Joe Biden intende chiedere al Congresso di considerare sanzioni fiscali, inclusa una tassa sugli extra profitti, per le grandi aziende energetiche Usa che stanno macinando utili mentre i prezzi della benzina restano alle stelle. In una mossa di fine campagna elettorale, il presidente americano torna a incalzare Big Oil chiedendo di “investire i profitti e aumentare la produzione per ridurre i prezzi alle famiglie. Se non lo farà – riferisce un funzionario della Casa Bianca – Biden chiederà al Congresso di considerare sanzioni fiscali o altre restrizioni”.
L’iniziativa presidenziale segue le polemiche scoppiate dopo le trimestrali delle grandi aziende petroliere. Exxon ha annunciato un utile record di quasi 20 miliardi di dollari, mentre Chevron ne ha realizzati 11,2 miliardi. Cifre da capogiro mentre i prezzi della benzina si mantengono elevati in tutti gli Stati Uniti, alimentando un’inflazione già ai massimi da 40 anni.
L’idea della Casa Bianca è bocciata dall’amministratore delegato dell’American Petroleum Institute, Mike Sommers. “Il presidente sta proponendo di alzare le tasse sull’industria del gas e del petrolio che compete a livello globale per produrre i combustibili di cui gli americani hanno bisogno ogni giorno”, afferma Sommers invitando l’amministrazione Biden ad affrontare con “serietà gli squilibri fra domanda e offerta che hanno causato l’aumento dei prezzi”. La proposta di Biden non piace neanche a Wall Street, dove gli investitori premono affinché i profitti realizzati da Big Oil vengano distribuiti fra gli azionisti. Secondo gli osservatori la mossa di Biden, simile a quella adottata in Europa, è soprattutto politica in quanto arriva a una settimana dalle elezioni di metà mandato che vedono i democratici in difficoltà proprio a causa dell’inflazione.