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La startup che trasforma il vostro motorino in uno scooter elettrico

scooter retrofit elettrico

Un propulsore per convertire all’elettrico tutti i principali scooter in commercio, dai 50 ai 400 cc di cilindrata. Se lo è inventato una startup italiana, Talet-e, che ora punta sia ai privati che agli operatori, sfruttando il via libera del primo ottobre al retrofit elettrico delle due ruote. Il retrofit, cioè la conversione dei veicoli a un differente sistema di propulsione, non è un concetto nuovo. Ma l’idea del gruppo di manager che non ci si aspetta da una startup (decenni di esperienza in automotive e finanza) e che ha creato Talet-e, va oltre: punta a una vera industrializzazione del retrofit. Per di più nel settore dei due ruote elettrici, dove una vera domanda (e una vera offerta) di mercato ancora non esiste.

Grazie al decreto 141, in vigore dal primo ottobre e a lungo atteso dagli scooteristi (il retrofit era già possibile per le auto), ora è infatti possibile trasformare il proprio vecchio motorino, magari altrimenti destinato alla rottamazione, in un due ruote elettrico adatto alla mobilità green verso cui spinge l’Europa.

L’allora (prima dell’insediamento del nuovo Governo) ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile ha infatti steso la possibilità di effettuare il retrofit alla categoria L, permettendo di fatto di trasformare la propulsione in elettrico e procedere poi alla ri-omologazione del mezzo, con un libretto di circolazione aggiornato.

Talet-e, fondata lo scorso aprile, ha commentato il decreto approvato a ottobre dicendo di essere pronta a sfruttare l’occasione: ha creato uno standard universale per il retrofit, cioè una ‘Piattaforma elettrica universale’ chiamata Peu-T e installabile su tutte le tipologie di scooter termici dai 50cc ai 400 cc (la potenza cambia in base a come viene impostato il software, non alla dimensione del motore), a prescindere dal marchio, ma anche con un pacco batterie composto da una fissa e fino a due estraibili grazie a un nuovo sistema di innesto.

L’autonomia? 140 km, grazie a una piattaforma, spiegano da Talet-e, composta “da un motore elettrico trifase a magneti permanenti, modulabile da 4 a 14kW, un controller di potenza, un Master Vehicle Control, una Control APP che permette di gestire la configurazione del veicolo, selezionare diverse mappe di utilizzo, visualizzare lo stato d’uso, effettuare la diagnosi e prenotare ricariche delle batterie”. Batterie ricaricabili in meno di 2 ore sulle colonne pubbliche o in casa in meno di 5 ore (con un caricabatterie Talet-e). Dureranno circa 8 anni di ricariche giornaliere, secondo la startup. Talet-e ha avviato la procedura di brevetto della PEU-T, incluso appunto il pacco Batterie Universale e il sistema di estrazione.

A Fortune Italia Paolo Gagliardo, operation advisor di Talet-e, spiega quando la startup potrebbe essere pronta per il lancio (“secondo trimestre 2023”, con una fase di prevendita che inizierà “in primavera”) quanto ci vuole ancora per la fase di industrializzazione (“4-6 mesi” e una raccolta da “5 mln di euro tra debito ed equity”) e su quali numeri si basa l’avventura di un gruppo di manager che non è sicuramente composto da debuttanti.

Il Ceo è Sertac Yeltekin, esperto venture builder e investitore che è stato Senior Vice President di UniCredit e manager in Bain &Co in Italia. In Unicredit è passato anche Claudio Cesario, finance advisor della startup, in passato Executive Vice President di Unicredit, Ceo per UniCredit Bank Serbia e Deputy CEO di Zagrebanka Banka. Lo stesso Gagliardo è un consulente e manager con un’esperienza trentennale e internazionale nell’automotive e mobility in brand come Ford, Alfa Romeo, Lancia, Chrysler, Fiat, Abarth, Piaggio.

La scommessa sul retrofit elettrico

“L’idea c’è stata un paio di anni fa”, racconta Gagliardo, che spiega come ad autunno 2021 sia iniziata la fase di ricerca sul lato finanziario e su quello dello ‘operations’, cioè l’aspetto di cui si occupa Gagliardo, coinvolto nel 2021: “Il progetto mi ha incuriosito da subito e man mano che ho preso le redini del ragionamento industriale mi ha appassionato, perché è nato con un progetto di retrofit e ci siamo ritrovati per le mani una piattaforma completa. Il prodotto ha trascinato il business, fondamentalmente: siamo arrivati al punto di stabilire di doverci occupare noi anche del ricondizionamento dei veicoli, o alla strategia di proporci come soluzioni anche per il B2B: le flotte aziendali di veicoli obsoleti sono un’opportunità”.

Si va ancora oltre, forse con la potenzialità più suggestiva di tutte: essendo una piattaforma, quella di Talet-e è anche applicabile “di primo impianto”, direttamente dalle case costruttrici. Non è facile, spiega Gagliardo, “perché ogni casa è gelosa della propria tecnologia. Ma questa è una soluzione che si presta sia dal punto di vista tecnico che qualitativo”.

Il mercato dei due ruote elettrici

Le prospettive, insomma, sono tante, ma i numeri ancora pochi: il mercato dei due ruote elettrici ha volumi contenuti. Secondo Gagliardo esiste poca domanda, principalmente perché esiste ancora poca offerta: non sono molti gli scooter elettrici che è possibile acquistare, e i prezzi non sono ancora competitivi con i motori tradizionali.

Volumi bassi (siamo a quasi 15mila veicoli elettrici venduti nel 2022) non significa percentuali basse: secondo i dati di Confindustria Ancma, nel mese di ottobre i mezzi elettrici hanno fatto registrare 1.363 nuove immatricolazioni e un incremento del 30,81%. “Nel cumulato annuo, i veicoli a trazione elettrica, che già a luglio avevano superato i volumi dello scorso anno, si approssimano al traguardo delle 15 mila unità, facendo registrare 14.236 veicoli, pari a una crescita del 56,37%”.

Un mercato piccolo ma in crescita, viziato anche da un’offerta che molto spesso non è composta da prodotti “di qualità”, dice Gagliardo, e che non è molto diversificato dal punto di vista della potenza e della fascia di prezzo. Ci sono “o cilindrate bassissime, o mezzi molto costosi”, dice. Sul prezzo Talet-e ha fatto un lavoro di ricerca. Il risultato? Trasformare il proprio motorino costerà 2000 euro, più qualche centinaio di euro per il montaggio (il prezzo può cambiare in base al modello dello scooter, spiega Gagliardo).

D’altronde, anche nel resto del mondo, non ci sono tanti Paesi così avanti rispetto al nostro. L’India nel mondo, la Francia (in misura molto minore) in Europa, spiega Gagliardo.

Ma è raro trovare un player che punti all’industrializzazione del retrofit, spiega Gagliardo, convinto che quella di Talet-e sia l’unica soluzione di questi tipo in Italia. E che i numeri siano tutti dalla parte della startup. “In Italia ci sono 7 milioni di due ruote endotermici. Gli Euro 4 (quelli con meno emissioni, ndr) sono poco meno del 10%, gli Euro 3 sono il 34%: tutto il resto è più vecchio, più inquinante. Secondo una nostra analisi, quasi il 50% dei veicoli è tra i 5 e i 15 anni di anzianità”. Insomma, 7 milioni meno il 40%: circa 4 milioni di veicoli papabili per il retrofit, calcola Gagliardo. Che ai numeri aggiunge un fattore affettivo: “Perché liberarti del tuo amato motorino, se gli puoi dare una nuova vita elettrica?”.

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