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Crisi energetica e Ucraina, l’ex presidente Barroso a Fortune Italia: ottima reazione dell’Europa

barroso ue europa

Affrontare contemporaneamente una guerra, l’inflazione e una crisi energetica non è facile, ma l’Europa si sta comportando “positivamente”, secondo l’uomo che l’ha guidata attraverso la crisi economica del 2008 e quella del debito sovrano. Ma per José Manuel Durão Barroso, presidente della Commissione europea dal 2004 al 2014, il continente non deve però dimenticare le sfide a lungo termine, come quella tecnologica.

 

Nelle grandi sfide tra Paesi, ha detto Barroso in un’intervista video (a cura di Carlo Buonamico e Antonio Santamato) a margine del World business forum di Milano, “vincerà probabilmente chi sarà stato capace di costruire un vantaggio nel settore tecnologico. Tecnologie come l’intelligenza artificiale hanno implicazioni importanti anche nel settore della Difesa, ma c’è anche il quantum computing, o il ‘gene editing’: sono settori che possono definire il futuro. Vorrei vedere una posizione più robusta dell’Europa da questo punto di vista”.

Quella di Barroso è una visione a lungo termine, ma che guarda anche alle crisi attuali, che naturalmetne sono cruciali. Secondo l’ex guida della Commissione europe la guerra in Ucraina crea un problema di stabilità per l’Europa: “Abbiamo un Paese che viene invaso da un altro Paese, uno dei più grandi al mondo, in termini geografici, e che cerca di cambiare i confini”. Poi c’è “una crisi energetica, provocata da quell’invasione, e che sta avendo un impatto dalla nostra industria alle nostre scuole, senza considerare l’effetto sull’inflazione e sul costo della vita per i nostri cittadini”.

Ma ci sono altre conseguenze, e Barroso (che oggi è advisor di Goldman Sachs) le declina sempre in termini di scenario internazionale: “La Russia si sta avvicinando alla Cina, e c’è un rischio di ‘decoupling’ globale, anche con la competizione tra Stati Uniti e Cina. Questo è anche un problema per il commercio globale, per gli investimenti e le corporation. Tra qualche giorno avremo il summit del G20, e spero di vedere i diversi Paesi e le maggiori economie cooperare nonostante le differenze politiche ed ideologiche”.

Una cooperazione simile a quella che viene messa in pratica per la sanità: “Adesso, gratuitamente, sono chairman di Gavi (la global alliance for vaccine immunization, ndr) sto lavorando con Paesi in tutto il mondo per raggiungere i Paesi più poveri con i vaccini. Il virus non ha bisogno di un visto per viaggiare: ecco perché i Paesi devono cooperare globalmente”. Barroso è “preoccupato dal livello corrente di cooperazione, o di mancanza di cooperazione, quando si parla di beni comuni globali”. Una cooperazione necessaria per una guerra come quella tra Russia e Ucraina che “non è solo un problema europeo, ha una grande dimensione a causa dei suoi rischi di escalation e per le sue ramificazioni geopolitiche ed economiche”.

L’Europa, intanto, “sta facendo del suo meglio”, dice Barroso. “Sta reagendo con un livello positivo di cooperazione, anche se naturalmente ci sono alcune voci di dissenso: ma non possiamo aspettarci che nell’Unione di 27 Paesi non ci siano”.

L’Ue sta agendo con generosità, secondo Barroso: “Supporta l’Ucraina politicamente ed economicamente e militarmente ma anche sui rifugiati. Quindi penso che stia reagendo positivamente”. Sui prezzi dell’energia per Barroso si può trarre spunto dalla lezione dei vaccini. “Naturalmente è meglio per l’Europa negoziare con i grandi fornitori di gas, negoziare per conto dei 27 Paesi. Sui vaccini c’è stata una decisione dei Paesi europei in supporto le idee proposte della Commissione di fare in modo che la Commissione agisse per conto dei Paesi. Penso sia stata la decisione giusta”.

Una bacchettata però arriva sulla programmazione del futuro europeo, quando si parla della competitività industriale del continente. “Quando facevo parte della Commissione Europea, è stata la mia Commissione che ha presentato il programma Horizon 2020, dopo è stata rinforzata con un nuovo budget. Quello è stato un buon contributo, ma abbiamo bisogno di altro. In Europa abbiamo una buona scienza, grandi scienziati e ottimi ricercatori, ma non facciamo tanto bene quanto i nostri partner americani. Nel trasferimento della ricerca al mercato siamo indietro. Il livello di innovazione non ha raggiunto ancora gli stessi livelli. Dobbiamo fare di più. Negli Usa ci sono degli ecosistemi tra università e aziende. Noi abbiamo grandi risorse e credo che con il giusto supporto a livello nazionale ed europeo delle istituzione possiamo fare molto meglio”.

Non è un tema tanto secondario rispetto a quelli attuali, dalle tensioni geopolitiche a quelle economiche. Basta guardare allo scenario mondiale, e non solo a quello europeo: “Quello che sta succedendo nel mondo è una competizione per la tecnologia”, dice Barroso.

Intanto, per il capitolo delle sfide a lungo termine, l’Europa deve affrontare un’atra minaccia alla sua competitività: quella demografica. “Dal punto di visto demografico l’Europa non è in una buona posizione, perché ha una popolazione che invecchia più velocemente” dei competitor.

Per questo, dice Barroso, sarà fondamentale per il continente una “immigrazione ben gestita, perché l’Europa ha bisogno di forza lavoro, e la sfida è affrontare l’argomento senza che la cosa diventi un problema politico” nei vari Paesi europei, dice l’ex Presidente della Commissione.

La stessa Commissione che è sopravvissuta alle previsioni di ‘collasso’ del passato, e che può sopravvivere ancora: aiuterebbe, però, una capacità di adattamento più veloce a quello che succede nel mondo. “Vorrei che gli accordi tra i Paesi europei avvenissero più velocemente. Quando abbiamo affrontato le crisi durante il mio mandato, come quella finanziaria e quella dei debiti sovrani, molti predicevano il collasso dell’euro, anche in Italia. La realtà è che siamo sopravvissuti. Abbiamo molti asset” su cui contare, dice Barroso, ma “le decisioni sono troppo lente. Una maggiore velocità è fondamentale” per affrontare i cambiamenti drastici “che ci sono stati negli ultimi mesi”.

 

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