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Platino per una mobilità più green, ma ci sono costi da abbattere

motore a idrogeno
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Associato quasi sempre al comparto luxury, il suo utilizzo, oggi, vira sempre più verso il settore della mobilità green e sostenibile. Stiamo parlando del platino, il prezioso metallo che, secondo una ricerca pubblicata dalla rivista scientifica Nature Catalysis, rappresenta il miglior catalizzatore per aumentare le performance dei motori a idrogeno, ovvero i motori a energia pulita. La ricerca è stata realizzata da un team internazionale che annovera, tra gli altri, l’istituto di chimica dei composti organometallici e l’istituto per i processi chimico fisici del Cnr.

Alessandro Fortunelli, ricercatore del Cnr-Iccom, che ha co-diretto lo studio, racconta a Fortune Italia come gli sforzi del suo settore siano rivolti da anni a sperimentare catalizzatori che siano in grado di soddisfare i requisiti di efficienza e stabilità in rapporto alla quantità del platino. 

“Le celle a idrogeno – spiega Fortunelli – per funzionare hanno bisogno di catalizzatori, cioè di sostanze che accelerano le reazioni elettrochimiche, così da produrre l’energia necessaria con potenza sufficiente. I catalizzatori in platino sono gli unici che raggiungono efficienze vicine a quelle richieste, ma la quantità del metallo utilizzata è ancora talmente elevata, da rendere troppo costosa la diffusione e commercializzazione dei mezzi di locomozione che rimangono alla stato di prototipi”.

C’è però una novità, dato che gli ultimi catalizzatori sperimentati sembrerebbero essere più performanti rispetto a quelli normalmente utilizzati finora. “Con il tempo – fa presente Fortunelli – siamo passati dall’utilizzare 30 grammi di platino anziché 80 per una macchina di cilindrata medio-piccola. Siamo poi scesi ancora, arrivando a 8/10 gr di metallo prezioso, ma oggi la vera sfida è portare questa quantità a 1 massimo 2 grammi”.

Il perché di questa sfida, o più che altro di questa necessità per la mobilità, è presto spiegato e va ricercato nelle risorse limitate del nostro Pianeta. Si stima infatti che sulla Terra siano presenti circa 16 mila tonnellate di platino, ciò vuol dire che, se vogliamo passare dal prototipo dei veicoli a idrogeno a una produzione industriale di massa su scala globale, dobbiamo necessariamente trovare nuove soluzioni e nuove formule per abbassare ancora di più la quantità di platino nei catalizzatori.   

La posta in palio è alta, perché quella dell‘idrogeno è una delle tecnologie più interessanti per risolvere il problema dei trasporti, evitando l’uso di combustibili fossili come la benzina, con la conseguente emissione nell’atmosfera di anidride carbonica, responsabile dell’inquinamento e del riscaldamento globale. Mentre le celle a idrogeno sono dispositivi in cui la reazione controllata di idrogeno e ossigeno per produrre elettricità genera solo vapore acqueo come prodotto di scarto nell’atmosfera.

Sicuramente c’è un grande interesse e un massiccio investimento nella ricerca: la spesa per quest’ultima ammonta a circa 1 miliardo di euro e riguarda sia il settore pubblico, che lavora per rispondere alle richieste della decarbonizzazione del Pianeta dettate dal Gran deal con il pacchetto Fit for 55, sia il settore privato. “E questo perché – spiega Fortunelli – non è detto che si trovi la soluzione ottimale per diminuire le quantità di platino necessaria nei motori a idrogeno, ma, se così fosse, il primo arrivato ne trarrebbe un grande vantaggio competitivo e a quel punto sarebbe possibile sbloccare la produzione dei veicoli a livello globale, salvaguardando le risorse naturali.”

Intanto se guardiamo i dati dell’European alternative fuel observatory sulla produzione Fcev (fuel cell electric vehicle), il mercato nel 2021 ha visto registrare il maggior numero di veicoli a celle combustibili fino a oggi, con quasi il doppio del numero delle vendite globali.

A trainare il settore dell’automotive green in Europa sono la Germania e la Svizzera, che nello scorso anno hanno registrato un incremento rispettivamente del 70% e 120% delle nuove immatricolazioni. Toyota e Hundai continuano a essere i modelli dominanti, mentre a detenere il primato della produzione a livello mondiale è  la Corea del Sud con 8.500 veicoli immatricolati nel 2021.

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