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Investire in tempi di crisi: “Nessuna alternativa credibile all’equity”

Su come investire in questo periodo parla Matteo Benetti, Dg Banca Euromobiliare e responsabile Credem Private Banking: “Non ci sono alternative credibili all’equity”. La versione originale di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di maggio 2022.

Pandemia, crisi delle supply chain, volatilità dei mercati tecnologici, guerra. Per ogni settore del mercato, dalle tradizionalmente solide commodity agli iper-valutati titoli tech, c’è una crisi. Come scegliere allora cosa fare dei risparmi sul conto in banca? Secondo Matteo Benetti, Dg Banca Euromobiliare e responsabile Credem Private Banking, lasciare i soldi fermi continua a essere una scelta poco saggia, inflazione o no.

Dove si può e si dovrebbe investire, in un periodo del genere?

Partiamo da una considerazione, le asset class che presentano maggiori criticità al momento sono soprattutto il monetario e l’obbligazionario. Il cash aveva già, prima delle forte pressioni inflazionistiche, rendimenti negativi e, nel nuovo contesto di fiammata dei prezzi, lasciare i propri risparmi parcheggiati sul conto corrente significa condannarli sicuramente a un’erosione molto forte del potere di acquisto anche nel breve periodo. Le obbligazioni, sia sul versante governativo sia su quello corporate, stanno attraversando una delle loro peggiori crisi dal dopoguerra. Misurato attraverso l’indice Bloomberg global aggregate index, stiamo parlando di una perdita dell’11% da gennaio 2021. Nello stesso arco temporale, l’indice MSCI World azionario presenta un rendimento positivo superiore al 10%. Un differenziale molto rilevante che pesa sulla performance dei portafogli sui quali non è stato effettuato un lavoro di riasset. Motivi per cui al momento non vediamo alternative credibili all’equity, storicamente l’asset class che meglio protegge dall’inflazione. Anche in un contesto bellico e di tensioni sulle materie prime che penalizzano le prospettive di crescita, ma non azzerano gli impatti positivi che avranno i piani come il Pnrr su molti settori e molte aziende.

Matteo Benetti, Dg Euromobiliare

Avete affermato che il gradimento dei risparmiatori per le tematiche Esg è confermato dall’aumento delle masse gestite allineate agli articoli 8 e 9 della normativa Sfdr (il regolamento Ue sulla sostenibilità dei servizi finanziari), che hanno raggiunto i 2,1 mld di euro, sui vostri 15 totali. L’Esg avrà un peso ancora maggiore?

Pensiamo che l’Esg non sia una moda ma una tendenza di lungo periodo. Gli investimenti sostenibili sono stati a lungo penalizzati dal ruolo satellitare che hanno svolto nella costruzione dei portafogli. Oggi molti clienti chiedono che le logiche di sostenibilità rientrino in quelle ‘core’ di allocazione dei loro investimenti e l’intera industria si sta attrezzando per applicare in modo sempre più stringente ai driver di scelta dei Paesi, settori e aziende dove investire. In queste settimane abbiamo ulteriormente ampliato il nostro catalogo con un fondo in delega a Pictet Asset Management che lavora sulle grandi transizioni dell’economia attuale, a partire da quella energetica, che sta riscuotendo molto interesse da parte di banker e clienti.

Qual è l’impatto delle crisi che stiamo vivendo sull’Esg? I risparmiatori continuano a ritenerlo una priorità?

A questa domanda specifica, rivolta ai nostri private banker, nel corso di una recente trasmissione Market Trends, il 76% ha risposto che la crisi rappresenterà un acceleratore delle trasformazioni in atto. E come dare loro torto? Al di là delle possibili soluzioni tattiche di ripiego, non c’è alcun dubbio che andiamo verso un mondo più green, alla ricerca di soluzioni di sviluppo più sostenibili e di logiche di governance delle aziende sempre più trasparenti e orientate alla crescita di lungo periodo.

La versione originale di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di maggio 2022. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

 

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