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La moda made in Italy fattura 102 mld e va sempre meglio

I pre-consuntivi per l’andamento del fatturato 2022 dell’industria italiana della Moda, nonostante le incertezze macroeconomiche legate a fattori contingenti, sono stati rivisti verso l’alto al +18%. Sono i dati emersi dai Fashion Economic Trend diffusi dalla Camera nazionale della Moda italiana in occasione della presentazione della prossima Fashion Week, in programma dal 21 al 27 febbraio. Dopo la crescita di inizio anno (fatturato +20% nel primo semestre), il terzo trimestre è stato in lieve rallentamento (+19%), mentre i primi dati del quarto confermano per ottobre e novembre una crescita prossima al +20%, smentendo le attese di una frenata netta per l’impatto dei prezzi dell’energia.

“Nel 2022 è stata realizzata una crescita importante per l’industria della Moda – ha detto il presidente della Camera nazionale della Moda italiana, Carlo Capasa – avevamo previsto +16% i dati finali sono maggiori delle stime e chiuderemo a 98 miliardi di euro l’anno 2022”.

La dinamica del fatturato è alimentata anche dalla crescita di costi e prezzi di vendita. I prezzi industriali nella filiera Moda sono aumentati del 7,1%, l’inflazione al consumo (+1,5%) è stata però inferiore a quella media (+8,7%). Nei primi 11 mesi, la produzione, misurata al netto dell’inflazione, è cresciuta dell’8% nei settori ‘core’ della Moda, mentre nella gioielleria e bigiotteria è aumentata del 14%.

Nel 2023 il fatturato dell’industria italiana della Moda “dovrebbe arrivare – ha detto Capasa – a 102 miliardi di euro”. La crescita stimata per il fatturato del 2023 è attorno al 4%, “nell’ipotesi che lo scenario in corso d’anno non muti significativamente rispetto alle condizioni di gennaio”.

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