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Nomine, Crosetto: il Governo premia le competenze | VIDEO

foto guido crosetto ministro difesa

Dalle polemiche sullo spoils system all’osmosi tra mondo militare e civile: sul numero di febbraio di Fortune Italia parla il ministro della Difesa, Guido Crosetto.

Guido Crosetto ci accoglie nel suo studio di ministro della Difesa a Palazzo Baracchini, in via XX Settembre. L’intervista verte sui temi principali dell’agenda politica del Paese: dalla questione delle nomine alle competenze da valorizzare; dalla guerra in Ucraina alle sanzioni economiche alla Russia; dalla cattura del boss Matteo Messina Denaro all’inasprimento delle misure di contrasto alle mafie alla cyber-security. Il ministro è persona schietta, non si sottrae a nessuna delle domande.

Ministro Crosetto, perché tante polemiche sulle nomine in queste settimane?

E lo chiede a me? A ogni cambio di governo ci sono alcune posizioni apicali nella pubblica amministrazione che possono essere cambiate. Tanto per capirci, nella Difesa su 300mila persone si parla di 4 o 5 posizioni. Lo spoils system è questo. C’è una legge che lo disciplina. Poi c’è chi mischia queste scelte alle nomine nelle partecipate, che sono tutt’altra cosa. In ogni caso l’approccio della premier Meloni è chiaro: cacciatori di teste, curriculum, esperienza. Così si chiamano le persone migliori. Questo Governo non mette un amico al posto di uno bravo. Quando cambi uno bravo è perché al suo posto ne metti uno bravissimo.

Mi sta dicendo che sarà premiato il valore delle competenze?

Non premiare il valore delle competenze è un suicidio. Chi pensa di mettere gli amici o gli amici degli amici al posto dei competenti non è un politico capace ma uno votato al suicidio.

Qual è il punto di vista del ministro della Difesa sul valore di un’osmosi tra mondo militare e mondo civile? 

La cooperazione tra i due mondi è fondamentale nel campo dell’innovazione e nella quotidianità. Non puoi pensare di avere all’interno dell’organizzazione militare le competenze che servono ad esempio nel campo della cybersecurity, dell’ingegneria, della sanità. Non puoi pensare di costruirti tutte eccellenze interne. Utilizzare i servizi della parte civile è fondamentale per una Difesa che vuole rimanere al passo coi tempi. Questa osmosi è essenziale anche in un altro senso. Noi reclutiamo giovani, gli facciamo fare 2 o 3 anni con noi, ma non tutti questi diventano poi soldati. Molti ritornano nel mondo civile. Anche in questo senso serve un’osmosi. Va strutturato un rapporto per cui questi ragazzi che hanno servito per anni la Difesa, vanno accompagnati nella formazione e nella ricerca del lavoro per poter entrare nella società civile e anche in altre amministrazioni dello Stato. È un percorso che è stato avviato ma è uno dei temi che mi prefiggo di perseguire perché è sbagliato sprecare una risorsa importante come i ragazzi che hanno servito per anni il Paese in uniforme. Abbiamo bisogno di un’osmosi nella cooperazione tutti i giorni, sulla manutenzione, sulla sanità, sull’innovazione, sulla ricerca, con università e aziende e la parte civile del Paese. L’eccellenza la raggiungi con la cooperazione, non chiudendoti dentro il fortino della Difesa.

Lei ha spesso criticato certa burocrazia che frena la modernizzazione del Paese. Qual è la medicina per avere una burocrazia che faccia progredire l’Italia?

Io le descrivo quello che vedo. Per avere un’autorizzazione per un capannone in Italia ci vogliono 5, 6, 10 anni. In Germania basta un anno. Un mio amico ci ha messo 5 anni per realizzare un parcheggio a servizio della sua azienda, su un terreno di sua proprietà. Questo è un esempio concreto. Se mettiamo a confronto i tempi della burocrazia italiana con quella di altri Paesi europei, deduco che alle nostre imprese infliggiamo uno svantaggio competitivo che le azzoppa rispetto ai loro competitor europei. Il peso del luogo in cui opera un’azienda, alla fine fa perdere la competizione con altre aziende uguali che lavorano in un ambiente migliore dal punto di vista burocratico. Il confronto lo devo fare tra l’Italia e gli altri Paesi. E questo confronto è macroscopicamente a nostro svantaggio. Quindi, o cambiamo o moriamo.

Come?

Occorre fare un patto con la burocrazia. Le persone che lavorano per la burocrazia, anche quelle eccezionali, guadagnano molto meno di quanto guadagnerebbero con i privati. Non è più sostenibile. Nessuno deve pensare che arrivare al pubblico impiego possa significare non lavorare a vita. Il problema del pubblico impiego è che da una parte hai persone che lavorano e si sacrificano nonostante tutto, e affianco hai persone che percepiscono lo stesso stipendio magari non facendo nulla. Non può più succedere. Chi è bravo va premiato. Nei ranghi dello Stato ci sono donne e uomini eccezionali che meritano di essere premiati.

Mafia boss Matteo Messina Denaro arrestato

A proposito di meriti. L’arresto di Matteo Messina Denaro è stato un esempio di sinergia tra forze dell’ordine e magistratura. Poi, però, apriamo i giornali e leggiamo di presunte trattative, polemiche per la latitanza durata 30 anni…

Non capisco questo tentativo di sminuire il lavoro di servitori dello Stato. Matteo Messina Denaro è un arresto frutto del lavoro di centinaia di uomini e donne: carabinieri, magistrati, poliziotti, finanzieri. Mentre noi facevamo le nostre vite tranquille, loro combattevano la mafia, arrestando centinaia di persone e confiscando beni per miliardi di euro, intercettando centinaia di partite di droga. La ciliegina sulla torta è stato l’arresto di Messina Denaro, perché non festeggiarlo? La cattura di questo mafioso è una vittoria dello Stato, non è una vittoria di Meloni o Piantedosi o Crosetto.

Kiev guerra Russia
Nella foto un edificio residenziale danneggiato da un aereo nemico russo nella capitale ucraina Kyiv

Ministro Crosetto, parliamo della guerra in Ucraina. Lei intravede prospettive di pace a medio termine?

Non sono ottimista. La Russia credo abbia in testa di concludere l’occupazione di tutta la parte sud dell’Ucraina per creare un corridoio di collegamento e di allargamento del territorio russo fino alla Crimea. Il conflitto non finirà presto.

L’Italia come può aiutare gli ucraini a difendersi?

Li abbiamo aiutati e li aiuteremo in due modi: sanzionando economicamente l’aggressore russo in maniera durissima; aiutando il popolo ucraino a difendersi con le armi contro bombe e missili. I russi stanno distruggendo non solo le infrastrutture militari, ma anche quelle civili: acquedotti, centrali termiche ed elettriche…

L’Est Europa è un fronte caldissimo.

È un fronte dove abbiamo già oltre duemila persone schierate: un numero che sarà incrementato nei prossimi mesi. Stiamo fornendo un sistema di difesa missilistica Samp/T alla Slovacchia, in sostituzione di un sistema di difesa Usa che viene spostato. All’ultima riunione del Consiglio Supremo di Difesa abbiamo discusso anche del fronte sud, il Mediterraneo. Non dimentichiamoci dei problemi che ci sono in Nordafrica. La Libia ancora divisa. La Tunisia che sta vivendo una crisi economica drammatica. L’Africa subsahariana dove lo jihadismo fa proseliti. Siamo impegnati, assieme ai nostri alleati, su più fronti.

Poi ci sono anche le provocazioni russe nel Mediterraneo, vicino alle nostre coste.

Non s’è mai avuta una così forte concentrazione di navi e sommergibili russi nel Mediterraneo. Ma c’è una forte concentrazione di Russia, e Cina, in Africa. Ricordiamoci che la Wagner è presente in Africa. Molte forze armate in Africa sono formate da militari russi. C’è una presenza russa nel Nordafrica, in Siria. L’atteggiamento russo è molto provocatorio su tanti fronti, non solo su quello ucraino.

cybersecurity cloud data breach

Parliamo dei costi per la nostra sicurezza e degli attacchi cyber alle nostre infrastrutture.

La differenza tra un attacco perpetrato con un carro armato e un attacco cyber, è che il secondo non si vede da dove parte, nessuno ne rivendica la paternità e viene considerato quasi accettabile. Faccio spesso un esempio per far capire quanto può essere grave un attacco cyber: pensate ad un attacco che distrugge i dati dell’Inps. Per 15 giorni non succederebbe niente, poi arrivati al 27 del mese, quando le persone devono ricevere la pensione, nessuno la può intascare perché mancano i dati per accreditarla. Ve l’immaginate il caos, le proteste? Per percepire la gravità di un attacco cyber bisogna pensare a come questo va ad incidere sulla vita di milioni di persone.

Il Pnrr che sembrava immodificabile ora pare che possa essere cambiato, adeguato. È una vittoria politica del suo Governo o è capacità di comprensione della presidente von der Leyen?

È la forza della verità. Qualunque persona di buon senso capisce che se ho fatto un preventivo di un ponte, una ferrovia o un palazzo tre anni fa, e tutti i prezzi delle materie prime che concorrono a costruirlo sono in alcuni casi raddoppiati, il costo non può essere uguale. Il governo si è limitato a dire che non possiamo far finta che non sia cambiato il mondo e sta ponendo il tema della possibile realizzazione dei progetti programmati nelle tempistiche chieste dall’Unione europea. L’errore più grosso che possiamo fare è quello di iniziare un’opera, arrivare magari all’80% dell’opera, fare scadere i tempi europei, e poi sa cosa succede? Che l’opera non è finita, dobbiamo restituire tutti i soldi e pagare l’opera non terminata con nostre risorse. Giorgia Meloni ha posto un problema di buon senso; l’Europa non ha potuto far altro che prenderne atto. Si sta verificando quali sono le opere che si possono realizzare, con che tempi e con che costi. Il tutto in una discussione trasparente. L’obiettivo del Pnrr non è creare problemi alle nazioni, ma aiutarle a superare il momento di crisi.

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