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Rigenerazione urbana, a Milano in vendita gli ex scali Farini e S.Cristoforo

ex scalo Farini, rendering

Al via la vendita dei lotti, per un totale di 360mila metri quadrati di superficie lorda, dell’ex scalo ferroviario Farini di Milano, un’area di 45 ettari situata nei pressi della Stazione Garibaldi e Porta Nuova vicino alla più nota piazza Gae Aulenti dove si trova il grattacielo Unicredit, il più alto d’Italia. Insieme allo scalo Farini sarà venduta anche l’area dell’ex scalo di San Cristoforo nei presi del Naviglio.

Quello di Farini è lo scalo ferroviario dismesso più grande del capoluogo milanese, che nell’arco di alcuni anni sarà completamente riqualificato, contribuendo a un nuovo cambio di look, che contraddistingue Milano da oltre 15 anni, iniziato ancor prima dell’Expo 2015.

Un rinnovamento che porterà alla riqualificazione di molte aree urbane da tempo dismesse. Tra queste anche l’ex scalo ferroviario di Porta Romana, dove sorgerà il villaggio delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026.

Insieme all’area Farini, FS Sistemi Urbani, capofila del Polo Urbano del gruppo FS Italiane, ha annunciato anche il lancio della procedura di vendita dell’area di San Cristoforo.

La presentazione del progetto di riqualificazione urbana a Milano
La presentazione del progetto di riqualificazione urbana a Milano

“La gara di vendita dei lotti dei due scali ferroviari dismessi avverrà in tre fasi”, ha spiegato l’amministratore delegato di Fs Sistemi Urbani Umberto Lebruto, in occasione dell’odierna presentazione pubblica dell’operazione, “tra maggio e giugno gli investitori interessati, singoli o in associazione, potranno presentare la propria manifestazione di interesse. Seguirà una selezione delle domande in funzione della rispondenza degli interessati rispetto alla capacità di rispettare le caratteristiche del progetto Farini-San Cristoforo. La seconda fase, che si svolgerà tra giugno e agosto, sarà quella della due diligence dei selezionati, che valuterà la forza economica degli interessati all’acquisto dei lotti. Infine, tra agosto e novembre di quest’anno ci sarà un dialogo con gli investitori che avranno passato la seconda fase, che dovranno presentare la propria offerta vincolante e non revocabile”.

Ma che ne sarà di queste due immense aree urbane dopo la vendita? “Farini sarà convertita in un’area urbana in grado di ricucire la città unendo le zone oggi separate dai binari della ferrovia”, ha illustrato Giuseppe Savoia, direttore Valorizzazione e Sviluppo Immobiliare di FS Sistemi Urbani. Che ha poi posto l’accento sulle caratteristiche che avrà il progetto, una volta realizzato: “Dove ora scorrono i binari ci sarà un parco lineare la cui orientazione è studiata anche in base alla direzione in cui soffiano i venti, con l’obiettivo di contribuire a mitigare la temperatura della città di 1-2 gradi”.

Piergiorgio Vitillo

Molti i dettagli urbanistici fornito dal Piergiorgio Vitillo, professore di Architettura del Politecnico di Milano: “Il 60% dell’area Farini sarà destinata a verde pubblico e il resto diviso tra edilizia residenziale e non residenziale. Una particolare attenzione sarà dedicata all’housing sociale – le case popolari per intenderci – il 30% delle quali sarà destinata alla locazione, nell’ottica di rendere sostenibile questa rigenerazione urbana anche sotto il profilo dell’inclusività. La trasformazione dell’area sarà guidata anche dalla cultura: proprio nei capannoni un tempo utilizzati per la gestione delle merci sarà collocata l’Accademia di Brera, adiacente alla quale ci saranno 3 mila metri quadrati destinati a studentato. Quanto a San Cristoforo, l’ex scalo diventerà un grande parco urbano”, anche per controbilanciare le aree di Farini che saranno destinate all’edificazione.

“Il nostro obiettivo è ricucire” Milano “nell’ottica della ‘città dei 15 minuti’, con scuole, verde e servizi del comune disponibili per i cittadini vicino a casa. Nello scalo Farini ci sarà anche un campus universitario”, ha detto il sindaco di Milano Beppe Sala.

Il masterplan dell’area indica anche un’attenzione allo sviluppo economico che sarà possibile grazie alla riqualificazione urbana. Troveranno spazio nei piani terreno dei nuovi edifici luoghi destinati all’artigianato e al commercio. Perché, come ha chiosato Alessia Cappello, assessore allo Sviluppo Economico e alle Politiche del Lavoro del Comune di Milano. “Rigenerazione urbana significa sviluppo economico, senso di appartenenza al quartiere e all’area cittadina. Rigenerazione significa lavoro, quello che si svilupperà per la riconversione dell’area e quello che si potrà innescare nei luoghi che saranno realizzati”.

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