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I travet guadagnano più dei commercianti che sono più poveri dei loro dipendenti

I commercianti hanno un reddito più basso dei loro dipendenti. Secondo l’Osservatorio Inps sui lavoratori dipendenti e autonomi, nel 2021 il reddito medio da lavoro dei commercianti è stato pari a 20.382 euro al mese. Un reddito inferiore a quello dei dipendenti privati (22.852), ma soprattutto lontano da quello dei dipendenti pubblici (33.598).

In pratica i commercianti possono contare su meno di 1.600 lordi al mese (per 13 mensilità), in linea con quanto accade agli artigiani (20.311 annui). Se il reddito dei commercianti si è ridotto di circa 700 euro sul 2020 – ragiona l’Inps sulla base dei dati amministrativi – quello dei dipendenti privati è aumentato di quasi 1.500 e quello dei travet diminuito di 1.200 euro.

Il mercato del lavoro resta vivace secondo quanto emerge dai dati Istat sull’occupazione nel terzo trimestre con un aumento degli occupati su base annua di 247mila unità (-12mila sul trimestre precedente) e una riduzione dei senza lavoro di 284mila unità. Il tasso di disoccupazione è sceso al 7,9%, al livello più basso dal 2009, mentre le persone in cerca di lavoro sono scese per la prima volta dal 2011 sotto i due milioni.

Questi dati ci dicono che le aziende stanno cercando personale ma anche che non sono ancora disposte a pagarlo molto di più. Le retribuzioni lorde di fatto per lavoratore dipendente sono aumentate nel terzo trimestre 2022 dello 0,3% rispetto allo stesso periodo del 2021, un dato molto inferiore a quello dell’inflazione (7,9% a luglio, 8,4% ad agosto e 8,9% a settembre).

Aumentano gli scoraggiati, ovvero coloro pur essendo in età da lavoro non lo cercano convinti di non trovarlo, con oltre 1,1 milioni di persone che danno questa risposta come ragione della propria inattività. Una parte dell’inattività (34,5% delle persone tra i 15 e i 64 anni, +0,1 punti sul trimestre precedente, – 0,4 punti sull’anno) probabilmente è legata anche al mancato incontro domanda offerta ovvero all’indiponibilità a lavorare a uno stipendio considerato troppo basso a fronte dell’inflazione che cresce.

Aumentano secondo i dati amministrativi dell’Inps, i redditi medi dei lavoratori domestici (da 6.978 a 7.424 euro tra il 2020 e il 2021) e quelli degli operai agricoli (da 8.032 a 8.747 euro), alcune delle figure più difficili da reperire. Tra le persone attive la fiducia nella possibilità di trovare lavoro emerge anche dai metodi con il quale si cerca impiego.

Nonostante nella ricerca di lavoro continui a prevalere l’uso del canale informale, rivolgersi a parenti, amici e conoscenti infatti rimane la pratica più diffusa (75,0%, +1,2 punti) – spiega l’Istat – risulta in maggiore aumento l’utilizzo di azioni di ricerca più formali, come l’aver sostenuto un colloquio o aver partecipato a una selezione di lavoro (25,5%, +5,5 punti). Ma soprattutto aumenta la quota di coloro che si sono rivolti a un Centro pubblico per l’impiego (21,5%, +4,8 punti) e/o a una agenzia privata di intermediazione e di somministrazione (19,5%, +2,1 punti).

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