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Dal meme alla notizia, l’evoluzione di CNC Media. Intervista all’editore Francesco Brocca

redazione CNC Media

Caroselli informativi, brevi video d’approfondimento, infografiche e meme esilaranti. Nel 2022 oltre 420 milioni di impression totali e oltre 6 milioni di utenti unici al mese. Una media di oltre 40mila like e 500 commenti per post, circa 600mila visualizzazioni per ogni video. Sono questi gli ingredienti principali che hanno portato CNC Media ad essere uno dei principali canali di informazione su Instagram per le nuove generazioni. La compagine societaria è totalmente italiana: Francesco Brocca (in piedi nella foto di copertina), Leonardo D’Onofrio, Luca Scoffone (Co-fondatori della holding eGroup) e Gianluca Daluiso. Nel mese di dicembre hanno inaugurato i nuovi uffici a Milano ed è impossibile non leggere nei loro sguardi l’orgoglio di avere oltre la metà della community composta da giovani tra 20 e i 35 anni. Navigano a gonfie vele in quel mare burrascoso che è l’editoria e lavorano duramente pur di finanziare il progetto solo attraverso le loro forze. Obiettivi? Tanti. Uno fra tutti quello di allargare ancora di più la loro sfera d’influenza.

“Siamo convinti che fare una corretta informazione sia sinonimo di libertà. Se in Italia i giovani si stanno avvicinando sempre di più a tematiche come sostenibilità, inclusività e diritti, molto è dovuto ai nuovi canali di divulgazione, che come noi, hanno saputo colmare un vuoto, prima di tutto, comunicativo, e successivamente, qualitativo, dell’informazione. In questo panorama, CNC Media ha avuto la forza di confrontarsi costantemente con la propria fanbase, ascoltandone le richieste”, spiega Francesco Brocca, 29 anni, founder e managing director di CNC MediaBrocca è titolare di eGroup, una holding nella quale confluiscono diverse società (tra cui CNC Media).

francesco brocca cnc media copia
Francesco Brocca, editore di CNC Media

Da pagina di satira ad uno dei principali canali di informazione per le nuove generazioni.

CNC Media-Cose Non Cose nasce nel 2015 come mio progetto universitario con un obiettivo molto semplice: utilizzare il meme come strumento di satira informativa. Descrivo il nostro percorso come un processo di evoluzione, andato di pari passo con i cambiamenti delle piattaforme social e con la crescita anagrafica del nostro pubblico, che da sempre è la colonna portante di tutto il progetto. Inizialmente i social network erano molto diversi da come li conosciamo oggi. I linguaggi di oggi non avrebbero funzionato all’epoca e in un certo senso la consapevolezza di tutti noi, frequentatori dei social, era diversa riguardo le loro vere potenzialità.

I meme rappresentano un vero e proprio stile di comunicazione molto diffuso in Italia. Si possono utilizzare per fare informazione?

Fare informazione esclusivamente con i meme è molto complesso. L’immediata potenzialità comunicativa offerta dal meme è ormai diventata così evidente che la maggior parte delle media company ha iniziato ad inserirlo come struttura ricorrente all’interno della propria linea editoriale. CNC è stata tra le prime community a utilizzarli per fare satira informativa. Il meme è un mezzo per catturare l’attenzione delle nuove generazioni. Infatti, con quei linguaggi e formati grafici caratteristici, è stato per noi possibile avvicinare centinaia di migliaia di giovani a questioni d’attualità che difficilmente avrebbero approcciato in altro modo.

La compagine societaria è formata esclusivamente da under 30, un azzardo?

Da anni portiamo avanti decine di start-up con business e visioni differenti. Essere sempre a stretto contatto con così tante persone della nostra età ci permette di innovare rapidamente, riuscendo a rappresentare al meglio le esigenze che ci provengono dalle nostre community.

Il vostro logo non è una scelta casuale?

Nel 2013 ad Hong Kong alcuni attivisti decisero di sostituire i 4 carri armati della celebre foto del Tank Man con l’installazione artistica ‘Rubber Duck’ di Florentijn Hofman, che in quei giorni veniva esposta in città. La foto modificata divenne virale sui blog cinesi e conseguentemente bannata dal governo di Pechino. Da quel momento, la papera gialla è diventata l’emblema dello sberleffo transnazionale al potere costituito, soprattutto da parte di giovani studenti. Per noi rappresenta l’essenza intrinseca dei nostri valori, sia nella forma che nella sostanza di quel gesto rivoluzionario.

Rubber Duck di Florentijn Hofman
10 giugno 2013: La gigantesca scultura ‘Rubber Duck’ dell’artista Florentijn Hofman nuota nel Victoria Harbour di Hong Kong.

Riuscite ad attrarre le aziende?

Con gli anni abbiamo fatto investimenti importanti su figure sempre più di spicco nel mondo del giornalismo. Questo sicuramente ci ha permesso di lavorare con decine di aziende con cui condividiamo i valori e gli obiettivi di comunicazione. In quest’ottica non ci stancheremo mai di ripetere che “non siamo un volantino pubblicitario” ma ci piace costruire rubriche editoriali con una cornice valoriale, all’interno della quale i nostri partner possano trasmettere messaggi di vera utilità per la nostra community.

Che cosa attrae la Generazione Z?

Sono anni che mi occupo di comunicazione digitale. La prima regola è l’ascolto. Solo a quel punto si potrà davvero parlare di soluzioni. Non esistono formule magiche. Non c’è un solo punto focale attorno al quale ruotano gli interessi delle nuove generazioni. Ci sono certamente degli elementi di rottura che spaventano. Basti pensare che buona parte dei lavori per cui oggi si studia all’università, probabilmente tra qualche anno non esisteranno più.

I giovani sembrano disincantati rispetto alla politica, eppure le pagine social che si occupano di attualità sono molto seguite. È un controsenso?

No, anzi. I giovani mostrano un forte interesse per la politica. Allo stesso tempo però ostentano una profonda insofferenza verso le promesse, spesso tradite, da parte dei partiti.
La richiesta è quella di una politica più attiva e fortemente ancorata ai problemi che i giovani vivono quotidianamente sulle loro spalle: lavoro, scuola, difesa dell’ambiente. Un dato importante che abbiamo rilevato in questi anni è che solo 1 ragazzo su 2 è soddisfatto del proprio percorso di studi: in Italia manca un vero processo di orientamento.

I politici hanno imparato a comunicare sui social o sono ancora troppo distanti dalle nuove generazioni?

La classe politica si è dimostrata poco appassionata al linguaggio e ai temi dei giovani. Le ultime elezioni hanno visto molti leader politici cimentarsi in contenuti, a volte anche molto divertenti, senza considerare che si stavano confrontando con un pubblico disincantato. Oggi i giovani si informano, verificano le fonti. Non basta più realizzare i soliti video motivazionali.

Lei ha lanciato anche il progetto ‘l’Oasi dei giovani’. È servito a fare informazione?

L’anima di CNC Media è fare un’informazione che produca un cambiamento, che inviti i lettori ad agire in prima persona. In questo senso abbiamo pensato di lanciare questo progetto insieme a 3Bee, invitando ad adottare o regalare un alveare (chi lo fa tra l’altro poi riceve anche del miele delle “proprie” api) e al tempo stesso portare all’attenzione l’importanza delle api per il nostro ecosistema. E devo dire con soddisfazione che la community ha reagito molto bene, supportando oltre 80mila api.

Che obiettivi vi siete posti per il 2023?

Stiamo lavorando su diversi progetti. Pubblicheremo il nostro primo Daily Podcast: una rassegna stampa, dal lunedì al venerdì, sui principali fatti del giorno. Un altro grande obiettivo sarà lo sviluppo di un tour nelle scuole e nelle università italiane per parlare di sostenibilità con ospiti di grande livello. Ah, stiamo scrivendo un libro, ma vi darò maggiori informazioni nelle prossime interviste…(ride).

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