Cerca
Close this search box.

Brucellosi, cosa sta accadendo dopo lo stop agli abbattimenti

È l’oro bianco, la mozzarella di bufala Dop. Amatissima dai consumatori e prodotto di punta dell’agroalimentare del Belpaese, nel 2019 molti allevamenti del casertano furono travolti dalla brucellosi, una malattia infettiva causata da un batterio del genere Brucella e trasmissibile dall’animale all’uomo.

Dai controlli della Asl moltissimi capi risultarono positivi e, in accordo con la normativa nazionale, furono destinati alla macellazione. Gli accertamenti post mortem certificarono però che, nella quasi totalità dei casi, si trattava di falsi positivi. Intanto, centinaia di aziende erano state costrette a chiudere i battenti e decine di migliaia di capi erano stati inutilmente abbattuti. Da lì partirono una serie di ricorsi alla giustizia amministrativa, la cui giurisprudenza ha alternato accoglimenti e rigetti, facendo infine prevalere questi ultimi. Nelle ultime settimane però il Consiglio di Stato ha accolto i ricorsi di tre diverse aziende e, in attesa del giudizio di merito, ha sospeso in via cautelare gli abbattimenti.

L’ingente numero di falsi positivi dipendeva dal tipo di test effettuati, SAR e FDC, esami sierologici indiretti. Gli accertamenti post mortem, effettuati a campione dall’istituto zooprofilattico, sono invece diretti e hanno accertato la negatività nella quasi totalità dei capi abbattuti.

“Dopo la morte si procedeva all’esame istologico sui tessuti, poiché la carne macellata andava destinata al consumo umano e quindi si dovevano prima effettuare controlli rigorosi. Così si scopriva che nel 98% dei casi si trattava di falsi positivi”, spiega a Fortune Italia Giovanbattista Iazeolla, avvocato difensore delle tre aziende del settore le cui istanze sono state accolte dal Consiglio di Stato.

“La decisione del Consiglio di Stato – spiega Iazeolla – è importante, perché può invertire la rotta. Afferma la prevalenza del principio di proporzionalità sul principio di precauzione. Nella legislazione europea e nella giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Ue, a differenza della normativa italiana, a prevalere è il principio di proporzionalità: se si infligge una sanzione a un soggetto, deve esistere una proporzione tra il danno arrecato e il beneficio che se ne ricava. Questa proporzione non è stata rispettata. Il beneficio per la tutela della salute pubblica, inoltre, non è chiaro perché dalle analisi post mortem gli animali risultano quasi tutti sani. Ma la cosa più importante è che manca uno studio epidemiologico che ci faccia capire quanta gente in Italia che consuma mozzarella di bufala, si ammala di brucellosi”.

La brucellosi rappresenta una delle più frequenti zoonosi, ossia le malattie trasmissibili dagli animali all’uomo. La trasmissione avviene solitamente attraverso il contatto diretto con animali infetti o con il consumo di latte o derivati da animali infetti. È oggetto di sorveglianza obbligatoria in base alla normativa nazionale e comunitaria; in Europa permane oggi soprattutto nei Paesi del Mediterraneo. In Italia è presente in alcune regioni meridionali, fra cui la Campania e segnatamente la provincia di Caserta.

Anche sui rischi per la salute umana l’avvocato è scettico. “Nei rari casi in cui colpisce l’uomo, la brucellosi può provocare un’infezione che si cura tranquillamente con gli antibiotici”.

Moltissimi sono stati gli allevatori che hanno visto le proprie stalle svuotarsi in modo inesorabile. La normativa italiana prevede la possibilità dello stamping-out: l’abbattimento totale di tutti gli animali, qualora risultino positivi più del 20% dei capi. In questo caso non restava che chiudere l’attività o ricominciare letteralmente da zero.

“I danni economici sono stati enormi – spiega Iazeolla – Per ogni capo abbattuto l’allevatore riceve un indennizzo pari a circa 1.500 euro, ma ogni bufala costa più del doppio. Ma il danno incalcolabile è la perdita della linea di sangue, la selezione genetica tramandata pazientemente dagli allevatori di generazione in generazione. A quel punto riparti da altre bufale che non hanno però niente di diverso da quelle presenti in Germania o al Nord Italia. Il rischio concreto è quindi quello di perdere il marchio Dop  e con esso la posizione di forza faticosamente conquistata sul mercato”.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.