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Pisino (CIM4.0): Altro che soft skill, alla manifattura manca la formazione

foto rover manifattura cim 40 enrico pisino formazione

Intervista a Enrico Pisino, Ceo del Competence center di Torino: “Mancano programmi di formazione per i giovani della manifattura. Serve un ruolo forte dello Stato” . La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di luglio-agosto 2022 .

“Lavorare con le grandissime aziende ti permette di capire la velocità dello sviluppo delle tecnologie, e di comprendere come funzionano i grandi ecosistemi di innovazione, come la Silicon Valley. La sfida poi è trasferire quell’esperienza alle Pmi”. Enrico Pisino parla, appunto, per esperienza. A lui, nel 2011, fu affidata la responsabilità della ricerca e innovazione di Chrysler in Usa nell’ambito del processo di M&A guidato da Marchionne che ha portato alla nascita di Fca. È stato responsabile globale del piano di innovazione di Fca fino al 2019. Dopo, è passato dalle grandi aziende alle Pmi: è diventato Ceo del competence center CIM4.0 di Torino. Con lui ci siamo concentrati su uno degli aspetti critici per aziende alle prese con una transizione digitale e tecnologica spesso più grande di loro: le competenze.

Quando si parla di transizione digitale si parla spesso di grandi aziende. E le Pmi?

Esistono degli acronimi e dei termini che spesso spaventano le Pmi. Quando si parla di AI, di Big data, di Cloud. Bisogna fare chiarezza: le grandi aziende questa paura non ce l’hanno. Conoscono bene tutti questi termini. Tutte le grandi imprese hanno un comune denominatore: sono capaci di gestire la transizione. Sulle Pmi invece il discorso è più complesso. Bisogna innanzitutto fare i conti con la varietà di Pmi, già solo considerando le loro dimensioni: dalle micro alle medie imprese ben strutturate, con organizzazioni quasi da grande impresa. C’è il mondo, insomma, quando dici Pmi: trovi l’azienda ipertecnologica ma anche l’artigiano. Ci sono imprese giovani che sono consapevoli e usano un linguaggio adeguato per gestire la transizione digitale ed ecologica, e ci sono quelle che sono rimaste al palo, con organizzazioni antiquate, l’imprenditore che decide tutto e che magari ha difficoltà a cedere il comando e a gestire i ricambi generazionali. Soprattutto con queste imprese occorre usare un linguaggio chiaro che evidenzi bene i benefici piuttosto che le tecnologie necessarie.

Che strade hanno a disposizione le piccole e medie imprese?

Ci sono una serie di difficoltà da tenere in considerazione, nel paragone con le grandi imprese: la disponibilità di risorse, intese come umane e economiche, da parte di aziende che negli ultimi anni hanno tra l’altro spesso cercato l’efficienza nel modo sbagliato. Si è preferito tagliare le attività non necessarie, come ricerca e innovazione, o tagliare il personale sovraccaricando quello rimasto, e questo ha portato a una situazione di scarsa flessibilità. Insomma, puoi anche essere consapevole dell’importanza della transizione digitale, ma se non hai le risorse per gestirla, poi arrivi necessariamente in ritardo. Per questo le Pmi hanno bisogno di strumenti che non sono ancora disponibili o adeguati.

Quale tipo di strumenti?

Ad esempio, sulla formazione. Oggi le aziende hanno magari macchinari nuovi, ma non hanno risorse per sfruttarli, ci sono le stesse persone che lavoravano sulle macchine vecchie perché non si è potuta rinnovare la forza lavoro, anche in termini di formazione e upskillig. Quando ti trovi solo persone sature, che fanno anche gli straordinari, non puoi distoglierle dal lavoro. E questo significa che non puoi formarle, e che non sono in grado di gestire il cambiamento con la velocità necessaria. È un freno importante per gli imprenditori, e da parte dello Stato il supporto alla formazione al momento non è adeguato: bisognerebbe supportare le imprese anche riguardo alla mancanza di efficienza che è necessariamente legata al tema formazione. Magari con un contributo extra per le Pmi sotto una certa dimensione.

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Axel, il rover a guida autonoma creato negli ambienti CIM4.0 e pensato per sostituire l’uomo nell’esplorazione di ambienti critici e ad alta pericolosità

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di luglio-agosto 2022. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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