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Mediaset, i conti tornano ma sarà un fine anno duro per Mondiali Rai

Mediaset Pier SIlvio Berlusonini

Anno difficile ma i conti di Mediaset tengono. Non solo: le prospettive per la chiusura del 2022 sono buone. Qualche problema, preventivato benchè inedito, per la raccolta pubblicitaria: i Mondiali di calcio in mano alla Rai in autunno drenano risorse verso viale Mazzini. Non è mai successo infatti che la manifestazione si svolgesse nelle settimane precedenti al Natale: e quelle sono le migliori, preferite dagli investitori e cruciali per la pubblicità. Nei primi nove mesi dell’anno il Biscione in Italia ha infatti accusato un calo della raccolta (-2,5%) molto inferiore all’8% abbondante del mercato televisivo generale.

E ottobre, con la prima parte di novembre, è andato bene. Lo conferma il general manager marketing di Publitalia, Matteo Cardani, che descrive “una performance resistente fino a metà novembre e una ‘sottoperformance’ rispetto al mercato televisivo nell’ultima parte”. Ma qui la spiegazione è ovvia: i Mondiali di calcio in Rai. In casa Mfe (Media for Europe)-Medisaset “non siamo preoccupati”, spiega Cardani nella conference call con gli analisti finanziari sui conti dei primi nove mesi, che per il Biscione registrano ricavi netti per 1.900 milioni rispetto ai 1.992 dello stesso periodo del 2021, con un utile consolidato positivo di 78 milioni contro i 273 dei primi nove mesi l’anno precedente, che beneficiavano però della plusvalenza da 86 milioni della cessione di Towertel.

Mfe-Mediaset “conferma l’obiettivo di conseguire per l’esercizio 2022 risultati economici e una generazione di cassa caratteristica positivi”, oltre a proseguire nel programma di taglio dei costi, che ha contribuito a mantenere in linea i conti del gruppo in un anno appesantito da inflazione e prezzi dell’energia. Il direttore finanziario Marco Giordani ribadisce come i risultati siano “in linea con le nostre attese”. E, proprio a proposito della possibile aggregazione della partecipata Ei Towers con Rai Way, spiega che “per quanto ne so, al momento non sono in corso colloqui. Pensiamo che il consolidamento avverrà, ma forse servirà più tempo del previsto”, anche a causa del cambio del Governo, puntualizza il Cfo del Biscione.

Il gruppo fondato da Silvio Berlusconi e guidato oggi dal figlio Piersilvio è in attesa di novità anche sul dossier Prosieben, società della quale è ampiamente primo azionista, con la Commissione tedesca sulla concentrazione nei media (Kek) che non vede pericoli per la forte presenza dell’investitore italiano.

“Per ora non abbiamo una chiara visione di quale strategia adotterà il nuovo Ceo di Prosieben: noi speriamo che nel futuro si possa parlare la stessa lingua, perché quello che vediamo è che il gruppo tedesco non sta rispondendo alle grandi sfide del settore”, dice Giordani. Tutti elementi che hanno appesantito l’andamento in Borsa, dove da inizio ottobre i titoli dei media sono risaliti in modo consistente: nonostante i conti del Biscione confermino sostanzialmente le stime della vigilia degli analisti, l’azione MfeA ha chiuso in Piazza Affari in calo dell’1,8% e Mfe B in ribasso del 4%. Male anche Prosieben, che a Francoforte ha perso il 5%.

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