Nunzia Ciardi, vicedirettrice dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, ci spiega che siamo tutti a rischio perché, pur vivendo una vita digitale iperconnessa, ragioniamo ancora con una testa analogica che ci rende attaccabili dai criminali del web.
La prima domanda la fa lei a me, che devo intervistarla. “Prima di pubblicare l’intervista, mi manderebbe il testo?”. Certo, glielo mando. Ma perchè, non si fida? “L’ultima volta una sua collega ha scritto che usavo Tinder”. E che male c’è? “Nessuno, però non è vero. Mi è stato chiesto cosa pensassi dell’app e ho risposto che non ho pregiudizi, ma che va usata con prudenza”.
In effetti sarebbe curioso trovarsi a chattare con Nunzia Ciardi, la vicedirettrice dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, ex direttore della Polizia Postale. Sarebbe curioso e, per qualcuno, anche controproducente. “Ho parlato di Tinder – spiega – perché i giovani lo usano tanto e devono sapere come. È importante che avvisino qualcuno di fidato prima di un appuntamento, che scelgano un posto pubblico. Non sai mai chi c’è dietro a uno schermo”.