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Bankitalia, audizione alla Camera: luci e ombre della Manovra economica

Bankitalia: la sede, Palazzo Koch

La manovra economica del Governo Meloni è in Parlamento. Ed è in questa sede istituzionale che diventerà la Legge di Bilancio. La speranza è che tutto ciò accada entro il 31 dicembre per evitare la iattura dell’esercizio provvisorio. Le commissioni Bilancio di Camera e Senato riunite hanno audito Fabrizio Balassone, capo del servizio struttura economica della Banca d’Italia. Balassone ha confermato ai parlamentari che “la politica di bilancio mira ad un’ulteriore riduzione del rapporto debito/prodotto nel triennio di programmato. Dato l’alto livello del debito pubblico, la richiamata incertezza sulle prospettive economiche e gli elevati livelli dei tassi di interesse, mantenere fermo questo obiettivo è una scelta necessaria”. Come dire, il governo Meloni, procede nel solco della politica di bilancio del predecessore Mario Draghi.

Un milione di poveri senza reddito di cittadinanza 

“L’introduzione del reddito di cittadinanza ha rappresentato una tappa significativa nell’ammodernamento del welfare del nostro Paese” e secondo l’Inps senza reddito nel 2020 ci sarebbero stati “un milione di individui poveri in più”, ha riferito Balassone in audizione sulla manovra. L’attuale assetto, però, ha delle criticità soprattutto come misura di accompagnamento al lavoro, e la “riforma annunciata dal governo potrebbe rafforzare” questo aspetto, ha aggiunto.

In manovra alcune delle misure non connesse all’emergenza energetica “presentano aspetti critici che la Banca d’Italia ha più volte segnalato in passato con riferimento a misure analoghe. La discrepanza di trattamento tributario tra dipendenti e autonomi, e all’interno di questi tra quelli sottoposti a regime forfettario ed esclusi, risulta accresciuta”, ha spiegato Balassone. “In un periodo di inflazione elevata la coesistenza di un regime a tassa piatta e uno soggetto a progressività come l’Irperf comporta un’ulteriore penalizzazione per chi è soggetto a quest’ultimo”, ha argomentato.

Contante e lotta all’evasione

“Le disposizioni in materia di pagamenti in contante e l’introduzione di istituti che riducono l’onere tributario per i contribuenti non in regola rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del Paese che anima il Pnrr e con l’esigenza di continuare a ridurre l’evasione fiscale”, ha detto Balassone.

L’importo loro della manovra è quasi 40 miliardi 

“39,2 miliardi è per noi la valutazione dell’importo lordo della manovra. Vedremo se nei prossimi giorni ci sarà da ragionare ulteriormente su questo aspetto”, ha detto Balassone ai parlamentari, premettendo che “gli allegati tecnici alla manovra sono stati resi disponibili mercoledì scorso: che ci sia qualche arrotondamento che potrà essere rivisto io non lo escludo”.

Dagli extraprofitti imprese settore energetico 4 miliardi 

“Tra le coperture la principale misura di entrata è l’introduzione di prelievi temporanei sulle imprese del settore energetico (4 miliardi il prossimo anno); dal lato delle spese i maggiori risparmi derivano dalla modifica dei criteri di indicizzazione al costo della vita delle pensioni (3,3 miliardi nel 2023 e circa 6,5 in ciascuno dei due anni successivi, al lordo degli effetti sulle entrate)”, ha evidenziato Balassone. “Tra i provvedimenti che accrescono le spese si segnalano per entità quelli relativi alla sanità, al pubblico impiego e alle pensioni (complessivamente 4,9 miliardi nel 2023)”.

Il contante costa a esercenti più delle carte

“Con riferimento agli oneri legati alle transazioni effettuate mediante strumenti di pagamento elettronici è opportuno ricordare che anche il contante ha costi legati alla sicurezza (come quelli connessi con furti, trasporto valori, assicurazione). Nostre stime relative al 2016 indicano che, per gli esercenti, il costo del contante in percentuale dell’importo della transazione è superiore a quello delle carte di debito e credito” ha spiegato  Balassone.

“Come già ricordato in passato, – spiega Balassone – i limiti all’uso del contante, pur non fornendo un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalità ed evasione. In particolare, negli ultimi anni sono emersi studi – anche condotti nel nostro Istituto su dati italiani – che suggeriscono che soglie più alte favoriscono l’economia sommersa; c’è inoltre evidenza che l’uso dei pagamenti elettronici, permettendo il tracciamento delle transazioni, ridurrebbe l’evasione fiscale”, ha detto Balassone.

“Anche le Raccomandazioni specifiche per l’Italia formulate dalla Ue nell’ambito del semestre europeo muovono da tale presupposto”, ha aggiunto, ricordando che “la definizione di efficaci sanzioni amministrative in caso di rifiuto dei fornitori privati di accettare pagamenti elettronici era inclusa tra i traguardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza relativi al primo semestre di quest’anno”.

 

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