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Petroltecnica, dal cuore della Romagna, ha lanciato un nuovo progetto contro l’inquinamento. Obiettivo: liberare bacini fluviali e corsi d’acqua dai rifiuti. La versione originale di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di aprile 2022.

Le tecnologie forse non possono fare miracoli, ma restano tra i nostri principali alleati per rispondere alla sfida ambientale. L’ennesima conferma è arrivata da Rimini, mentre la guerra in Ucraina faceva suonare il campanello d’allarme sul futuro della nostra transizione ecologica, inevitabilmente esposta alla volatilità del mercato dei combustibili fossili e del gas in particolare. Nel porto canale, all’altezza dell’antico Ponte di Tiberio, uno dei monumenti simbolo della città di Fellini, Petroltecnica ha vinto un’altra delle sue ‘guerre’ contro l’inquinamento sperimentando con successo un nuovissimo sistema di barriere mobili cattura-rifiuti per bacini fluviali e corsi d’acqua. È questa l’ultima di una serie di eco-innovazioni partorite a Coriano, nel cuore della Romagna, quartier generale di una società che dagli anni ’80 è cresciuta a ritmo costante, guadagnandosi sul campo una leadership nazionale per le sue soluzioni d’ingegneria ambientale, per i sistemi di recupero e trattamento di rifiuti e, non da ultimo, per i suoi famosi robot che sostituiscono l’uomo nelle operazioni di bonifica ad altissimo rischio.

Duecento dipendenti divisi in quattro diverse sedi, che permettono al pronto intervento ambientale del gruppo di coprire tutto il territorio nazionale. Otto tecnologie brevettate nel mondo, a partire da quelle pensate e progettate secondo l’approccio ‘no man entry’, per la sicurezza operativa degli addetti alla bonifica dei siti più inquinati. Una media di centomila tonnellate di terreni rigenerati l’anno e oltre quattro milioni di litri d’olio recuperati in acqua, sempre su base annua. Sono numeri che permettono oggi a Petroltecnica di guardare all’urgenza della transizione ecologica come un passaggio inderogabile, nonostante la drammaticità del conflitto in atto. Un passaggio che pone senza dubbio sfide, ma può racchiudere anche molte opportunità. “Puntare sulle tecnologie che abbiamo per ripulire il pianeta è un percorso obbligato – dice Peo Pivi, presidente e amministratore delegato della società – La ricerca, settore in cui ci siamo sempre impegnati, in questo senso svolge oggi un ruolo ancora più cruciale”. Aggiunge che “storicamente i più grandi salti in avanti sono sempre stati compiuti dopo le guerre”.

Pivi è abituato per sua naturale inclinazione a volgere in positivo i problemi: “Se saremo bravi, dice, anche dal dramma immenso che stiamo attraversando, potremmo ricevere lo stimolo per fare ancor meglio in futuro e continuare a innovare, magari superando i tanti ostacoli quotidiani che una burocrazia ancora troppo complessa ci pone”. Oggi, confida, nel settore “c’è ancora la tendenza a guardare la pagliuzza, e far finta di nulla quando c’è una trave di mezzo”. Una situazione, questa, che ha spesso rallentato i processi innovativi. Ma non è detto che continuerà così. L’annuncio del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani di un nuovo piano energetico per l’Italia, che punterà sul raggiungimento dell’autosufficienza in due anni attraverso un nuovo mix di approvvigionamento per il nostro Paese, potrebbe rappresentare quello ‘stimolo’ di cui parla Pivi. Non a caso, infatti, il piano dovrebbe includere un maggiore contributo delle rinnovabili e un rafforzamento complessivo del cosiddetto terzo pilastro della strategia per decarbonizzare il Paese: il ripristino degli ecosistemi. Petroltecnica sembra quasi chiamata in causa. Le barriere antirifiuti, prima di essere installate a Rimini, erano state sperimentate con successo nel Tevere, nel 2019.

E dopo la sperimentazione – 2300 chili di rifiuti galleggianti raccolti in una manciata di mesi – la Regione Lazio ha scelto di continuare a sostenere il progetto, addirittura chiedendo l’installazione di una seconda barriera, nell’Aniene, il principale affluente del Tevere. Il risultato è che oggi i sistemi Petroltecnica sono a pieno regime e consentono di raccogliere fino a cento chili di rifiuti al giorno nei due fiumi. Circa una trentina di tonnellate l’anno tra bottiglie, plastiche e altri inquinanti che oggi non finiscono più in mare. A Rimini è stato installato, con il sostegno dell’amministrazione comunale e della Regione Emilia-Romagna, un altro sistema modulare progettato ad hoc per la foce del deviatore del fiume Marecchia e per l’invaso sotto il Ponte di Tiberio, che confluisce nel porto canale. Un’installazione mai sperimentata in altre parti d’Italia o del mondo, che include moduli attivi e passivi: un sistema di raccolta che sfrutta, come nei fiumi laziali, la corrente per convogliare e ‘intrappolare’ grazie alle barriere, le plastiche disperse nell’acqua, e un secondo sistema di barriere più piccole, che integra le barriere acchiappa-plastica poste alla foce del fiume, e si basa su una nuova tecnologia brevettata da Petroltecnica a livello internazionale.

Si tratta della barriera galleggiante I_Catsorb (“io catturo e assorbo”) progettata per gli specchi d’acqua chiusi e per gli ambiti portuali, che blocca, trattiene autonomamente e filtra i piccoli rifiuti galleggianti come le microplastiche, gli idrocarburi e i detersivi presenti nelle acque che fluiscono sotto il Ponte di Tiberio. Il progetto salva-acque riminese, inaugurato lo scorso agosto, ha permesso di recuperare in appena sei mesi circa 200 bottiglie di vetro, 200 litri di acqua inquinata da idrocarburi e 1,5 metri cubi di plastiche. Oltre a mozziconi, arbusti e oggetti vari. Risultati impressionanti se paragonati alle dimensioni piuttosto esigue dell’invaso e della foce del fiume dove le barriere sono state posizionate, senza peraltro richiedere investimenti esorbitanti. Installazioni di questo tipo possono costare decine di migliaia di euro – fa sapere Petroltecnica – ma i risultati ottenuti in termini di qualità delle acque e contenimento del loro degrado organico sono incalcolabili. Cosa che non è sfuggita ad altre amministrazioni e infatti oggi Petroltecnica sta studiando soluzioni anti-rifiuti, questa volta su richiesta delle Regioni Lombardia e Marche.

La versione originale di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di aprile 2022. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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