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ChatGPT, il Cto di OpenAI: “Servono più regole”

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Normalmente i dirigenti non incoraggiano una maggiore regolamentazione dei loro settori. Ma ChatGPT e la sua famiglia sono così potenti – e il loro impatto sulla società sarà così profondo – che le autorità di regolamentazione devono intervenire adesso. Ne è convinta Mira Murati, Cto di OpenAI, l’azienda che ha creato ChatGPT.

“Siamo un gruppo ristretto di persone e abbiamo bisogno di molti altri input ancora in questo sistema e di molti altri input che vadano oltre le tecnologie – senza dubbio le autorità di regolamentazione e i governi e tutti gli altri”, ha dichiarato Murati in un’intervista al Time.

ChatGPT è un esempio di ‘intelligenza artificiale generativa’ che si riferisce a dei tool che possono, tra le altre cose, fornire risposte, immagini, o persino musica nel giro di pochi secondi sulla base di semplici prompt di testo.

Ma ChatGPT verrà anche impiegato per gli attacchi cyber basati sull’AI, hanno avvisato i ricercatori di Blackberry.

Per offrire tali strumenti, le imprese di AI hanno bisogno delle risorse di cloud computing che solo una manciata di colossi tecnologici può assicurare, sono pertanto partnership redditizie straordinarie con colossi del calibro di Microsoft, Google e Amazon.

Oltre a destare le preoccupazioni dell’antitrust, tali accordi rendono più probabile che i tool dell’intelligenza artificiale raggiungeranno velocemente il grande pubblico, forse prima che la società sia pronta.

Trepidazione per la release di ChatGPT

“Non ci aspettavamo questo livello di entusiasmo per la nascita della nostra creatura”, ha detto Murati al Time, riferendosi a ChatGPT. “In realtà avevamo persino un po’ di trepidazione per la release”.

Eppure, dalla release di fine novembre, ChatGPT ha raggiunto 100 milioni di utenti attivi mensili più velocemente sia di TikTok che di Instagram, hanno osservato questa settimana gli analisti di UBS. “In 20 anni di Internet, non ricordiamo un’ascesa più veloce” hanno aggiunto.

Nel frattempo Google, sotto la pressione del legame di Microsoft con OpenAI, sta accelerando gli sforzi per ottenere più tools AI del genere per i consumatori.

Venerdì, Google ha annunciato un investimento di 300 milioni in Anthropic, che ha sviluppato un concorrente di ChatGPT chiamato Claude.

Anthropic, a sua volta, è stata lanciato perlopiù da ex dipendenti di OpenAI preoccupati dal fatto che gli interessi commerciali superassero le preoccupazioni per la sicurezza per lo sviluppatore di ChatGPT.

L’intelligenza artificiale “può essere usata impropriamente, o può essere utilizzata da malintenzionati” ha spiegato Murati al Time. “Ci sono quindi degli interrogativi su come regolare l’uso globale di questa tecnologia. Come regolare l’uso dell’intelligenza artificiale in modo che sia in linea con i valori umani?”.

AI “pericolosamente forte

Elon Musk ha aiutato ad avviare OpenAI nel 2015 come no-profit, cosa che non è più.

Il CEO di Tesla ha messo in guardia rispetto alla minaccia portata all’umanità dall’AI avanzata, e in dicembre ha definito ChatGPT “spaventosamente bravo”, aggiungendo che “non siamo lontani da un’AI pericolosamente forte”.

Nel 2020 ha twittato che la sua fiducia nella sicurezza di OpenAI “non era alta”, osservando che è partito come open-source e senza scopo di lucro e che “nessuno dei due punti è ancora vero”.

Il cofondatore di Microsoft Bill Gates ha di recente affermato: “L’AI sarà il più scottante argomento di discussione del 2023. E sapete una cosa? È appropriato. È una cosa importante tanto quanto il PC ed internet”. L’imprenditore miliardario Mark Cuban lo scorso mese ha detto: “Immaginate come sarà GPT 10”. Ha aggiunto che l’AI generativa “fa sul serio” ma “siamo ancora agli albori”.

Alla domanda se sia troppo presto per coinvolgere le autorità di regolamentazione, Murati ha risposto al Time “non è troppo presto. È molto importante che tutti inizino ad essere coinvolti, dato l’impatto che avranno queste tecnologie”.

L’articolo originale su Fortune.com

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