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Vini dell’Alto Adige: una qualità che travalica ogni confine

Un territorio che si snoda lungo le valli alpine, sugli altopiani più vocati, su pendii soleggiati di giorno e rinfrescati dalle brezze notturne di notte; ma allo stesso tempo anche scorci mediterranei e calde colline. Questo è l’Alto Adige, una delle regioni vinicole italiane più piccole (5.550 ettari vitati) che offre però un mosaico quanto mai complesso e variegato di territori, vitigni, microclimi che ne fa uno dei terroir più interessanti nel panorama del nostro Paese. Dal sole al ghiaccio, dai laghi ai terrazzi montani in pochi chilometri va in scena uno spettacolo naturale davvero irripetibile. In pochi chilometri, i paesaggi dell’Alto Adige cambiano il panorama, i climi, le matrici geologiche dei terreni.

La topografia delle aree viticole della regione è un quadro davvero variegato, un mosaico dalle mille tessere che aumentano a dismisura se andiamo a considerare anche i vigneti con le diverse esposizioni, le quote altimetriche, i microclimi eterogenei. Un terroir quanto mai differenziato quindi che permette che tanti vitigni trovino qui condizioni di crescita ideali. In Alto Adige vengono infatti coltivati oltre 20 cultivar diverse su terreni di varie conformazioni e a diverse altitudini. Questo permette alle oltre 200 cantine presenti sul territorio di offrire dei prodotti eccellenti, dall’origine inconfondibile e conosciuti nel mondo per la loro qualità.

Del resto, l’Alto Adige è l’unica zona di produzione italiana che abbraccia, con vini al massimo livello, tutto il ventaglio dei generi enologici. Ma non è sempre stato così. Fino alla fine degli anni ‘70, la produzione vinicola altoatesina era a trazione rossista, con i vini da schiava a farla da padroni. Col passare del tempo e col progresso degli studi agronomici, i vignaioli hanno però iniziato a puntare sempre di più sui vini bianchi, tanto che oggi questa terra è considerata tra le migliori aree italiane per la tipologia. Merito senz’altro della perizia tecnica di agricoltori ed enologi; ma anche di una tavolozza di vitigni davvero molto ampia e sfaccettata dove gli autoctoni fanno compagnia agli internazionali perfettamente acclimatatisi nelle varie sottozone.

Il clima presente in questa area vinicola, soleggiato ma fresco e ventilato, e la presenza di forti escursioni termiche tra il giorno e la notte favorivano la produzione di uve bianche dai profili aromatici intensi, fini ed eleganti, che in queste terre hanno trovato un terroir perfetto per affermarsi. Sono davvero tanti i vitigni a bacca bianca che portano nel mondo l’Alto Adige, della qualità alcuni dei quali rappresentano delle vere e proprie icone apprezzate e riconosciute in tutto il mondo: fra questi va ricordato il Sauvignon, il Gewürztraminer, lo Chardonnay o ancora il Pinot grigio.

Quella dei vini dell’Alto Adige è una qualità percepita perfettamente sia sul mercato nazionale che su quello internazionale visto che attualmente la quota export si attesta al 30% della produzione totale: “Per noi l’Italia è sicuramente un mercato fondamentale – spiega il Direttore Bernhart. – Il consumatore italiano è infatti di centrale importanza, è un consumatore che ama bere vino di qualità e che conosce e apprezza l’estrema abbinabilità dei vini altoatesini con i piatti della cucina italiana ma anche internazionale. È per questo che il Consorzio ha deciso che i nuovi pilastri della strategia di comunicazione per questo 2022 debbono essere la valorizzazione della qualità del vino altoatesino e l’affermazione nel segmento premium. Parallelamente non abbiamo mai smesso di lavorare sui mercati internazionali in cui negli ultimi anni si sono registrati numeri importanti a livello di esportazioni.

I vini dell’Alto Adige sono infatti ampiamenti apprezzati all’estero e importate è sempre stato (e lo è ancor più oggi) il lavoro di promozione che porta avanti il Consorzio Vini Alto Adige al fine di supportare il brand Vini Alto Adige. Germania, Austria, Svizzera, Inghilterra, Paesi Bassi, ma anche Stati Uniti, Russia, Cina, Canada e Giappone sono solo alcuni dei Paesi in cui il Consorzio sta lavorando al fine di far conoscere e diffondere la ricchezza enologica che sa offrire il territorio vitivinicolo altoatesino. È anche grazie all’intensa attività di promozione messa in campo in questi anni che i mercati esteri hanno tenuto durante il biennio 2020-2021, riconoscendo ai nostri prodotti un’unicità e una personalità inimitabile”.

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