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Tim taglia i costi e torna a macinare utili, l’ad Labriola svela i nuovi target finanziari

Tim chiude il 2022 facendo meglio delle attese degli analisti. E meglio delle aspettative del management, superando le guidance grazie a un ulteriore miglioramento dei trend operativi nel quarto trimestre.

Nel nuovo piano, che verrà svelato tra poche ore, l’ad Pietro Labriola potrebbe dunque alzare l’asticella dei target finanziari da raggiungere. Nei dodici mesi i ricavi da servizi sono stati pari a 14,6 miliardi (+1,3%) e l’ebitda organico pari a 6 miliardi in calo del 6,7% ma è nel quarto trimestre che si vede “l’azione di stabilizzazione e di rilancio del business domestico e l’accelerazione dello sviluppo di Tim Brasil”.

I ricavi da servizi aumentano per il terzo trimestre consecutivo (+3,6% a 3,9 miliardi); l’ebitda inverte il trend negativo dei trimestri precedenti e segna una crescita del 2,7% attestandosi a 1,5 miliardi di euro. A raggiungere questo risultato ha contribuito il taglio dei costi (con una riduzione di circa 337 milioni di euro, raggiungendo il 112% del target fissato per il 2022). Il debito after lease si è stabilizzato a 20 miliardi (in crescita rispetto al 2021 esclusivamente per le partite straordinarie) e la liquidità (pari a 9 miliardi) copre tutte le scadenze fino al 2024.

Gli analisti riconoscono “una rottura rispetto al passato” e ricordano come un’ulteriore spinta arriverebbe dalla vendita di Netco ma “la mancanza di visibilità sui piani del governo ha complicato il percorso verso un accordo, con la conseguente situazione di stallo”. Gli occhi sono dunque puntati su Cdp e sul Mef a cui spetta l’ultima parola e che potrebbero allearsi o rilanciare sull’offerta di Kkr per Netco. “Non faccio il tifo per nessuno; decideranno loro per il meglio” commenta il leader della Lega Matteo Salvini. Intanto l’ad Pietro Labriola prosegue sulla strada imboccata a luglio.

La strategia resta quella del “superamento dell’integrazione verticale attraverso la separazione degli asset infrastrutturali di rete fissa (NetCo) dai servizi (ServiceCo con TIM Consumer, TIM Enterprise e TIM Brasil)”, con l’obiettivo riconfermato di ridurre ancora l’indebitamento attraverso operazioni di trasferimento e valorizzazione di alcuni asset. Per Tim Consumer i ricavi da servizi sono calati del 7% ma c’è una riduzione del tasso di disattivazione dei clienti; i ricavi da servizi di Tim Enterprise crescono dell’11% trainati da Cloud, Security e IoT.

E infine NetCo con ricavi in calo del 4%, a causa di transazioni one-off contabilizzate nel primo semestre dell’anno scorso che gestisce circa 16 milioni di accessi fissi (di cui circa 72% in tecnologie FTTx) con una quota di mercato pari a circa l’80%. Le unità tecniche raggiunte con tecnologia FTTH erano 7,7 milioni, pari a una copertura di circa il 32%, in crescita di 7 punti percentuali rispetto a fine 2021.

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