione in Ucraina – aggiunge Antonio Capone – certo, tutto è possibile e in questa fase si possono solo interpretare i segnali, ma l’eventuale disconnessione da Internet del governo russo sarebbe un segnale di debolezza e non avrebbe nulla a che fare con una cyber guerra, anzi, una rete che si disconnette è un elemento in meno. Credo si stia dando troppo spazio all’idea di un conflitto informatico, il vero problema sono i carrarmati sulle strade ucraine, i morti tra i civili, il fuoco sugli ospedali pediatrici”.

In ogni caso, spiega il responsabile scientifico dell’Osservatorio Internet of things del Politecnico, l’Italia si è dotata di un adeguato sistema di sicurezza per tutelare i suoi dati. “Certamente ci sono paesi come Francia, Stati Uniti, Regno Unito che hanno investito maggiormente sui sistemi di protezione in caso di attacchi informatici, è sempre una questione di priorità da raggiungere, di obiettivi stabiliti in base alla disponibilità finanziaria”.

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