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Intelligenza artificiale e nuove competenze, intervista a Padre Paolo Benanti | VIDEO

padre paolo benanti

Nella trasformazione in atto e nella ricerca di nuove competenze, strumenti come l’intelligenza artificiale possono fornire un grosso supporto. Parola di un frate francescano, docente di teologia morale ed esperto di Ai.

Frate francescano, docente di teologia morale e bioetica alla Pontificia Università Gregoriana e Accademico della Pontificia Accademia per la Vita. Quando Padre Paolo Benanti (nella foto in evidenza) ci accoglie all’interno del Convento dei Santi Quirico e Giulitta a Roma, è al cellulare. Sta inviando un messaggio. Del resto nessuno si stupisca: è un frate iperconnesso. Anche Dio e il web, dialogano. Per fortuna. “Tanto per cominciare”, spiega mentre ci incamminiamo verso la sala centrale, “siamo in una fase di profondo rinnovamento. Mondo civile e mondo religioso evolvono e hanno per questo bisogno di andarsi incontro, formando nuove competenze. In questa trasformazione, strumenti che sono sinonimo di innovazione, come l’intelligenza artificiale, possono fornire un grosso supporto”.

Saper sfruttare la tecnologia in maniera sapiente, garantendo aspetti come privacy, sicurezza, equità e impatto ambientale, conciliarla con i grandi temi etici, secondo Padre Benanti è una delle sfide più impegnative che attende l’uomo nei prossimi decenni. “Chi si occupa del tema sa che quando è stata introdotta l’automobile, un governo come quello inglese aveva dato regole ferree. Il veicolo non poteva andare a più di venti chilometri orari, doveva essere preceduto a 200 metri da un pedone con una bandiera rossa che veniva sventolata. Poi è arrivato il codice della strada. Abbiamo iniziato a formarci e abbiamo acquisito nuove competenze per convivere in strada anche con le automobili. Questa, a grandi linee, è la sfida di cui stiamo parlando”, dice Padre Benanti, che aggiunge: “Se da un lato questi nuovi strumenti spaventano, tra tanti motivi, perché mangiano competenze, dall’altro ne creano. Abbiamo pur sempre bisogno di qualcuno che sappia controllare la macchina, che sia in grado di giudicare se ciò fa un Ai è giusto o meno”.

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