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Giuseppe De Candia: dopo la musica e i corti sul web sogno il cinema

“A dicembre 2020 avevo finito di scrivere la sceneggiatura di ‘Scrivimi per Sbaglio’. Volevo girare un vero e proprio film, ma per inesperienza e per poca agibilità economica, abbiamo scelto di produrre un cortometraggio con tanti attori emergenti pugliesi. Abbiamo provato la sceneggiatura per un mese. È stata davvero
un’esperienza incredibile” 

Giuseppe De Candia, cantante e giovane regista, ha 26 anni e si è trasferito da poco a Roma per inseguire i sogni e proseguire gli studi. Parla a cuore aperto, ride e scherza. Mentre chiacchieriamo si guarda attorno, come se la bellezza di Roma lo influenzasse nel racconto della sua vita. “Ho avuto modo di frequentare la città durante il periodo di Amici, me ne sono innamorato. Sembra sempre di incontrare vecchi amici che conosci da una vita”.

Beviamo il caffè, racconta di lui, della sua famiglia, di come un ragazzo del Sud debba faticare il doppio per dimostrare quanto vale. Si definisce un tipo da bar, un uomo da due colazioni al giorno, un ragazzo che fa amicizia facilmente e che ama la commedia italiana.

Da cantautore ad aspirante regista. Sembrano due aspetti divergenti, ma il punto d’incontro è la creatività. Fin da bambino ho avuto la passione per la musica e allo stesso tempo mi divertivo ad imitare Christian De Sica o Fabio De Luigi.

Sognava la carriera da musicista?

La sogno ancora. Non credo che un artista debba porsi dei limiti. Siamo persone in divenire: più sperimentiamo, più cresciamo e scopriamo chi e cosa siamo. A 14 anni ho formato la mia prima band, i “Blackout”, nome molto rock, ma in realtà sembravamo la brutta copia dei Sonohra (ride, prende il cellulare in mano e mostra una foto della band). Scrivemmo la nostra prima canzone tra i banchi di scuola, ‘Una pioggia d’estate’. Poi la vita ci ha portato altrove, la band si è sciolta, ma siamo rimasti grandi amici.

Lei ha continuato ..

Nel 2011 ho prodotto il mio primo singolo, ‘Ehi Bella’, in cui cercavo spiegazioni al desiderio delle mie coetanee di voler diventare improvvisamente adulte: truccarsi, fumare, atteggiarsi. La reazione non fu delle migliori. Il voler cantare era vista come un’attività femminile. I maschi dovevano giocare a calcio – non faceva per me – altre passioni erano mal viste. Oggi forse possiamo dire che questi stereotipi non sono più così frequenti, ma nel Sud Italia è evidente quanto tutto sia più lento
ad attecchire.

Il primo disco?

L’ho pubblicato nel 2013. C’era dentro di tutto: dalle canzoni d’amore a quelle estive. Il periodo più importante è stato nel 2018, con Amici. Ho superato le fasi dei casting, ma sono stato eliminato all’assegnazione dei banchi. Le porte in faccia fanno sempre male, ma sono anche un grande strumento di crescita.

Da Bisceglie a Roma. é uno dei tanti giovani che migra.

La Puglia è un luogo meraviglioso: artisti, musica, cultura, cinema. Le possibilità di emergere, però, sono limitate. Sarebbe bellissimo se al Sud nascessero sempre più opportunità professionali, ma è evidente che se si desidera trasformare la passione artistica nella propria quotidianità, la vita ti porta altrove.

Musica e cinema, combo vincente?

Ciò che mi fa innamorare del processo creativo è vederne il risultato finale. Una canzone o un film sono come dei figli, ti ci affezioni e diventano qualcosa di più grande di un semplice progetto personale. C’è una vera e propria fase di gestazione dell’idea, in cui il cervello non è mai veramente a riposo, lavora costantemente per dare vita a quel pensiero.

Sa quando sale l’emozione?

Domanda retorica? (Ride) Quando il prodotto artistico che hai creato non è più solo tuo, ma potenzialmente di chiunque. Quando capisci che ciò che hai creato può avere un effetto su altri. Una canzone non è mai solo una canzone. E lo stesso si può dire dei cortometraggi: dietro c’è sempre l’intento di comunicare un messaggio che abbia un valore.

Soddisfatto di ‘Scrivimi per sbaglio’?

Assolutamente. Devo tantissimo alla squadra che mi ha accompagnato. Preparare da solo la sceneggiatura e capire come muovermi in questo ambiente è stata una grande palestra. Abbiamo fatto una prima proiezione al cinema Politeama di Bisceglie. Non mi sarei mai aspettato tutto il calore e l’affetto ricevuti. Anche se parla di amore giovanile, la storia raccontata non ha un’età, arriva al cuore e alla testa di chiunque. Lo abbiamo presentato anche nei festival cinematografici indipendenti e internazionali. Siamo stati selezionati a circa 20 festival e abbiamo vinto 8 premi.

Sta uscendo il secondo film breve, ‘E prometto di esserti Fedele sempre’.

Interpreto Fedele, un giovane scaltro che vuole impossessarsi della ricca eredità di una povera donna anziana, interpretata dalla bravissima attrice pugliese Antonia di
Bisceglie. Abbiamo lavorato 14 ore al giorno. Il film breve uscirà a giugno, quindi tengo la bocca chiusa (ride). Ma essendo cinico, ironico e accattivante, non potete perdervelo.

Cantante e regista preferiti?

Luca Carboni, da sempre. Ho sempre sognato un duetto con lui. Sono fedele al cinema italiano: Paolo Sorrentino, Luca Guadagnino, Gabriele Muccino. Per le commedie Gennaro Nunziante e Alessandro Genovesi.

L’Italia investe nella cultura?

Dovremmo rendere la cultura alla portata di tutti, indipendentemente da età o reddito. Lo Stato dovrebbe investire più risorse nella formazione artistica professionale evitando di lasciare indietro chi ha meno strumenti.

Il suo appello generazionale?

Il mondo del cinema è difficilissimo ed estremamente competitivo, ma non è impossibile come molti credono. E dalla competizione deve nascere l’ispirazione. Piedi per terra, sii il tuo baule di idee. Ascolta sempre i consigli, tenta e ritenta, ma soprattutto non arrenderti mai.

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