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La qualità del caffè? Chiedilo alla blockchain

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Dopo aver deciso di accettare criptovalute per gli acquisti, Caffè Barbera si è affidato al mondo digitale per certificare la filiera dei suoi prodotti. La versione originale di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di aprile 2022.

Prima un caffè pagabile con criptovaluta. Ora l’uso di una piattaforma in blockchain per provare ai consumatori la qualità della filiera della produzione, dall’estrazione alla macinazione sino alla torrefazione, poi spedizione e scadenza del prodotto. Caffè Barbera è un’azienda di Napoli con oltre 150 anni di storia e con interessi commerciali in quasi 60 Paesi. Fatturato nel 2021 da 15 mln di euro, in crescita del 29% rispetto al 2019. Le parole chiave del processo produttivo sono trasparenza, qualità, tracciabilità, sostenibilità. “Abbiamo deciso di certificare la nostra filiera, la volontà è informare la clientela su tutti i passaggi che portano alla produzione del prodotto”, spiega Elio Barbera, Managing director di Caffè Barbera. Qualche mese fa Barbera ha siglato una partnership con un’azienda neozelandese, TrackGood, che ha fornito la piattaforma blockchain per registrare e autenticare documenti, certificati e foto della filiera produttiva di tre miscele diverse di caffè. Un percorso per l’autenticità, verificabile dai consumatori. Si tratta anche della prima azienda italiana che consente ai vari protagonisti della filiera di caricare in modo indipendente i ‘documenti’ della loro produzione sulla piattaforma blockchain.

“Per i clienti c’è un viaggio da portare a termine, si parte scannerizzando con lo smartphone il QR Code che si trova sulla confezione del prodotto. Potranno così verificare che l’intera produzione è biologica, sostenibile, dalla piantagione in Etiopia al processo di torrefazione”. Dunque, la certificazione della filiera bio del caffè attraverso l’uso della tecnologia: “La grande novità è il processo decentralizzato di caricamento dei documenti sulla piattaforma, che non viene effettuato dall’azienda ma dai vari produttori, che registrano in autonomia foto, documenti, attestati sul loro contributo alla produzione – racconta Barbera – Il progetto di TrackGood è quello di lanciare una criptomoneta che sarà utilizzata come ricompensa per i produttori che caricano ‘prove’ del loro lavoro bio sulla blockchain, un incentivo alla produzione responsabile, sostenibile”.

La scelta di Caffè Barbera sulla tracciabilità è una password per arrivare al cuore dei consumatori e per mostrare l’alta qualità del prodotto, elemento indispensabile soprattutto ora che l’invasione russa in Ucraina ha messo in moto la spirale dei prezzi alle stelle di grano, frumento, materiale che l’Italia importa soprattutto dall’Europa orientale. “I clienti sono sempre più attenti, più curiosi, l’attenzione alla sostenibilità dei prodotti e alla richiesta della provenienza è stata alimentata dalla pandemia, che ha imposto un nuovo modo di vivere, di prendersi cura di se stessi. È un processo definitivo, non si torna indietro”, riflette Barbera. Un pensiero certificato dal recente studio Censis/Coldiretti, secondo cui il 62% dei consumatori italiani si è detto pronto a pagare un prodotto anche il 10% in più del prezzo pur di garantirsi la tracciabilità della produzione. Ed è alto anche il livello d’attenzione sulla sostenibilità: l’88% degli italiani è disposto a pagare di più per il cibo sostenibile che non inquina, prodotto con logica da economia circolare, l’83% lo farebbe per avere prodotti tracciabili e il 73% per acquistare una specialità proveniente da un determinato territorio. E anche per questo, dai mercati contadini fino al web, la pandemia ha spinto quasi otto italiani su dieci (il 79%) a cercare di instaurare un rapporto stabile con un agricoltore per garantirsi cibo sicuro, sano e di qualità. Il risultato è che il valore della vendita diretta dagli agricoltori è salito a 6,5 mld di euro e coinvolge ormai oltre un’azienda agricola su cinque.

Per Caffè Barbera, l’investimento sull’innovazione tecnologica è la chiave per essere vincenti su un mercato così legato a dinamiche tradizionali come quello del caffè. Lo scorso anno c’è stata l’accelerazione sull’uso della criptomoneta per pagare gli ordinativi, ora il brand napoletano accetta 30 monete digitali sul sito Caffebarberashop.com. Per Barbera “è stata una decisione anche per richiamare una certa attenzione sul nostro marchio, una scelta che ha prodotto risultati, specie all’estero, dove si concentra il 60% del nostro fatturato. Il digital payment rappresenta il futuro anche per il mercato del caffè”.

La versione originale di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di aprile 2022. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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