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Ucraina, così la guerra ha cambiato gli affari

In occasione del primo anniversario, quasi tutti hanno scritto di come la guerra in Ucraina abbia cambiato il mondo, dal Wall Street Journal al Time a Chatham House. Ma se provassimo a restringere un po’ il cerchio: in che modo la guerra in Ucraina ha cambiato gli affari?

Tanto per cominciare, lasciamo da parte la crisi delle catene di approvvigionamento: un fenomeno in corso già prima dell’inizio della guerra, che l’invasione russa ha semplicemente accelerato. E lasciamo da parte anche l’inflazione: pure in questo caso, la guerra ha soltanto peggiorato un problema preesistente.

Ci sono altri aspetti da considerare, che riguardano più direttamente il mondo degli affari. Ad esempio: le aziende non possono più ignorare la geopolitica. Questo non è solo a causa di sanzioni di vasta portata, come quelle che gli Stati Uniti avevano già imposto all’Iran. È perché gli investitori, i clienti e la società in generale ora si aspettano che le aziende prendano una posizione. C’è qualche precedente per questo nel movimento anti-apartheid degli anni ’70. Ma la reazione anti-russa è stata molto più veloce, più grande, più forte e pervasiva (e guidata in parte dall’implacabile fustigazione del professore di Yale, Jeffrey Sonnenfeld).

Inoltre, l’equazione rischio/rendimento in Cina è cambiata radicalmente. L’invasione russa evidenzia il “What if?” riguardo alla questione di Cina e Taiwan. Ovvero: cosa accadrebbe se alla fine dominasse ‘una sola Cina’? Praticamente ogni grande azienda con interessi considerevoli in Cina ha dovuto misurarsi con questa questione spinosa nell’ultimo anno.

Con la guerra in Ucraina poi, il ruolo del petrolio e del gas nella transizione energetica viene ripensato. BP è probabilmente la major petrolifera più attenta al clima e aveva promesso una riduzione del 40% degli investimenti in combustibili fossili prima dell’invasione. Ma l’azione della Russia ha chiarito che una compagnia petrolifera socialmente responsabile non può concentrarsi solo sul clima, senza considerare l’affidabilità, l’accessibilità e le implicazioni geopolitiche della produzione di petrolio e gas di cui il mondo avrà bisogno durante la transizione.

Infine, e non è una novità, la guerra è un grande affare. Non è solo che gli Stati Uniti hanno fornito de03cine di miliardi di dollari in aiuti all’Ucraina, ma che praticamente ogni Paese del mondo ha aumentato la spesa pianificata per la difesa. Basta guardare i prezzi delle azioni di Lockheed Martin, Northrop Grumman, Raytheon o General Dynamics per avere un’idea della mossa.

L’articolo originale è disponibile su Fortune.com 

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