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L’eredità di Leonardo Del Vecchio

EssilorLuxottica Il vicepresidente e Ad di Luxottica, Francesco Milleri (s), e il presidente di Luxottica, Leonardo Del Vecchio all' assemblea degli azionisti , Milano 19 aprile 2018. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

Famiglia originaria di Trani, emigrato a Milano, orfano di padre fruttivendolo in tenera età, ha realizzato il suo sogno industriale nel cuore delle Dolomiti, ad Agordo, un paesino di 4mila anime che agli inizi del ‘900 era centro minerario d’eccellenza del Paese. In questo delizioso comune del Bellunese oggi c’è il cuore di Luxottica Spa, azienda che produce e commercializza montature, lenti e occhiali da vista e da sole, presente in oltre 150 paesi e cinque continenti.

Leonardo Del Vecchio, spentosi a 87 anni al San Raffaele di Milano, è l’incarnazione del sogno italiano. Un uomo che dal nulla ha costruito un impero economico globale sulle macerie del dopoguerra.

L’imprenditore multimiliardario milanese che ha trascorso i primi 7 anni della sua infanzia nelle spoglie camerate dei Martinitt, orfanotrofio di Milano in cui venivano accolti bambini abbandonati, ha una storia personale e imprenditoriale leggendaria.

L’eredità che lascia Del Vecchio non consiste solo nei 28 miliardi circa di dollari del suo patrimonio personale, ma soprattutto nelle società quotate in Borsa a Milano, Parigi, Lussemburgo e New York, nei siti produttivi e nei 9mila negozi sparsi nel mondo che occupano oltre 80mila dipendenti e producono un fatturato annuo di circa 10 miliardi di euro.

C’è poi la gestione dei rapporti col gruppo francese Essilor. Dal 1º ottobre 2018, Luxottica Group S.p.A. è una controllata della holding EssilorLuxottica, che dal 5 marzo 2019 ne detiene il 100%.

L’altra grande ricchezza di Leonardo Del Vecchio è il capitale umano delle sue aziende. Da 60 anni “Leo”, così amavano chiamarlo ad Agordo i suoi amici, assume solo. Non ha mai licenziato un dipendente, anzi migliaia di questi sono diventi soci delle sue aziende, ne hanno acquistato azioni e dunque godono dei dividendi delle attività che vanno a gonfie vele. Lui, Leonardo, invece, è entrato come socio nelle stanze che contano del capitalismo italiano: da Generali a Unicredit, dove ha sempre riservatamente denunciato malversazioni, orrori, errori e pigrizie del sistema creditizio nazionale.

Chi prenderà il posto di Leonardo Del Vecchio? Chi ha il carisma di rappresentare il vertice di EssilorLuxottica in questa congiuntura internazionale difficilissima, con una guerra nel cuore dell’Europa e una uscita dalla pandemia che sembra ancora lontana?

L’erede va cercato in famiglia. Perché Leonardo Del Vecchio, re indiscusso dell’imprenditoria italiana, si è affermato con la stoffa del self made man di stampo anglosassone e poi ha provato a inserire nel cuore dell’impero economico di famiglia i suoi figli.

Sposato tre volte, ha sei figli: Claudio, Marisa e Paola sono nati dal primo matrimonio con Luciana Nervo.

Leonardo Maria, avuto dall’attuale moglie Nicoletta Zampillo, che ha sposato nel 1997 e, dopo il divorzio del 2000, ha risposato nel 2010.

Luca e Clemente, nati nel 2001 e nel 2004, avuti dalla ex-compagna Sabina Grossi. La società che detiene tutte le partecipazioni azionarie e la liquidità di Leonardo Del Vecchio è la Delfin, società a responsabilità limitata, con sede a Lussemburgo, amministrata da Romolo Bardin.

A nome di Leonardo Del Vecchio c’è il 25% della Delfin, e ora con la sua morte passerà alla moglie Nicoletta Zampillo; il restante 75% è diviso equamente tra i sei figli (12,5% a testa).

Anche queste partecipazioni erano sotto il diretto controllo di Leonardo Del Vecchio, che ne deteneva l’usufrutto fino alla morte. Con la Delfin, Del Vecchio controlla il 38,4% di EssilorLuxottica, il 28% di Covivio, immobiliare francese quotata alla Borsa di Parigi, il 13% di Luxair, compagnia aerea Lussemburghese, il 18,9% di Mediobanca, il 6,62% di Assicurazioni Generali.

 

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