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Imu, lo Stato incasserà per il saldo di fine anno 9,7 miliardi

case mercato immobiliare

Scade venerdì 16 dicembre il termine per versare il saldo dell’Imu 2022. È l’imposta patrimoniale dovuta da chi possiede immobili o terreni. La parte del leone è dato dall’Imu sulle seconde case e sulle prime abitazioni considerate di lusso e rientranti nelle categoria (A1, A8 e A9). Ma pagano l’Imu anche uffici, negozi, magazzini, alberghi, capannoni. Il 16 dicembre, secondo calcoli dell’ufficio studi della Uil, gli italiani verseranno per il saldo Imu quasi 10 mld, per la precisione  9,7 miliardi di euro.

Il gettito Imu a Comuni e Stato

Il gettito complessivo annuo sarà dunque di 19,4 miliardi di euro. Le risorse incassate  andranno allo Stato e ai comuni, e questi ultimi determinano l’aliquota che poi andrà verificata. Sono chiamati al versamento dell’imposta oltre 25 milioni di proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale (il 41% risultano essere lavoratori dipendenti e pensionati). Per calcolare quanto si deve versare di saldo bisogna innanzitutto calcolare l’Imu 2022 complessiva. Questa si ottiene determinando la base imponibile data dalla rendita catastale rivalutata del 5% della stessa.

Il calcolo dell’Imu

Il risultato va poi moltiplicato per il coefficiente catastale (per le seconde case è 160, per gli Uffici è 80, 55 per i negozi e così via), a questo punto si applica l’aliquota decisa dal comune. Ad esempio per gli immobili di Roma e Milano l’aliquota è del 11,4 per mille. Attenzione, se il comune ha variato l’aliquota, il saldo dovrà tenere conto della variazione, altrimenti esso sarà del 50% dell’intera Imu e quindi pari all’acconto versato il 16 giugno.

Tra le novità di quest’anno la possibilità per i coniugi con due appartamenti e residenze diverse di avere l’esenzione per entrambi gli immobili purché siano realmente utilizzati come prima casa. Mentre non pagano l’Imu, i fabbricati dichiarati inagibili a causa dei terremoti degli anni 2012, 2016 e 2017, e per i recenti alluvioni a Ischia.

L’addizionale Tasi in alcune città

Tornando all’aliquota, questa non dovrebbe superare il 10,6%. Ma in 17 città è in vigore la ex addizionale della Tasi, per cui in questi Comuni le aliquote superano quella massima dell’Imu.

In particolare, a Roma, Milano, Ascoli Piceno, Brescia, Brindisi, Matera, Modena, Potenza, Rieti, Savona e Verona l’aliquota è all’11,4 per mille; a Terni e Siena, all’11,2 per mille; a Lecce, Massa e Venezia all’11 per mille; ad Agrigento al 10,9 per mille. Altre 75 città capoluogo, sempre sulle seconde case, applicano l’aliquota del 10,6 per mille, tra cui Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo, Bari.

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