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40 Under 40 | Maria Vittoria Trussoni (Ntt Data) e le prospettive “infinite” del green tech

maria vittoria trussoni ntt data 40 under 40

Quando si unisce il lavoro sulla sostenibilità all’innovazione tecnologica, le prospettive sono infinite, secondo Maria Vittoria Trussoni, classe 1993 ed Head of sustainability & green tech di NTT Data Italia. Trussoni è tra i 40 Under 40 del 2022.

In questo momento sta lavorando a tecniche di AI e digital twin computing per monitorare e prevedere l’impatto ambientale di alcuni processi ed edifici (come ad esempio i data center), e a un filone di ricerca che ha come obiettivo la costruzione di modelli di quantificazione dell’impatto in termini di produzione di CO2 equivalente dell’informatica e della tecnologia. “Il green tech è il punto di incontro tra la necessità di ridurre le emissioni o l’impatto in termini di sostenibilità e l’espansione della tecnologia: le prospettive sono (quasi) infinite”, dice Trussoni a Fortune Italia.

 

Quali sono i consigli che darebbe a un giovane manager nel mondo del tech?

Il ruolo di un Innovation Manager oggi è quello di trovare il modo per umanizzare la complessità e rendere la tecnologia trasparente, accessibile e fruibile. Il consiglio che darei a giovani manager nel mondo del tech è di essere poliedrici, dinamici e curiosi, lasciarsi contaminare con passioni e competenze diverse, di focalizzarsi tantissimo sulle esperienze e sulle persone e dare importanza all’empatia, che ritengo essere la chiave per coinvolgere e ingaggiare gli altri e ottenere risultati comuni.

Perché ha scelto questa carriera?

Mi sono appassionata alla matematica durante le scuole medie grazie a un professore che me ne ha fatto assaporare bellezza e profondità… e che poi mi ha spinta a procedere verso studi classici, per “allargare i miei orizzonti” (si sa, il Classico apre la mente!). Con questo nuovo bagaglio, ho deciso poi di intraprendere un percorso di studi in Ingegneria matematica, perché mi consentiva di apprezzare la bellezza della matematica ma applicata nel nostro mondo. Ho iniziato a lavorare nel settore dell’Innovation Technology qualche anno prima di laurearmi, perché volevo sperimentare sulla mia pelle come i miei studi potessero avere un impatto sul “mondo reale”. Dopo i primi anni di progetti con le tecnologie emergenti e di digital transformation, ho sentito il bisogno di fare qualcosa di più focalizzato sul portare valore alla Società attraverso il mio lavoro. Insieme ad un team straordinario, abbiamo iniziato a sperimentare, a sviluppare soluzioni e casi d’uso, ad applicare le nostre tecnologie alla sostenibilità… e dopo 3 anni, sono alla guida della Business Unit “Sustainability & Green Tech” in Innovation & advanced tech per NTT DATA Italia, implementando iniziative globali, facendo progetti di ricerca e sviluppo e portando la sostenibilità come nuovo driver di valore per le aziende e le istituzioni.

Il settore è storicamente a corto di giovani, e ancora più a corto di donne (come tutte le materie Stem): nella sua esperienza, cosa serve per cercare di risolvere il problema alla radice? Una maggiore sensibilità delle aziende o un focus migliore direttamente in università e scuole?

Penso sinceramente di essere stata molto fortunata nella mia crescita, non ho subito la pressione di dover seguire una strada che fosse percepita come prettamente ‘femminile’ né momenti in cui io sia stata scoraggiata nell’inseguire percorsi con la nomea di essere complessi, ma credo che sicuramente il punto di svolta risieda proprio negli anni scolastici, in cui ogni insicurezza si trasforma in un driver di scelta verso il proprio futuro e ogni pregiudizio in un criterio di esclusione di un iter verso un altro. La prospettiva di studiare materie percepite come “difficili” spaventa, la complessità di entrare in un mercato del lavoro iper competitivo scoraggia e basta un commento poco costruttivo di un Professore detto nel momento sbagliato per far sentire inadeguato un adolescente in “cerca d’autore”. Per questo ritengo fondamentale dare un flavor di quello che sarà il lavoro “da grandi” già in età scolastica, facendo toccare con mano che cosa si può fare se si intraprendono certi percorsi, abilitando una maggiore contaminazione tra il mondo della scuola e quello del lavoro e accendendo una scintilla di stimolo verso il futuro. Iniziative come il Coding nelle scuole o le visite in grandi aziende sono state per me fonte di grande ispirazione, che mi hanno fatto capire che da grande avrei voluto fare proprio questo.

A cosa lavora in questo momento? Che spazio c’è, nel tech, per il ‘green’?

In questo momento sto lavorando a due stream di progetti molto differenti tra loro ma in un certo senso complementari: il primo, in cui stiamo utilizzando tecniche di AI e Digital Twin Computing per monitorare e prevedere l’impatto ambientale di alcuni processi ed edifici (come ad esempio datacenter) con l’obiettivo di renderli più efficienti e ridurne di conseguenza l’emissione di GHG, il secondo invece è un filone di ricerca che ha come obiettivo la costruzione di modelli di quantificazione dell’impatto in termini di produzione di CO2 equivalente dell’informatica e della tecnologia. In generale, se lo scopo delle aziende è contribuire a creare un cambiamento positivo e duraturo verso la società e promuovere una nuova era di crescita sostenibile e inclusiva, non si può pensare di prescindere dal mondo dell’Innovazione: per raggiungere questi obiettivi ambiziosi bisogna in primis stravolgere i modelli di incentivo e di business e in secundis dotarsi di strumenti tecnologici che abilitino questa trasformazione verso il chimerico Net Zero (monitorando, efficientando, ottimizzando…). Il mercato del Green Tech è in enorme espansione ma è lecito se si pensa a quanto l’innovazione tecnologica in questo contesto giochi un ruolo cruciale: la tecnologia ci consente di misurare, automatizzare, monitorare, prevedere e soprattutto connettere fonti e informazioni, tutti requisiti di base per poter prendere decisioni e progredire

 

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