Bisogna avere molta sensibilità politica, attitudine alla comunicazione, attenzione a ciò che piace alla gente per fare il social media manager di un politico. Se poi lo fai per un premier, diventa totalizzante. Il lavoro riempie le giornate senza soluzione di continuità. Il confine tra professione e vita privata si assottiglia sempre di più. “Sacrifici, ma anche tante soddisfazioni”, come ci dice Tommaso Longobardi (nella foto in evidenza), dal 2018 responsabile della comunicazione digital di Giorgia Meloni, presidente del Consiglio e leader di Fratelli d’Italia. Oggi Longobardi è anche esperto senior dei social network a Palazzo Chigi. Classe 1991, laureato in psicologia, con un passato fatto di consulenze tra profili social di diverse aziende, cinque anni fa ha fatto una scelta: quella di mollare tutto e seguire Giorgia Meloni, quando il suo partito era al 3% nel nostro Paese, per farla sbarcare ufficialmente sulle piattaforme digitali. Perché la politica è social. Perché la politica non può più fare a meno dei social. Perché i social sono uno strumento di comunicazione indispensabile, efficace e nient’altro che scontato da saper utilizzare. Ed è per questo che servono sempre più professionisti del settore. Il rischio, altrimenti, è “avere dei boomerang sulla comunicazione, difficilmente gestibili a posteriori”.

Cosa significa essere l’uomo ombra del primo premier donna e vivere la politica dentro i palazzi, da protagonista ghostwriter, stando sempre un passo indietro?