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JPMorgan: i motori dell’economia stanno per spegnersi, la recessione è inevitabile

Wall Street

JPMorgan: “Abbiamo raggiunto il punto di non ritorno: la recessione è inevitabile, i motori dell’economia stanno per spegnersi”

Una serie di crisi bancarie culminate con il fallimento della Silicon Valley Bank hanno costretto gli analisti economici di molti istituti bancari, compreso JPMorgan Chase, a riscrivere ripartendo da zero le previsioni sulla recessione: mesi di piccole vittorie contro l’inflazione e un’economia relativamente forte sono state probabilmente spazzate via in meno di due settimane

Anche se il governo e il settore privato sono in grado di contenere efficacemente il contagio dei crolli bancari affinché non dilaghi nell’economia, è possibile che i fallimenti portino conseguenze durevoli nel sistema finanziario statunitense. Alcune banche stanno in bilico sull’orlo del burrone sia in America che in Europa, mentre la tensione dei mercati e la promessa di regole più severe potrebbero condurre verso una crisi economica – un repentino declino della disponibilità delle banche a concedere prestiti per mancanza di fondi.

Ciò si aggiunge a una difficile scelta che la Federal Reserve dovrà fare mercoledì nella prossima riunione dei funzionari: rallentare il ritmo del rialzo dei tassi di interesse o andare avanti per ridurre l’inflazione in ripresa e rischiare di amplificare i danni all’economia. Ma per quanto riguarda la Fed, le speranze di progettare un atterraggio morbido per l’economia ed evitare una recessione potrebbero già essere nello specchietto retrovisore.

“La Fed dovrà affrontare un compito difficile mercoledì, ma è probabile che il punto di non ritorno sia già stato superato” hanno spiegato lunedì in una nota ai clienti gli strateghi di JPMorgan, guidati da Marko Kolanovic, capo mondiale della strategia dei mercati. “Un atterraggio morbido sembra improbabile, con l’aereo in avvitamento (mancanza di fiducia del mercato) e i motori sul punto di spegnersi (prestiti bancari).”

Non è chiaro quanto sarà contagioso il caso SVP. Pochi giorni dopo, la newyorkese Signature Bank ha dichiarato fallimento, richiedendo misure radicali da parte del Governo per tranquillizzare i titolari di conti in entrambe le banche sul fatto che sarebbero stati tutelati, ma altre banche di piccole dimensioni e regionali rimangono in situazioni precarie.

La First Republic di San Francisco resta ad alto rischio nonostante alcune grandi banche statunitensi si siano unite per sostenere le sue finanze con un deposito di 30 mld di dollari. Anche la Segretaria al Tesoro Janet Yellen ha promesso che Ci sono dei decenni in cui non accade nulla. E poi delle settimane in cui accadono decenni

“Anche se i banchieri centrali riuscissero a contenere il contagio, le condizioni del credito sembrano destinate a restringersi rapidamente a causa della pressione esercitata sia dai mercati che dalle autorità di regolamentazione”, ha scritto JPMorgan.

Gli analisti si riferivano alle sfide attuali come a un possibile “momento Minsky”, dal nome dell’economista americano Hyman Minsky, noto per aver preconizzato che i grandi rialzi dei mercati sono destinati a finire in crolli epici e giganteschi. Il momento Minsky arriva quando viene il momento inevitabile della riscossione dell’assegno e il castello di carte cade. Gli analisti di JPMorgan hanno scritto che il momento Minsky per gli Stati Uniti si sta avvicinando poiché solo le ultime settimane si è assistito a una serie di minacce economiche e geopolitiche per il mondo, tra cui crisi bancarie su entrambe le sponde dell’Atlantico, il raggiungimento di un nuovo accordo diplomatico tra Cina, Arabia Saudita e Iran, il viaggio del presidente cinese Xi Jinping a Mosca e l’incontro con Vladimir Putin, contro il quale è stato recentemente emesso un mandato di arresto internazionale per i crimini di guerra commessi in Ucraina.

Investitori e storici hanno messo in guardia per anni che un mercato finanziario in continua ascesa dal 2009 avrebbe inevitabilmente condotto a un’eccessiva correzione: “Il mercato in continua, continua crescita dal 2009 è infine maturato in una bolla epica” ha scritto nel 2021 Jeremy Grantham, investitore e storico dei mercati. Più recentemente, Grantham ha avvertito di una “everything bubble” devastante che ha definito “dannatamente grande” durante un’intervista con l’economista David Rosenberg.

“Ci sono dei decenni in cui non accade nulla. E poi delle settimane in cui accadono decenni” ha scritto un analista di JPMorgan citando una famosa frase di Lenin.

JPMorgan non è l’unica grande banca ad aver rivisto al ribasso le sue previsioni economiche nelle ultime settimane; anche Goldman Sachs ha avvisato i clienti che la crisi bancaria potrebbe infliggere un duro colpo alla crescita economica degli Stati Uniti. E l’ex segretario al Tesoro Larry Summers ha avvertito più volte negli ultimi mesi, anche prima della crisi bancaria, che l’economia potrebbe essere diretta verso un “momento Willy il Coyote”, essendo già scappata da un precipizio ma ancora beatamente ignara dell’improvviso crollo che sta per verificarsi.

Il rialzo del mercato più lungo nella storia degli Stati Uniti iniziato nel 2009 si è concluso solo nel 2020 a causa della pandemia. Alla breve recessione del 2020 è subentrato subito un altro balzo del mercato nel 2021, ma, dopo un anno di rallentamento della crescita, il tanto temuto momento Minsky o Wile E. Coyote potrebbe davvero essere arrivato.

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