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Ucraina, tra sanzioni e strategie l’analisi di Emine Dzhgapar

Emine Dzhgapar

L’Ucraina intende contenere la guerra, per evitare che si diffonda nel Continente europeo. Emine Dzhgaparova, viceministro agli affari esteri dell’Ucraina in visita a Roma, ricorda che sono già passati 90 giorni dall’inizio del conflitto. “Noi stiamo combattendo una guerra non solo per difendere i territori, ma anche per i principi di cui abbiamo cura, primo quello della libertà”.

LE SANZIONI

“Dobbiamo indebolire la Russia con le sanzioni. Sembra che Putin non le consideri importanti, ma la realtà è ben diversa e le perdite che ne sono derivate sono già state deleterie.  Spero che presto si dia il via libera al sesto pacchetto di sanzioni, che è in fase di discussione, ed è stato bloccato da alcune nazioni, come l’Ungheria. Dal canto suo la Russia sta facendo di tutto per annullarle. È importante programmare un embargo energetico. Da quando è cominciata la guerra e fino ad oggi, la Russia ha guadagnato 63 miliardi di euro dall’esportazione di carburante fossile, e 44 miliardi sono giunti dall’Europa, che paga tutti i giorni 600 milioni di euro per il rifornimento energetico, e se questo dovesse continuare non ci sarà modo di fermare il conflitto. È necessario l’embargo per l’energia, ed è indispensabile escludere tutte le banche russe dallo Swift, il sistema internazionale delle transazioni bancarie, che per a marzo ha riguardato 7 istituti, lasciando fuori la strategica Gazprombank, attraverso cui passano i pagamenti del gas russo in arrivo in Europa, ed anche la Sberbank – il primo gruppo bancario russo – che ha però lasciato volontariamente il mercato europeo, come aveva reso noto l’agenzia russa Interfax. Il 70% dell’export energetico russo è trasportato via mare, o con con pipeline se si tratta di gas e petrolio, e su rotaia  per il legno, carbone, etc. La Russia dipende invece dal trasporto aereo per l’export del comparto tecnologico, e bisognerebbe bloccare  le compagnie di bandiera russe ed impedire la vendita di prodotti di tecnologia provenienti dalla Russia.

TRE MESI DI CONFLITTO

“Il 24 febbraio Dmytro Kuleba, il ministro degli Esteri ucraino stava rientrando da New York, c’era un meeting programmato per le 15. Scherzando ho proposto di andare a cercare il rifugio anti-aereo costruito nel ministero all’epoca della guerra fredda, per difendersi dalle bombe americane. Abbiamo trovato il rifugio, facevamo dell’ironia sul fatto che l’avremmo dovuto equipaggiare, per esempio con dello champagne – ricorda la Dzhgaparova – Quella stessa mattina, dal mio ufficio al sesto piano, la splendida vista di Kiev è stata oscurata dalla presenza dei caccia russi. Siamo tornati subito nel rifugio antiaereo, nessuno scherzava più, eravamo tutti ammutoliti, avevamo capito che la guerra era iniziata”.

IMPARARE DAL PASSATO

Dzhgaparova vede nella strategia russa un disegno preciso, che affonda le radici nella storia delle mire nei confronti della Crimea, fin da Caterina II, da cui Putin sta in qualche modo ‘mutuando’ l’idea di chiudere tutti gli accessi al mare dell’Ucraina, il che giustificherebbe il recente nuovo attacco ad Odessa.  “Stalin, nel 1944, ha deportato milioni di ucraini, giustificando l’atto di forza come la volontà di sterminare i terroristi. Ed anche Putin, ora, dice di voler distruggere i terroristi ucraini”.

Un altro passaggio storico strategico è quello della rivoluzione Ucraina del 2014 nei confronti dell’allora presidente filorusso Viktor Yanukovich (per cui è stato spiccato un mandato di arresto qualche giorno fa ndr.) “All’epoca lavoravo come giornalista, ed ho girato il paese per intervistare le truppe, i militari erano shoccati. Di fatto  l’Ucraina si era compattata come nazione, ma non era riuscita ad esprimere una sua leadership, cosa che invece è fortunatamente  accaduta ora, con Zelensky”.

Più di 12 milioni sono i rifugiati che, a causa della guerra, hanno lasciato l’Ucraina, innumerevoli i dispersi. “La nostra gente, inaspettatamente, ha dimostrato uno straordinario coraggio. Quando mi chiedono perché Putin ci ha attaccato, rispondo che lui vive in una dimensione non reale. Esercita un potere incontrastato da 20 anni, ma è isolato, i suoi fedelissimi temono per la loro incolumità, e nessuno contraddice le visioni di questo moderno Zar”.

L’INFLUENZA COGNITIVA

La forza della propaganda russa è uno degli elementi chiave, secondo la vice Ministra Ucraina che, da ex giornalista, ha le idee ben chiare rispetto al valore dell’influenza cognitiva “è come le radiazioni, non le vediamo ma producono effetti deleteri”, ed invita quanti abbiano conoscenti o parenti in Russia, a fare un esperimento: “Provate a mandargli foto, testimonianze, di quello che l’esercito russo sta facendo in Ucraina, non funzionerà. Loro hanno una sorta di culto religioso, credono solo a quello che dice Putin, a quello che vedono in tv”. Il 74 % del popolo russo sostiene l’invasione dell’Ucraina “ed è un dato con cui bisognerà fare i conti a guerra finita”.

Una delle prime azioni strategiche compiute dall’esercito russo in Ucraina è stata quella di distruggere i ripetitori per la diffusione delle trasmissioni televisive locali. “Sono 86 le emittenti russe trasmesse in Ucraina, e meno di 30 quelle locali”. Una sproporzione che si giustifica, anche, nella volontà di esercitare il controllo mediatico, perpetrando la narrazione russa della fratellanza e della protezione nei confronti del popolo ucraino. Per questo nessuno si aspettava davvero un conflitto. Anche io, per fare una sorta di esperimento,  avevo cominciato a guardare solo i canali russi, e dopo due settimane ho cominciato io stessa a dubitare delle mie convinzioni”.

I NEGOZIATI DI PACE

Putin non accetta la negoziazione, perché la considera un segno di debolezza. “I primi negoziati di pace si sono svolti così: i russi hanno aperto delle mappe sui tavoli, indicando i punti in cui ci avrebbero annientato, in massimo tre giorni”. Quando è cominciata la resistenza, e solo allora “La Russia ha cominciato davvero a considerare la mediazione. Mosca ha già fallito, rispetto al suo programma che prevedeva una resa lampo dell’Ucraina. Ovviamente i russi negano e sostengono che ogni azione compiuta rispetti il loro programma originario, ma sappiamo bene che Putin ha sbagliato i suoi calcoli iniziali Bisogna anche fare attenzione ai messaggi di propaganda politica, nel settore dei media. L’Italia andrà alle elezioni nel 2023, giusto? La Russia è molto presente in Italia, è una questione di soldi, e dobbiamo essere consapevoli di queste influenze”.

QUESTIONE UE E NATO

Dzhgaparova parla anche della richiesta fatta da Zelensky affinché l’Ucraina entri a far parte dell’Unione Europea: “Non siamo i ladri che cercano di entrare dalla porta posteriore, noi siamo efficienti nelle nostre riforme, ogni livello è stato riformato, salute, economica. Io so che se c’è una volontà politica c’è una strada che porta ad un successo. Alla fine di giugno i leader europei decideranno del futuro della mia nazione, ed io spero che diano il via libera al processo di adesione”.

E per quanto riguarda la Nato? “La Finlandia e la Svezia inizieranno a discutere il loro ingresso nella Nato, proprio a seguito del conflitto russo-ucraino. Nessuno può immaginare cosa succederebbe se lo facesse la mia nazione. Ma questo è un evento straordinario, e come dice il mio Presidente, gli eventi straordinari hanno bisogno di una strategia straordinaria. La mia formula è survival, revival, arrival, e lo stiamo facendo, stiamo facendo un buon lavoro. Noi siamo una nazione digitale e libera”.

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