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Legno-arredo, Calia: la filosofia zero rifiuti e un mercato globale

La pandemia ha dato rinnovata attenzione al living, mettendo al centro la casa. Le strategie di Calia Italia. La versione originale di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di maggio 2022.

Pandemia e sostenibilità muovono l’economia delle imprese nel comparto legno-arredo lucano che punta tutto sull’export, arrivando a registrare +35,1% e +11,2% nel terzo e quarto trimestre del 2020. America, Inghilterra, Francia, Belgio, Cina e Germania sono stati i mercati di riferimento di questa crescita indotta dai nuovi stili di vita e dalla maggiore attenzione al living, grazie al ruolo centrale rivestito dalla casa per effetto della pandemia. L’impennata dei prezzi delle materie prime, però, ha causato nel 2021 rallentamenti strutturali nelle forniture e nelle produzioni, con probabili ricadute sul costo del prodotto finito. “Il contenimento dei costi è diventata una delle strategie per il rilancio delle imprese”. Saverio Calia, direttore generale marketing e sviluppo di Calia Italia, traccia la linea per la ripresa delle aziende del settore.

Il Gruppo Calia Trade, che comprende anche uno spinoff dedicato alla logistica, ha registrato un aumento di fatturato del 20% nel 2021, attestandosi a 90 mln di euro, con una crescita di oltre il 100% in Usa e del 70% in Uk. “Ricerca e sviluppo applicate al design possono consentirci di ottimizzare i costi, la progettazione deve però essere guidata da una filosofia ‘zero rifiuti’. Noi stiamo lavorando, ad esempio, alla progettazione di un prodotto che, al termine del suo ciclo di vita, possa essere smontato e riutilizzato nel processo di produzione. Questo nell’ottica dell’attenzione per l’ambiente e del rispetto per l’uomo”.

Calia Italia è riuscita a perseguire questo obiettivo di riciclo con un prodotto in particolare, “u Strozz”, un pouf realizzato con materiali di scarto. Tessuto, pelle, poliuretano, legno… quello che prima andava in discarica ora è reinserito nel ciclo produttivo. “Lo straccio, nella tradizione materana, aveva già avuto una sua vita. Si trattava di camicie o di lenzuola che, ormai usurate, venivano poi utilizzate per lavare per terra o spolverare” racconta Calia, attingendo ai ricordi tramandati dai suoi genitori. La filosofia del riuso viene quindi attualizzata in questo progetto di design, che prende un materiale di scarto e di recupero, apparentemente senza valore, e lo reinserisce nel ciclo produttivo. Progettare con l’obiettivo del riciclo consente di operare in ottica di economia circolare.

E questo paga particolarmente sui mercati internazionali, che sono molto sensibili ai temi green, e premiano le scelte produttive sostenibili. “Calia Salotti nasce negli anni ’60 del secolo scorso, grazie a mio padre Liborio, ragazzo di bottega che ha progettato un primo modello di divano con testata e piano rialzabile, concepito come cassetto di un mobile. Un modello che ha consentito all’azienda di imporsi sul mercato nazionale e, dagli anni ’80, anche internazionale. Il mercato francese è stato il primo in cui siamo approdati, con grande successo”.

Oggi Calia Italia, che ha scelto di proporre il tema del Made in Italy anche nel naming, è presente in quasi 100 Paesi in tutto il mondo, con un’incidenza dell’export dell’80% sul fatturato totale. Fra i mercati emergenti, anche la Russia. “Con punti vendita a marchio, aperti subito dopo la pandemia, avevamo ottenuto un ottimo posizionamento a Mosca. Loro continuano a vendere, ma a causa della guerra non possiamo consegnare e ci sono diversi problemi legati ai pagamenti”.

Al di là del dettaglio di cronaca, negli anni l’azienda ha costruito il suo piano di espansione sui mercati esteri, studiando le peculiarità dei singoli target. “Noi siamo in un segmento medio e, come per l’abbigliamento, il casual, la proposta comincia ad assomigliarsi tutta. Restano però alcune peculiarità legate a richieste specifiche, a cui diamo risposta grazie al nostro centro di R&D interno”. Un esempio? Il mercato americano solitamente sceglie la seduta comoda, extrasize, in cui sprofondare. Ma in America vive una nutrita comunità messicana, caratterizzata da costituzione fisica minuta.

“Questo ci ha portati a studiare una proposta specifica, che prevede che i prodotti siano ridimensionati, di fatto più piccoli, pur se destinati al mercato americano. Il Giappone chiede sedute di 36 cm di altezza, e in Europa la media è 45 cm. Quindi anche se il modello di design è identico, le dimensioni diverse gli conferiscono un layout completamente differente”. La produzione di Calia Italia è, per volere della proprietà, accentrata tutta a Matera. Questo fa della logistica un asset strategico. L’azienda si è dotata di un centro di smistamento a Ferrandina, a 35 km da Matera, che può raccogliere fino a 10.000 sedute e smistarle in tutto il mondo. La Basilicata sconta però il fatto di essere un territorio dotato di poche infrastrutture: Matera non è raggiunta dal servizio ferroviario nazionale, ad esempio. “Di conseguenza la distribuzione dei nostri prodotti avviene prevalentemente su gomma, per il mercato europeo, mentre per raggiungere l’Oriente e l’America ci si avvale del trasporto marittimo.” Il porto più vicino è quello di Taranto, ma spesso i container partono da Genova, o Rotterdam, in base alla destinazione finale.

“I numeri della ripresa, che nel ’21 hanno fatto registrare un ottimo +30% rispetto all’anno precedente, a causa delle nuove congiunture internazionali saranno al ribasso nel prossimo anno. Intanto puntiamo anche sul mercato nazionale. Le grandi fiere internazionali sono state sospese, e lo sono tutt’ora. Calia Italia è presente nelle maggiori fiere in tutto il mondo. La ‘Moebel Messe’ di Colonia, che si tiene a gennaio, è stata annullata anche nel 2022, causa Covid. Noi ricominceremo dalla fiera del mobile di Milano, che è stata spostata a giugno proprio per la pandemia.

Con la globalizzazione siamo sempre più nel mondo e meno nei nostri quartieri”, ma la strada della ripresa dell’export riparte, a quanto pare, dal mercato domestico.

Il comparto degli imbottiti tra import ed export

Secondo i dati preconsuntivi, di poco sotto il 30% (+29%) la variazione del fatturato alla produzione del comparto degli imbottiti, che recuperano e superano i livelli 2019 (+20%). A sostenere la ripresa è in particolare l’export (+35,3% sul 2020, +24% sul 2019), che arriva così a rappresentare il 60% del fatturato complessivo. Francia, Stati Uniti, Cina e Belgio sono, tra i principali sbocchi commerciali, i mercati che manifestano i maggiori incrementi. Positive anche la produzione per il mercato italiano (+20,6% in valore). In deciso aumento l’import (+39,8%), con un impatto sul consumo interno apparente, che cresce sia sul 2020 che sul 2019. In netta crescita le importazioni da Cina, Romania, Polonia e Croazia.

La versione originale di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di maggio 2022. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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