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90 mln per l’editoria italiana. Le sfide secondo Giulia Caminito

quotidiani

Avrà influito l’avvento del digitale, o più semplicemente il fatto che ormai ovunque si legge sempre meno. A inizio 2022 i dati rielaborati dall’ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori-Aie, su rilevazioni di Nielsen BookScan registravano per l’editoria italiana un forte calo rispetto ai primi tre mesi dell’anno precedente: con una flessione del 3,7% a valore e del 2,3% a numero di copie.

Anche per questa ragione – per dare lo slancio a un settore, quello culturale, che invece in passato ha determinato lo sviluppo economico del nostro Paese – il sottosegretario all’Editoria Giuseppe Moles ha firmato il Dpcm per la ripartizione delle risorse del fondo straordinario per l’editoria.

90 mln. Un provvedimento concertato con i ministri del Lavoro Andrea Orlando, dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e dell’Economia Daniele Franco, con i quali è stato svolto un intenso lavoro per individuare gli interventi più idonei.

Nel dettaglio, la ripartizione dei 90 mln prevede l’assegnazione di 15 mln per il bonus edicole, 28 per il contributo straordinario sul numero di copie vendute nel 2021, 12 per l’assunzione di giovani giornalisti e professionisti con competenze digitali e per la trasformazione a tempo indeterminato dei contratti giornalistici co.co.co (collaborazione coordinata e continuativa) e altri 35 mln come contributo per gli investimenti in tecnologie innovative effettuati dalle tv nazionali e locali, dalle emittenti radiofoniche e dalle imprese editoriali di quotidiani e periodici (comprese le agenzie di stampa).

Moles ha tenuto a sottolineare come il fondo, nato per offrire a tutta la filiera un’opportunità reale e concreta di rilancio, se ben utilizzato dai beneficiari potrà contribuire in maniera decisiva all’obiettivo ultimo che è quello di “avere un comparto sano, solido, più moderno e pronto a raccogliere e affrontare le sfide del futuro“.

A queste risorse inoltre – una volta ottenuto il via libera dall’Unione europea – andranno aggiunti i 120 mln già impegnati per il credito di imposta sulla carta di cui potranno usufruire le imprese editrici di giornali e periodici. Nonché la seconda tranche da 140 mln del fondo straordinario già stanziati per il 2023.

Un’occasione unica per l’Italia di rientrare nelle ‘big five’ dell’editoria globale. Che ci vede al sesto posto dopo Stati Uniti, Cina, Germania, Regno Unito e Francia; con un valore di 3,1 mld di euro.

Questo per quanto riguarda l’editoria periodica (quotidiani e riviste). Da sempre in difficoltà c’è però anche l’altro settore strategico dell’editoria: quello dei libri.

Fortune Italia ha chiesto a Giulia Caminito – editor e scrittrice, vincintrice del Premio Campiello nel 2021 con ‘L’acqua del lago non è mai dolce’ – da cosa dipende la crisi dell’editoria italiana (ma non solo) e su cosa bisognerebbe puntare per allargare il bacino di utenza di questo settore. Ma soprattutto se il fondo straordinario potrà davvero portare a un’inversione di tendenza.

“Molti aiuti di questa prima tornata del Dpcm verranno dati per le edicole e per i progetti di digitalizzazione, una quota verrà investita anche nell’editoria libraria, ma bisogna capire in che modo. L’editoria libraria avrebbe bisogno di un accordo tra le varie parti per provare a fermare la sovraproduzione e incentivare gli ebook per riservare all’ambito cartaceo solo una parte della produzione. Manca ancora una visione collettiva – editori, associazioni di categoria, promotori, distributori e librai – per cercare di sostenere le imprese e i loro progetti editoriali. Cosa che invece accade – per esempio – nel cinema. Per ora il comparto editoriale tutto è tranne che sano e solido“, ha spiegato Caminito.

Rispetto ad altri mercati come quello tedesco e francese, Caminito ha ricordato come il nostro sia di certo più debole.

Tuttavia, nel 2021 è stata registrata una crescita che ha fatto ben sperare. È però poi subito seguito il nuovo tracollo di vendite del 2022. Le cause potrebbero essere diverse. Prima tra tutte, l’aumento dei costi delle materie prime.

“La nuova crisi di questi mesi dipende in parte dal costo della carta e dalle oscillazioni dei mercati internazionali a causa della guerra in Ucraina che ha destabilizzato tanti settori, non solo quello editoriale. Ma va anche considerato che dopo due anni di ‘miracoloso’ allargamento del bacino di lettori e lettrici – probabilmente dovuto ai vari lockdown e alla diminuzione delle attività all’esterno delle abitazioni – adesso si sta tornando alla vita frenetica di prima e l’interesse per l’acquisto di libri è conseguenzialmente crollato”.

Inoltre, come spiegato da Caminito, nel settore editoriale restano una serie di problemi strutturali, “come quello delle rese, quello della iper produzione e quello della distribuzione e del deposito. Oltre allo sfruttamento e alla mancata tutela dei lavoratori e delle lavoratrici del settore editoriale che lavorano a tariffe ridicole e con sempre maggiori mansioni, senza contratti e in conduzioni iper precarie”.

Giulia Caminito

“Il fondo straordinario è un punto di partenza e l’investimento può essere di grande supporto all’intero settore editoriale”, ha concluso Caminito. “Ma dovremmo valutarne l’applicazione”.

 

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