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Message on a bottle: se le etichette del vino parlano

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Le etichette parlanti di Spazio Di PaoloLa versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di ottobre 2022.

Era il 1949 quando Lucio Fontana, semplicemente perforando la tela dipinta — il primo affronto all’integrità della superficie, anticipatore dei celebri tagli — innescava una rivoluzione che avrebbe allargato i confini della pittura. Un gesto minimo ma dall’energia concentrata, che chiamava in causa lo spazio e la luce al di là della loro semplice rappresentazione.

Quella in corso allo Spazio Di Paolo di Spoltore, a pochi chilometri da Pescara, è una piccola grande rivoluzione che passa proprio dal filtro delle arti visive per amplificare i parametri del packaging design nel settore wine & spirits. Una boutique creativa che, nelle parole del suo direttore Mario Di Paolo, riassume l’“esperienza di una vita intera”; la sua e quella della precedente generazione di famiglia, che ha avviato l’attività oltre 50 anni fa come studio fotografico dedicato ad arte e pubblicità.

Il contagio virtuoso a opera di artisti e visionari, insieme alla perizia nella stampa e al costante aggiornamento tecnico, ha continuato ad agire negli anni. Si è poi sposato a una grande passione per l’universo enologico — del territorio abruzzese e via via più in là, fino alle campagne in Slovenia e nelle regioni di Sonoma e Napa Valley in California — per tradursi in un numero di innovazioni che hanno ridisegnato le possibilità espressive del packaging. Sia per quello che riguarda il progetto dell’oggetto-bottiglia che del suo dettaglio più “parlante”: l’etichetta.

“Vogliamo aumentare il valore percepito di un vino fin dal momento del primo contatto, stimolando l’esperienza del consumatore in maniera più ampia. L’obiettivo è allungare la memoria di un prodotto e del suo involucro ben oltre il consumo, magari invitando a conservare la bottiglia vuota”, spiega Di Paolo.

Un percorso di avvicinamento che, ancora prima dell’assaggio, avviene sul piano visivo, con la lettura dei segni che sintetizzano un mosaico di storie territoriali, peculiarità produttive e caratteristiche organolettiche. Nel 2012 la prima etichetta multilivello per il Litos di Valentina Passalacqua conquista un piano estetico e insieme emotivo: dalla conformazione delle bianche rocce pugliesi sui quali insistono i vigneti arriva l’idea della sovrapposizione di tre strati di carte naturali, materiche e in delicate nuance di bianco.

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di ottobre 2022. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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