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L’importanza dell’ascolto attivo nei leader

diversità

Negli ultimi anni si è parlato molto della figura del “leader gentile” ovvero colui che motiva i propri collaboratori invitandoli a dare il meglio ed aumentando così il benessere aziendale, sia nel pubblico che nel privato, facendo leva su quattro valori chiave quali gentilezza, disponibilità, empatia e rispetto. Quando discutiamo della “leadership gentile’ ci troviamo dunque di fronte a un manager che sceglie di attuare il proprio potere non attraverso il controllo e l’imposizione di rigidi schemi, ma stimolando il proprio gruppo di lavoro a raggiungere obiettivi comuni in un ambiente armonioso.

Molti concordano su come questa figura sia ormai indispensabile per le aziende poiché riassume l’essenza dei valori positivi. Tuttavia aggiungerei che il futuro leader, oltre ai consoni quattro punti citati precedentemete, dovrebbe essere portatore di un quinto ulteriore valore: l’ascolto attivo.  Come è noto l’ ascolto attivo è un atto intenzionale che impegna la nostra attenzione a cogliere quanto l’altro ci riferisce sia in modo esplicito che in modo implicito. Ci impegna quindi a riflettere su ciò che si ascolta tramite un consapevole sforzo di riflessione sulla comunicazione. Parliamo di una “soft skill” non così comune come qualcuno potrebbe immaginare ma assolutamente preziosa nella struttura organizzativa di un’azienda o nei tratti caratteriali di un o una manager.

Una delle più significative e nobili azioni che un leader (ma anche un’azienda o un comune individuo) possa realizzare è ascoltare con dedizione, investendo il proprio tempo in un ascolto fortemente attivo e dedicato. Interessarsi all’altro attraverso questa modalità è sinonimo di spiccata intelligenza emotiva poiché l’ascolto è spesso comprensivo di dialogo. Quest’ultimo rappresenta poi una componente assolutamente centrale per fornire e ricevere opinioni utili per comprendersi al meglio. È inevitabile che l’ascolto, comprensivo di dialogo, rafforzi il pensiero sociale e rappresenti l’anticamera della gentilezza. 

Un buon ascolto è molto più che stare in silenzio mentre l’altra persona parla. Al contrario, le persone percepiscono che i “great listener” siano quelli che periodicamente pongono domande che promuovono la scoperta e l’intuizione. Queste domande sfidano gentilmente la riflessione e l’introspezione mettendo in discussione anche radicati presupposti, ma in modo costruttivo. 

Ed ecco che le parole chiave come fiducia, ascolto, trasparenza, pazienza, sensibilità e gentilezza sembrano essere gli ingredienti per una nuova leadership a più livelli: una vera chiave di volta per favorire la creatività, l’adattabilità, e l’agilità di cui le organizzazioni hanno bisogno per sopravvivere e crescere in maniera sostenibile. Ulteriori tratti centrali da sottolineare nei futuri leader sono l’imperfezione come autenticità, la forza della vulnerabilità e l’efficacia dell’umorismo.

Un vero leader è anche consapevole che il modo migliore per ottenere credibilità è guadagnarsi il rispetto degli altri, dando il buon esempio: far seguire i fatti alle parole aiuta a creare fiducia e rende i membri del team più disposti a seguire l’esempio positivo.

È di conseguenza necessaria una leadership affettiva che parta da un presupposto di ascolto. Oggi è sempre più importante che le persone siano valorizzate per le loro competenze e per le capacità che sono in grado di trasferire nel mondo del lavoro. I ritmi elevanti, la tecnologia e i costanti cambiamenti fanno sì che il leader debba valorizzare al massimo i collaboratori, lasciando loro la possibilità di liberare energie positive fuori dai rigidi schemi di un passato paradigma organizzativo aziendale, contando anche sulla certezza di poter essere ascoltati attivamente dai loro leader.

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