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In fumo 42 miliardi di risparmi, più famiglie indebitate 

soldi tredicesime Fortune Italia

Inflazione e carovita, le famiglie italiane si ritrovano con meno soldi in banca e più debiti da pagare. I rincari dei prezzi hanno portato ad una rapida erosione dei conti correnti di circa 20 miliardi nel 2022. Gli italiani hanno speso 41,5 miliardi dei propri risparmi nel tentativo di conservare il tenore di vita ormai assediato dai costi schizzati alle stelle.

La riduzione di liquidità sui conti correnti, così come non avveniva dal 2017, e l’aumento di prestiti e mutui sono i due fattori che, secondo una analisi federazione autonoma bancari italiani (Fabi), dimostrano le difficoltà che stanno affrontando le famiglie. Che per ora si indebitano per mantenere un tenore di vita non diverso da quello pre pandemia e guerra in Ucraina.

Se nei primi sette mesi dell’anno scorso la liquidità accumulata ha quasi sfiorato i 1.180 miliardi di euro (+0,9%), nei quattro mesi successivi i conti correnti sono scesi a 1.159 miliardi, registrando a fine novembre una flessione di circa due punti percentuali. Per quanti non rinunciano alla liquidità, il senso di incertezza hanno fatto volare il livello dei debiti.

L’ammontare dei prestiti a fine 2022 si è attestato a 256 miliardi di euro (+1,5 %), superando la tendenza di costante aumento dal 2017 (+1,2%).

L’aumento dei prezzi ed i costi dell’energia, oltre ad aver bruciato 41,5 miliardi di risparmi, ha portato anche, secondo una stima di Confeserecenti, ad una riduzione del potere d’acquisto che per lavoratori dipendenti risulterà inferiore di 2.800 euro rispetto al 2021, mentre per i lavoratori autonomi calerà di 2.200 euro. Cambiano anche i consumi. La quota familiare assorbita da spese per utenze e abitazione dovrebbe infatti attestarsi quest’anno sul 45,8% del totale mensile. Nel 2019 era il 35%.

Una situazione che pesa soprattutto sui redditi medio-bassi. Per le famiglie meno abbienti (circa 10,5 milioni) i costi fissi avranno quest’anno un impatto per la metà dell’intera spesa mensile. Se si considerano anche abbigliamento, bevande e alimenti, la parte di bilancio occupata dai consumi obbligati o quasi sale al 77%, lasciando meno di un quarto (il 23%) disponibile per altro. Sono in difficoltà anche coloro che hanno una capacità di spesa maggiore.

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